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De Angelis: Roma ha tanta acqua, necessita 200 mln infrastrutture

(Fonte: RomaIt)

"Abbiamo acqua ma non abbiamo infrastrutture, bisogna mettere mano su questo perché Roma ha tanta acqua a disposizione, sin dai tempi dei romani, e anche oggi rispetto a tante capitali europee". Lo dice il capo dell'unità di missione del governo Italia Sicura, Erasmo D'Angelis, intervenuto a RaiNews24. Secondo D'Angelis "non ci sono bacchette magiche, bisogna solo lavorare" e questo vuol dire un investimento "di circa 200 milioni".

Si tratta di opere "che possono essere finanziate con prestiti strutturali a lunga scadenza della Bei", precisa D'Angelis, che lamenta un'incapacità tutta italiana nella raccolta dell'acqua piovana. "Riceviamo 306 miliardi di metri cubi di pioggia all'anno, più di Germania e Inghilterra, eppure riusciamo a tenerne solo il 10-11%. Siamo per tre quarti un Paese collinare e montuoso, per questo motivo sembra che piova poco a chi vive sulla costa", conclude.

F.V.

 

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Raggi: «Roma è difficile. Commessi errori, ora pugno di ferro»

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

(di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco) – «È ora di usare il pugno di ferro nei confronti di coloro che remano contro il cambiamento. Ci sono sacche di inefficienza in alcune partecipate che sono inaccettabili e che siamo seriamente intenzionati a spazzare via. Se sarà necessario, adotteremo anche provvedimenti esemplari. E' arrivata l'ora di invertire la rotta». Virginia Raggi, ospite del forum a Il Messaggero, parla di Ama e Atac, le municipalizzate di rifiuti e trasporti che con il loro servizio lasciano ancora molto a desiderare. La grillina, a più di un anno ormai dall'elezione in Campidoglio, prova a tracciare la direzione che Roma dovrebbe prendere. Tra «stiamo lavorando» e «ho ancora bisogno di tempo». Senza dimenticare la spada di Damocle dell'inchiesta che la riguarda (rischia il rinvio a giudizio per falso e abuso d'ufficio).

Sindaco Raggi, a fine giugno, con la lettera al Messaggero, ha fatto un bilancio di questo primo anno in Campidoglio. Oggi può dirci di cosa va fiera e cosa non rifarebbe?
«È stato un anno intenso, spero che tutto questo porterà a un miglior lavoro nei prossimi quattro anni. Sono orgogliosa che siamo riusciti ad approvare il bilancio nei termini, per primi tra le grandi città italiane, questo ci ha permesso di avere un premio da parte del governo, circa 15 milioni, e ci permette di poter fare le gare, cosa che si era un po' persa, in passato. Vado fiera di aver messo in strada 200 bus, di avere trovato spazzatrici in Ama che erano state abbandonate in un deposito al Gianicolo. Stiamo continuando a cercare sprechi».
 

Cosa non rifarebbe, invece?
«Ci sono stati sicuramente degli errori».

Sta parlando di Raffaele Marra?
«Mi sono fidata di una persona di cui certamente non avrei dovuto fidarmi. Ho chiesto scusa ampiamente e ormai siamo andati avanti».

Troppo furbo Marra o troppo sprovveduta lei?
«Ho un fatto errore che non ripeterò: d'altronde aveva un ottimo curriculum».
In caso di rinvio a giudizio non si dimetterà. In caso di condanna governerebbe Roma senza simbolo M5S?
«Non rispondo mai a ipotesi, mi attengo al codice etico».

Il codice etico è stato cambiato per lei: ne è consapevole?
«No, è stato messo nero su bianco ciò che si diceva a voce. A differenza di quanto avviene negli altri partiti dove sono tutte chiacchiere».

Parliamo dell'emergenza roghi che sta colpendo Roma da inizio luglio. Gli incendi sono aumentati del 400%. Sospetta che ci sia una regia?
«Questo lo accerterà la magistratura che sta indagando, sono state arrestate sei persone. Noi dobbiamo occuparci di presidiare il territorio, è necessario mettere in campo non solo le forze di Roma Capitale, dobbiamo chiedere l'aiuto del governo perché i controlli siano assicurati h24, soprattutto di notte. Lo smantellamento del corpo della Guardia forestale, ad opera di Renzi, è stato un errore, adesso ne vediamo gli effetti. Mi sono sentita con il ministro Galletti».

Su questo aumento esponenziale di roghi, non pesa anche l'incuria? Ci sono delle giungle amazzoniche, in certi parchi di Roma.
«Per quanto riguarda la cura del verde, noi abbiamo trovato una realtà devastata. Abbiamo solo 180 giardinieri per una città che ha 44 milioni di metri quadri di verde, fa rabbia. Abbiamo rimesso al lavoro tutti i dipendenti che erano indisponibili, abbiamo riparato i mezzi danneggiati, abbiamo sbloccato l'assunzione di 30 giardinieri e presto ne arriveranno altri. Non accadeva dal 2007».

Capitolo siccità. Lei ha fatto un appello alla Regione, chiedendo di sedervi intorno a un tavolo per risolvere la situazione. Da sindaco, la decisione di regolamentare l'acqua l'ha subita?
«Penso che sia inaccettabile che oltre un milione e mezzo di romani restino senza acqua. Ho deciso di chiamare la Regione e Acea per convocare un tavolo in Campidoglio per superare qualsiasi strumentalizzazione. Ci incontreremo domani (oggi, ndr). In Acea ci sono già stati investimenti sulle reti e questo ci ha permesso di risparmiare circa 700 litri al secondo di captazione».

Oggi alla Regione Lazio c'è Nicola Zingaretti, del Pd. Un governatore a Cinquestelle le faciliterebbe il compito?
«Noi siamo qui per cambiare le cose. Il Movimento può dare molto anche alla Regione».

Roberta Lombardi non nasconde più l'ipotesi di candidarsi. In passato i rapporti tra voi non sono stati ottimi. Dica la verità: la voterebbe alle primarie online?
«Intanto arriviamoci alle primarie, io al momento resto concentrata su questa settimana, che è già abbastanza impegnativa».

Sulla gestione dei rifiuti Roma è in grande sofferenza. La sensazione diffusa è che la situazione, già critica, sia ulteriormente peggiorata. Quali sono le mosse per uscire dall'angolo?
«Non ho la bacchetta magica ma mi rendo conto che in alcune aree siamo intervenuti con efficacia, altre invece sono ancora molto sporche. Qualcosa è stato fatto. Un esempio: abbiamo scovato oltre 37mila utenze commerciali fantasma, che inquinavano molto. Per queste utenze la differenziata in un anno è aumentata del 16 percento. Bisogna capire però che i tempi sono lunghi. Dei miglioramenti ci sono, anche se i risultati sono al di sotto delle aspettative».

E le soluzioni dopo un anno: quali sono? Non se ne vede traccia.
«Dobbiamo ridurre la produzione dei rifiuti, come ci chiede anche l'Europa. Poi dobbiamo aumentare gli impianti».

Quanti impianti e dove? Il ministro Galletti ha detto che Roma ha bisogno di una discarica.
«No, non apriremo né inceneritori né discariche. Pensiamo agli impianti di compostaggio, che oggi Roma non ha perché si appoggia a Maccarese. Abbiamo individuato le zone e incontrato i cittadini. Poi servono fabbriche di riutilizzo dei materiali, che in altre città europee funzionano. E servono impianti di raccolta multimateriale, fondamentali in questa fase perché possono partire anche dalla spazzatura indifferenziata. Il punto è che tutto il processo di raccolta dell'immondizia va riorganizzato. Ama deve rispondere a una situazione che è cambiata, bisogna puntare sulla differenziata».

A dirla tutta Ama avrebbe dovuto puntare sulla differenziata già dieci anni fa, stiamo parlando di un modello che in Europa viene considerato ormai superato. Qui a Roma invece siamo ancora con i cassonetti stradali, dove si butta di tutto…
«Sono la prima a dire che questo modello non funziona più. Abbiamo aumentato i dipendenti col patentino da verificatori, per controllare i lavoratori dell'Ama ma anche per far sì che i cittadini differenzino correttamente, perché altrimenti viene messa a repentaglio l'intera raccolta. Non ha senso differenziare la carta, se nei bidoni ci trovo anche la plastica».

Nel frattempo si torna alle strutture di Cerroni e si parla di nuovi impianti. Il piano iniziale del M5S non era troppo da libro dei sogni rispetto alle esigenze della città?
«Come abbiamo detto in campagna elettorale, più l'aumento della differenziata sarà rapido, più saremo in grado di chiudere i Tmb, come Salaria. Dipende anche dai cittadini, la collaborazione dei romani è fondamentale. Dobbiamo migliorare l'informazione per far capire quanto gli effetti di una buona differenziata facciano bene alla città. Per il Movimento Cinquestelle non basta la crocetta sulla scheda. Serve un'alleanza anche dopo. Solo così si raggiungono gli obiettivi».

Lei in un anno ha cambiato due assessori all'Ambiente la prima è stata la Muraro e tre amministratori dell'Ama. I ritardi nella raccolta non sono dovuti anche alla confusione che avrete creato nei posti di comando, di chi cioè dovrebbe gestire i rifiuti?
«Ritardi non ce ne sono, anche altre giunte hanno cambiato gli assessori e non c'è stato tutto questo clamore».

I cambi non hanno influito?
«A nostro avviso il programma sta procedendo abbastanza bene».

L'altro servizio pubblico in crisi nera, a Roma, è quello dei trasporti: un calvario. Bus che prendono fuoco, attese infinite alle fermate, circola solo un mezzo su due. Poi c'è l'assenteismo dei dipendenti: perché in Atac si assenta il 12% degli addetti, ferie escluse, e all'Atm di Milano solo il 6%?
«E' ora di mettere la parola fine al caso di quei dipendenti che non lavorano e agli stipendi d'oro di quei dirigenti che non fanno il proprio dovere. Non voglio generalizzare: chi si impegna non ha nulla da temere; ma chi non lavora deve capire che il clima è cambiato. A chiedercelo sono proprio quei dipendenti che si impegnano quotidianamente e vedono la loro immagine offuscata dal comportamento di chi non lo fa».

In Atac va di moda il doppio lavoro.
«Abbiamo avviato un controllo serrato sulle autorizzazioni per chi ha un secondo lavoro. Ci siamo impegnati con i cittadini per eliminare dall'Amministrazione tutte le incrostazioni lasciate da chi ha malgovernato Roma in questi decenni. Prendo spunto dall'intervista che il presidente dell'Anac ha rilasciato al vostro giornale: Cantone ha perfettamente ragione quando dice che serve un segnale chiaro di inversione di rotta. Non siamo più disposti a tollerare comportamenti ed atteggiamenti che ledono l'immagine di tutti quei dipendenti che lavorano per il bene della nostra città. E sono la maggioranza. Noi siamo dalla loro parte».

Che idea si è fatta del macchinista che mangiava mentre il treno che guidava trascinava una passeggera sulla banchina? Va licenziato?
«Ci saranno misure esemplari. Atac si è attivata immediatamente con la sospensione e con le procedure di legge. Come dicevo, stiamo intervenendo anche sul fenomeno del doppio lavoro dei dipendenti. Vorremmo anche capire come mai finora nessuno si era mosso».

Poi c'è il tema dell'evasione tariffaria, a Roma il 25 per cento dei passeggeri non paga il biglietto. Come si argina?
«Atac ha chiesto l'autorizzazione per aumentare i patentini dei controllori. I dati del primo semestre del 2017 dicono che c'è stato un aumento della vendita di biglietti e abbonamenti, segno che i controlli funzionano. È ancora poco, faremo di più. Ma va anche detto che siamo riusciti a trovare 430 milioni da destinare al potenziamento del trasporto pubblico, soprattutto sulle metro».

Da qualche settimana i nuovi vertici di Atac vi hanno presentato un piano industriale per rilanciare l'azienda dei trasporti. Quando verrà reso noto?
«Tra la fine di luglio e i primi di agosto. Ci stiamo lavorando».

Sta dicendo che come azionisti interverrete sul piano industriale?
«L'assessore sta vagliando e verificando che quanto scritto nel piano corrisponda alle esigenze che questa amministrazione si aspetta da un'azienda così importante».

Al di là delle valutazioni personali, i parametri internazionali dicono che in Atac c'è almeno un 20 per cento di personale in più. Come pensate di intervenire?
«Ci sarà un utilizzo migliore delle risorse».

Sono possibili tagli al personale?
«Questo lo vedremo. Prima di affrontare temi che poi determinano situazioni molto gravi, dobbiamo capire su cosa può contare Atac oggi. Dobbiamo capire se i dipendenti sono proporzionati e se sono utilizzati al meglio, cosa che oggi non avviene. Noi stiamo lavorando per riorganizzare tutte le partecipate, che sono state utilizzate come bancomat senza erogare i servizi che avrebbero dovuto. Noi le vogliamo efficientare. Un repulisti c'è stato in alcune aziende, dopo le sentenze su Parentopoli, per cacciare i dipendenti coinvolti dalle decisioni della magistratura».

Cantone, che citava prima, dice che Roma è ancora bloccata dalla burocrazia, lamenta una scarsa un'interlocuzione con il Campidoglio.
«Abbiamo sottoscritto un protocollo per rafforzare il controllo sugli appalti e ampliarli».

Ma alcuni appalti del Giubileo, a distanza di due anni, sono ancora bloccati. Lo ripetiamo: a distanza di due anni.
«Stanno ripartendo: c'è stato un nuovo codice degli appalti, dunque la normativa è cambiata e questo ha portato agli slittamenti».

L'inchiesta Mafia Capitale ha rappresentato per il M5S un volano elettorale. La sentenza nega l'associazione mafiosa, lei cosa ne pensa?
«Ho letto le dichiarazioni del Pd, sembrano quelle dei tifosi, nonostante nel loro partito ci siano esponenti di peso indagati e condannati. Da parte del Pd registro un atteggiamento omertoso. Su Mafia Capitale occorre tenere la guardia alta».

Ma, come sindaco di Roma, di una sentenza che esclude la mafia in Campidoglio non dovrebbe essere sollevata?
«Il dibattito non mi appassiona. Non c'è nulla di cui esultare: ci sono state condanne pesantissime».

C'è ancora corruzione in Comune?
«Per combattere la corruzione servono appalti in regola e procedure di legge chiare».

A dicembre ha avuto un lungo colloquio con il cardinale Parolin affinché il Vaticano paghi le tasse al Comune. A che punto è la trattativa?
«Stiamo lavorando in maniera congiunta. Le aree indicate sono quelle in cui gli immobili della Santa Sede svolgono una funzione commerciale».

Quando sarà pronto?
«Non lo so. Stiamo lavorando».

Migranti, lei ha chiesto una moratoria sulle quote: sono troppi. E' una mossa elettorale?
«Lo denunciamo dallo scorso inverno. Il Comune ha circa 100 immobili occupati, dove spesso vivono i migranti fantasma. In prefettura c'è un tavolo: il problema è nazionale. Ho molta fiducia nel prefetto Basilone. Noi abbiamo il dovere di accogliere le fragilità, ma nel rispetto delle norme e non dell'emergenza».

Può darci dei numeri su quanti sono gli irregolari a Roma?
«Ci sono stime diverse. Qualche migliaia».

Userà il decreto Minniti che consente il daspo contro chi delinque?
«E' un tema di cui parleremo nel tavolo in Prefettura».

Conferma la chiusura dei primi due campi rom entro due anni?
«Sì, inizieremo con quelli della Monachina e della Barbuta, siamo partiti da subito con protocolli per verifiche fiscali e patrimoniali. E' la base per il recupero dei campi. Prima ancora partiremo con il Camping River».

Qui partirete subito con il contributo per l'affitto ai rom a basso reddito?
«Sì, da dicembre. Ma chiariamo: non diamo alcuna casa ai rom».

C'è stato un cambio di strategia su rom e migranti a seconda delle esigenze politiche?
«Per i rom abbiamo predisposto un piano di superamento dei campi. Lo prevede l'Europa. Realizziamo quanto dicevamo in campagna elettorale».

A settembre l'assessore Massimo Colomban lascerà le Partecipate: sarà sostituito?
«Era un assessore a termine, a settembre presenteremo il nuovo piano delle società».

Quindi non lo sostituirà?
«Potrei non sostituirlo».

I due nuovi assessori, Lavori pubblici e Politiche abitative, ci saranno ?
«Arriveranno a breve, entro la fine dell'estate».

Entreranno consiglieri comunali in giunta, come è successo a Torino?
«No, i consiglieri stanno facendo un grande lavoro e continueranno a farlo».

A settembre andrà alla festa del M5S a Rimini, trampolino per la volata verso le politiche. Parlerà di quanto sia complicato governare e della paralisi di Roma?
«Tutto si può fare. Di sicuro, non abbiamo la bacchetta magica. Per fare le cose per bene ho ancora bisogno di tempo, i problemi delle città non si risolvono con uno schiocco di dita».

Finora si è sentita un peso o un'opportunità per il M5S?
«Dove siamo al governo abbiamo ereditato città allo sbando che non stavano bene. Ce la mettiamo tutta».

Dopo un anno i romani non hanno la percezione del cambiamento. Anzi, nei servizi strategici si registra un peggioramento.
«Abbiamo investito sulla manutenzione stradale con 85 milioni di euro per la grande viabilità, ma per le gare e quindi i cantieri serve tempo. Sulle altre strade abbiamo stanziato i fondi per municipi. Idem per il verde: abbiamo stanziato 12 milioni, siamo partiti con la manutenzione delle prime 80mila alberature».

Sindaca, dalle sue parole è tutto un lavoro in corso. Quando andrà in ferie?
«Non posso dirlo: non lo so ancora».

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Crisi idrica, il piano per salvare Roma: “Sfruttiamo al limite gli invasi e l’acqua non sarà razionata”

(Fonte: www.repubblica.it)

(di Enrico Bellavia) – ROMA – Dopo la minaccia e lo spauracchio di un razionamento per un milione e mezzo di romani, è l’ora delle trattative. I pontieri di questa battaglia dell’acqua su Roma si sono già messi al lavoro. Da un lato i tecnici della Regione, dall’altra Acea, la multiutility della quale il Comune di Roma è socio al 51 per cento.

Lo stop al prelievo dal lago di Bracciano – il cui livello è pericolosamente sceso minacciando di mandare a monte la stagione turistica e compromettere l’intero ecosistema – impone di trovare una alternativa. Il blocco deciso dalla Regione dopo le diffide dei comuni del comprensorio del lago ha provocato l’immediata risposta di Acea: rubinetti a secco per otto ore. Ma la Regione lavora già a un piano B. Sul piatto, l’ipotesi di innalzare i prelievi dalle altre quattro fonti che servono la Capitale. Per arrivare ai primi di agosto, quando — notano in Regione — il fabbisogno cala e, si spera, le precipitazioni riporteranno le riserve in sicurezza.
Tocca ad Acea ora dire sì. Dalla sua, Zingaretti – ha sottolineato ai suoi – ha da promettere procedure snelle in nome del decreto sull’emergenza siccità. Tecnicamente si tratta solo di ovviare a quell’8 per cento di risorse che arrivano dal lago.

Ma sullo sfondo della partita dell’acqua le implicazioni politiche rischiano di innalzare la posta in gioco. La crisi di Bracciano, cresciuta nelle proteste di cittadini e amministratori, ha trovato orecchie sensibili in Regione. Le diffide e il concreto pericolo di un’ondata di denunce per disastro ambientale hanno fatto il resto. Con le elezioni praticamente alle porte, per Zingaretti era una grana da risolvere in fretta. Non restava che il blocco. Dietro la dura risposta di Acea la quota di difficoltà è cresciuta. Ora un milione e mezzo di romani avevano di che lamentarsi. La sindaca Virginia Raggi che di Acea è il principale azionista, si è limitata a qualche laconica raccomandazione ai due contendenti senza pretendere soluzioni da Acea. E anche questo ha contribuito all’irritazione del governatore.

A Zingaretti, del resto, non è sfuggita l’enorme sproporzione tra il mancato apporto di Bracciano, l’8 per cento appunto, e il razionamento per metà degli utenti della città e non ha mancato di sottolinearlo. Poi ha messo al lavoro gli specialisti. Si tratta di capire se i tecnici regionali avranno la meglio sulla pretesa di Acea di continuare a utilizzare il lago.
Tanto più che a dare il la a questa emergenza nata tra le carte bollate prima ancora che di fronte a una rete che disperde il 44 per cento dell’acqua è stato proprio il consorzio dei comuni del lago di Bracciano di cui la sindaca Raggi fa parte, da guida della città metropolitana. Dunque: a paradosso si è aggiunto paradosso. La Regione si trova con le spalle al muro per un aut aut dei comuni, blocca Bracciano ma la sua azione si riflette sulla città di Roma. Né d’altra parte, per salvare Roma dal razionamento, Raggi che non era intervenuta per tempo, avrebbe potuto dissociarsi dalle proteste del Lago. Ha così finito per stoppare se stessa come sindaca e partner di Acea. Non resta che rimediare al pasticcio prima del via al razionamento fissato per venerdì.

La querelle ha comunque già riaperto il capitolo dei costi e dei conti. Il Comune di Roma ha intascato un cospicuo dividendo da Acea, 70 milioni, destinati a rimpinguare le casse esangui del Campidoglio. Ovviamente anche Acea ha tratto vantaggio ma ha reinvestito poco sulla rete. Pur pagando anche il prezzo degli sprechi, tuttavia i cittadini romani hanno goduto finora — e non si sa ancora per quanto — di tariffe al di sotto della media: in media 300 euro l’anno, 34 dei quali per la rete. Ma c’è chi giura che se l’andazzo dovesse proseguire, alla fine non resterà che inasprire la bolletta, riversando sugli utenti le spese per sistemare i 5.400 chilometri di condutture. Le previsioni? Più che un raddoppio: fino a 80 euro per abitante.

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Campidoglio, tra i dirigenti indagati anche la responsabile dell’Anticorruzione

 

(Fonte: www.repubblica.it)

(di Lorenzo D'Albergo e Giovanna Vitale) – C'è chi è finito nel listone dei 70 dirigenti capitolini indagati per una buca lasciata scoperta, chi per la mancata manutenzione del verde. E poi chi, tra i manager del Campidoglio, è entrato nel mirino della procura per ipotesi di reato ben più gravi: abuso d'ufficio, falso, turbativa d'asta. L'ultimo monitoraggio dell'amministrazione Raggi sui suoi superburocrati (il 36,8% è sotto inchiesta) non ha risparmiato proprio nessuno. Neanche la titolare dell'Anticorruzione capitolina Cristiana Palazzesi.

La sindaca le ha chiesto di occuparsi del contrasto e della prevenzione al malaffare soltanto lo scorso 9 giugno. Ora, a neanche due mesi di distanza, si prepara a rimuoverla. Già, perché la dirigente chiamata a vigilare su mazzette e appalti sospetti è a sua volta indagata: da agosto 2013 a novembre 2014 ha fatto parte del cda di Atac e, assieme ad altri 16 funzionari, rischia il rinvio a giudizio per il pluriennale affidamento senza gara ai sindacati della mensa aziendale. Le accuse? Abuso d'ufficio, violazione del codice degli appalti e erogazione di contributi di finanza pubblica in favore di associazioni non riconosciute.

Palazzesi ha comunicato la propria posizione al dipartimento Risorse umane il 5 luglio. Poi, 24 ore dopo, ha firmato l'ultimo report sul whistleblowing, il sistema che permette ai dipendenti comunali di segnalare in totale anonimato presunti illeciti commessi da superiori e pari grado: 8 le denunce da inizio anno, mentre nell'ultimo semestre del 2016 erano state 17. Adesso la responsabile dell'Anticorruzione nominata dalla Raggi, all'oscuro dell'indagine al momento di firmare l'ordinanza, è in attesa. Da una parte rischia un procedimento disciplinare. Dall'altra, a livello politico, il M5S dovrà stabilire il da farsi: "Non c'è dubbio – dicono in Campidoglio – che ora in quella posizione stoni". Il trasferimento è perciò dietro l'angolo.

Nel frattempo, però, i superburocrati di palazzo Senatorio sono sul piede di guerra: dopo la diffusione delle notizie sul numero degli indagati, accusano la sindaca di aver diramato dati poco corretti, "che contribuiscono a screditare gratuitamente la classe dirigente di Roma Capitale, la quale potrà avere pure mille difetti, ma non quello di essere, nel suo insieme ed in modo generalizzato, una congrega di delinquenti", scrive la presidente della Dircom Silvana Sari nella lettera inviata a tutti gli associati. "Premesso che nei più importanti processi attualmente pendenti, di corruzione e concussione, nessun dirigente comunale di ruolo è coinvolto", precisa Sari, "si rammenta che coloro i quali sono sotto processo per vicende legate alla cosiddetta Mafia Capitale sono esclusivamente funzionari e dipendenti: personale, cioè, privo della qualifica dirigenziale, ovvero dirigenti esterni, cioè scelti fiduciariamente dalla politica".

Da qui la stoccata: "Certamente alcuni dirigenti sono stati raggiunti da avvisi di garanzia (come, del resto, la stessa sindaca Raggi), ma va sottolineato che talune indagini riguardano vicende private e non connesse alle funzioni pubbliche svolte, altre indagini riguardano situazioni lavorative non connesse alla corruzione (alberi caduti, buche, etc.), mentre altri fascicoli sono stati aperti su segnalazione di soggetti che evidentemente utilizzano il mezzo della denuncia penale allo scopo di intimidire dirigenti inflessibili e non disposti a fare concessioni illegittime di favori". Al vetriolo l'affondo finale: "Non bisogna dimenticare i casi in cui dirigenti comunali sono a processo per reati gravissimi (tipico è quello dell'ex direttore Risorse umane, Raffaele Marra, già stretto collaboratore sia del sindaco Alemanno sia della sindaca in carica) e per i quali si auspica – proprio a garanzia della parte sana della categoria, la più numerosa – che la giustizia faccia presto il suo corso".

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Assestamento di Bilancio alle battute finali in Aula Giulio Cesare

Prosegue in Aula Giulio Cesare la discussione sull'assestamento generale di bilancio, dopo il parere dell'Oref, l'Organismo di Revisione Economica Finanziaria di Roma Capitale. L'organo di controllo ha prodotto un documento di 18 pagine con cui, pur indicando una serie di riserve e soprattutto 20 prescrizioni, e ribadendo le perplessità e le criticità espresse, ha dato parere favorevole. Critiche hanno espresso ieri le opposizioni di centrodestra e centrosinistra a Radio Roma Capitale con i consiglieri Ghera (FDI) e Pelonzi (PD), soddisfazione da parte della maggioranza pentastellata, rappresentata dal presidente del Consiglio De Vito. In serata è attesa la replica dell'assessore Mazzillo.

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Mafia Capitale, Orfini e Zingaretti: “A Roma c’è ed è radicata”

(Fonte: www.repubblica.it)

"Possiamo reagire in tanti modi alla sentenza di ieri, tutti ovviamente comprensibili e legittimi. Ma il più sbagliato è quello forse più diffuso in queste ore: sostenere che si dovrebbe chiedere scusa a Roma perché Roma non è una città mafiosa. Lo dico da romano innamorato della mia città: a Roma la mafia c'è. Ed è forte e radicata". A scriverlo in un articolo pubblicato sul sito della rivista Left Wing all'indomani della sentenza di primo grado del processo Mafia Capitale è Matteo Orfini, presidente del Pd.

"Basta fare una passeggiata in centro e contare i ristoranti sequestrati perché controllati dalla mafia. Basta – aggiunge – passeggiare nei tanti quartieri in cui le piazze di spaccio sono gestite professionalmente, con tanto di vedette sui tetti e controllo militare del territorio. Basta spingersi a Ostia e seguire le attività degli Spada, o andare dall'altra parte della città dove regnano i Casamonica. Basta leggere le cronache per trovare la mafia ovunque", aggiunge.

"Ma quella di Carminati non è mafia, dice il processo. Vedremo cosa stabiliranno i prossimi gradi di giudizio, ma come scrissi mesi fa, cambia davvero poco. A Roma la mafia c'è e ha dilagato usando la corruzione come grimaldello. Oggi Roma è gestita da più clan che hanno evidentemente trovato un equilibrio tra di loro e si sono spartiti la città. A chi ha iniziato a sgominare questo sistema bisogna solo dire grazie, soprattutto se si pensa che in passato la procura di roma era nota come il "porto delle nebbie". Farebbe piacere anche a me – continua Orfini – poter dire che la mafia a Roma non c'è. Ma sarebbe una bugia. Io sono orgoglioso di essere romano".

"Ed è proprio l'orgoglio che mi fa dire che, di fronte a quello che oggi è diventata roma, bisogna reagire e combattere, non affidarsi a tesi di comodo. Roma non è stata umiliata da chi indaga. Roma è stata umiliata da chi l'ha soggiogata. E da chi non ha saputo impedirlo. Invertire l'ordine delle responsabilità significa continuare a tenere gli occhi chiusi", conclude.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha commentato la sentenza di primo grado su "Mafia Capitale", conversando con i giornalisti a margine della presentazione di due bandi: "Bisogna evitare il rischio di creare una grande confusione: ieri c'è stata una sentenza su una associazione, su un caso, che ha avuto l'esito che tutti conosciamo, ma questa sentenza non può essere utilizzata oggi per affermare che a Roma non ci sono infiltrazioni mafiose, perchè queste ci sono, sono denunciate e conosciute. Basta fare un giro per le strade per riconoscere i locali che sono stati sequestrati. Oggi pomeriggio sarò al porto di Ostia ad inaugurare delle iniziative sportive delle federazioni del Coni finanziate dalla Regione Lazio in un bene sequestrato alla mafia", ha aggiunto il governatore, sottolineando poi: "Le sentenze si applicano e, secondo me, non si commentano, ma se ne prende atto. Però nessuno si permetta di fare confusione trasformando una sentenza su una singola associazione, su un singolo caso, in un colpo di spugna in merito al rischio e alla presenza di infiltrazioni mafiose nella nostra città, che ci sono e vanno sempre combattute", ha concluso Zingaretti.

"Quello che la sentenza ha accertato è un pesantissimo e intricatissimo sistema criminale che per decenni ha tenuto sotto scacco la politica di Roma. Quindi si sveglia come si è svegliata il giorno prima: sapendo che l'unica strada è quella della legalità. I tempi sono più lunghi, ma quando si chiede il risultato immediato non lo si può avere se si seguono procedure regolari, però alla fine la procedura è pulita e questo consente di non commettere gli errori del passato", ha commentato invece la sindaca Virginia Raggi a margine di una conferenza stampa questa mattina rispondendo a un cronista che le chiedeva come si svegliasse la città dopo la sentenza di ieri di Mafia Capitale, che ha fatto cadere per tutti gli imputati il 416bis, ovvero l'associazione di stampo mafioso.

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Roma, Emma Bonino: “Trasporti da incubo, l’Atac vada ai privati. Renzi firmi con noi”

(Fonte: www.repubblica.it)

(di Lorenzo D'Albergo) – "Atac è un'azienda tecnicamente fallita da anni e, malgrado questo, viene tenuta in piedi contro ogni regola dell'economia ma anche del buon senso". Emma Bonino, ex ministro degli Esteri e volto dei Radicali, tira le fila di un ragionamento iniziato ormai da centinaia di migliaia di utenti romani. E rilancia il referendum per mettere a gara il disastratissimo servizio di trasporto pubblico capitolino: "Siamo quasi a due terzi delle 30mila firme necessarie. Il risultato è possibile, ma ora serve la mobilitazione di chiunque abbia a cuore questa città". Del Pd romano, per esempio, che sull'appoggio all'iniziativa pare ancora spaccato. Tanto diviso da aver chiesto un appuntamento ad hoc al segretario, a quel Matteo Renzi a cui ora si rivolge la stessa Emma Bonino: "Per farcela basterebbe una piccola parte di quei 77mila elettori che alle ultime primarie hanno votato Renzi. Il mio appello è a lui e alla sua classe dirigente… Mobilitiamo Roma".

Un messaggio diretto anche alla giunta M5S. Perché il referendum?
"Roma soffoca per la pessima qualità dei servizi e per una disastrosa situazione finanziaria, risultato di una ultradecennale gestione clientelare delle partecipate. Nessuno ha mai voluto affrontare questi nodi con riforme radicali come la messa a gara del trasporto pubblico. Per questo ci rivolgiamo direttamente ai romani".

Un uditorio particolarmente ricettivo, stanco dei disservizi. Da utente, che valutazione darebbe ad Atac?
"Basta un dato: a Roma ogni anno i cittadini che usano il trasporto pubblico diminuiscono, mentre aumentano in tutte le altre città europee".

All'orizzonte, giovedì, c'è un altro sciopero. Salvo sorprese, sarà il 17esimo da inizio anno.
"Sembra che nessuno si renda conto dell'effetto devastante che tutto questo ha nella vita delle persone, così come sul tessuto produttivo di una grande capitale europea".

Poi c'è il M5S. Perché il referendum arriva ora, con i grillini in Campidoglio? Il servizio di Atac sta peggiorando?
"Il Movimento, malgrado i proclami elettorali, si pone in perfetta continuità con l'immobilismo degli anni passati. Sia chiaro, non si possono attribuire a questa giunta responsabilità che vengono da lontano, ma in quest'anno non abbiamo visto neanche l'ombra delle riforme che sarebbero necessarie a ribaltare la situazione".

Ed ecco gli autobus in fiamme, i conducenti aggrediti e quelli pizzicati a mangiare o parlare al telefono alla guida, il debito monstre…
"Non c'è alcuna prospettiva di miglioramento del servizio. Questi episodi sono il frutto di una situazione che può essere sanata soltanto aprendo alla concorrenza, mettendo a gara il servizio e restituendo al Comune il ruolo che gli sarebbe proprio, quello di pianificare e controllare".

L'obiettivo delle 30mila firme è ambizioso. Si può raggiungere da soli?
"Finora c'è l'adesione della Lista Marchini. Quanto al Pd, ci sono Roberto Giachetti, Walter Tocci, Pietro Ichino e Marco Causi, il vice presidente del consiglio regionale Ciarla, la presidente del municipio I Alfonsi e molti altri. In queste ore però è necessario che le adesioni si trasformino in mobilitazione attiva. Il Pd rompa gli indugi ".

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Settimana calda in Aula Giulio Cesare

Domani, martedì 18 luglio, approda in Aula Giulio Cesare la proposta n. 43/2017, concernente l'assestamento generale del bilancio 2017-2019, ai sensi dell'art. 175 c. del D.Lgs. del 18 agosto 2000 n. 267 e verifica degli equilibri generali di bilancio ai sensi dell'art. 193 c. del D.Lgs. del 18 agosto 2000. Si inizia alle 16 con la relazione dell'assessore al bilancio Mazzillo. La discusione generale inizierà poi da giovedì 20 con gli interventi di maggioranza e opposizione e potrebbe protrarsi fino a venerdì 21, con la replica dell'assessore Mazzillo.

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Roma, Nuova ordinanza contro i Centurioni firmata dalla Raggi

(Fonte: RomaIt)

"Garantire ai turisti e alla cittadinanza la fruibilità e la vivibilità dei beni culturali, assicurando decoro e sicurezza. E' l'obiettivo della nuova ordinanza firmata dalla sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi- spiega il Campidoglio in una nota- che prevede il divieto di qualsiasi attività incentrata sulla disponibilità a essere ritratto come soggetto in abbigliamento storico (per esempio centurioni), in fotografie o filmati (anche senza richiesta di corrispettivo in denaro) ad esclusione di riprese filmate e/o fotografiche autorizzate dall'amministrazione capitolina".

L'ordinanza "richiama quanto stabilito dal decreto legge n.14 del 20 febbraio 2017, convertito nella legge n 48 del 18 aprile 2017, in base a cui il Sindaco, quale rappresentante della comunità locale, può adottare specifici provvedimenti finalizzati a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell'ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana".

Il provvedimento, valido fino al 31 ottobre 2017, riguarda tutto il territorio incluso nel perimetro riconosciuto come sito dell'Unesco, in sostanza il Centro Storico. L'elenco delle strade è riportato sul sito di Roma Capitale. Per i trasgressori si applica la sanzione amministrativa pecuniaria di 400 euro.

"La misura è stata adottata- conclude la nota- soprattutto perché l'attività dei soggetti in costume, nelle aree dove la concentrazione di turisti è maggiore, influisce negativamente sulla circolazione stradale e impedisce la piena godibilità dei monumenti e delle bellezze paesaggistiche della città. L'attività è, inoltre, stata più volte condotta con modalità inopportune, insistenti e, talvolta, aggressive nei confronti dei visitatori".

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Roma, Virginia Raggi esce dalla Procura dopo 4 ore di “colloquio”

(Fonte: RomaIt)

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha lasciato la Procura di Roma dopo quasi 4 ore di dichiarazioni spontanee davanti al Pm Francesco Dall'Olio, titolare dell'inchiesta sulle nomine in Campidoglio. "La sindaca Raggi è fiduciosa" – ha dichiarato il legale Alessandro Mancori all'Adnkronos.

"La nomina di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica della sindaca Raggi, spiega ancora il legale, era legittima: Abbiamo depositato un parere 'pro veritate' a firma del professor Federico Tedeschini il quale sostiene la legittimità della nomina di Romeo in base all'ex articolo 90 del Tuel, il Testo unico degli enti locali'', riporta L'Agenzia Adnkronos.

''E' stato un colloquio cordiale'', ha detto la sindaca Raggi uscendo dal Tribunale, dove si era recata per essere ascoltata nell'ambito dell'inchiesta per la quale, nelle scorse settimane, le era stato notificato un avviso di conclusione indagine per falso e abuso d'ufficio.