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Ostia, Roberto Spada fermato dopo l’aggressione al reporter di Nemo

(Fonte: www.repubblica.it)

OSTIA – Roberto Spada è stato fermato dopo l'aggressione alla troupe di Nemo. La Procura ha emesso un decreto di fermo con l'accusa di violenza privata aggravata dal metodo mafioso, come previsto dall'articolo 7 della legge 203 del 1991.

Secondo i pm, il video in cui Roberto Spada colpisce il giornalista Piervincenzie il suo operatore della trasmissione 'Nemo – Nessuno Escluso' mostra chiaramente alcune modalità tipiche del controllo del territorio e dell'intimidazione, tipiche della criminalità organizzata di stampo mafioso. Contestata a Spada anche l'aggravante per futili motivi. Spada è stato portato via dai carabinieri della compagnia investigativa di Ostia.

Dai balconi dei palazzi che affacciano sulla strada un paio di persone hanno urlato "vergognatevi" in direzione degli stessi giornalisti. Più tardi è previsto il trasferimento al carcere di Regina Coeli.

Il fermo di Roberto Spada è la dimostrazione che in Italia non esistono zone franche", è stato il commento del ministro dell'Interno Marco Minniti, che ringrazia la Procura della Repubblica di Roma e l'Arma dei carabinieri.

• ALLA RICERCA DEL COMPLICE
Intanto è in corso di identificazione un complice di Roberto Spada, secondo chi indaga anche lui coinvolto nell'aggressione ai due giornalisti della Rai. La persona che cercano i carabinieri guardava le spalle al fermato prima e durante il pestaggio.

Secondo quanto accertato da chi indaga, al momento dell' aggressione era presente in strada una decina di persone. Nessuna di questa è intervenuta, anzi alcuni hanno imprecato contro i giornalisti della Rai. Domani i pm Giovanni Musarò ed Ilaria Calò, titolari degli accertamenti chiederanno la convalida del fermo al gip. L'interrogatorio di garanzia potrebbe tenersi a partire da sabato prossimo.  

• IL PERCHÉ DEL FERMO
L'aggravante del metodo mafioso, che ha fatto scattare il fermo, deriva dal contesto nel quale l'aggressione è avvenuta e, soprattutto, dalla platealità con la quale, secondo chi indaga, Spada ha voluto dare una prova di forza sul 'suo' territorio, davanti ai testimoni del quartiere. Non a caso, nonostante Spada avesse portato il giornalista nella palestra, l'aggressione è avvenuta dopo, quando sono tornati in strada. E i testimoni che hanno assistito alla scena non solo non hanno prestato soccorso ai due giornalisti, ma hanno inveito contro di loro urlando: "Andate via, qui non ci dovevate venire!".

· TUTTA LA POLITICA UNITA CONTRO SPADA
Di segnale positivo immediato parla il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: "È stato commesso un reato davanti a una telecamera che ha sconvolto un po' tutti ed è positivo che si sia dato un segnale immediato. Come ha detto il ministro Minniti – ha aggiunto – ciò è importante anche per ribadire che non esistono zone franche in questo Paese né tanto meno in un territorio bello e martoriato come Ostia".

"Lo Stato c'è, siamo d'accordo con quel che ha detto il ministro Minniti", ha dichiarato il segretario del Pd, Matteo Renzi, e Stefano Esposito, senatore del Partito democratico, si è espresso con toni duri: "Arrestato #spada dopo l'aggressione di ieri al giornalista rai di #nemo ora mi auguro resti in galera #lostatoèpiufortedellamafia", ha scritto su Twitter.

Anche Casapound ha commentato subito il fermo: "Le forze dell'ordine e la magistratura si occupano degli atti criminosi, non la politica. Quello di Roberto Spada è stato un atto criminale e quindi come tale va perseguito", ha detto il vicepresidente di Casapound, Simone Di Stefano.

Daniele Piervincenzi non si sente sollevato dal fermo: "Non provo nessuna gioia, nessuna soddisfazione. Solo un uomo arrestato. Anzi c'è un filo di ipocrisia perché in piazza Gasparri a Ostia si spaccano i nasi tutti i giorni", ha dichiarato nel corso della trasmissione 'La vita in diretta', su Rai1.

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Roma, sms pubblicitari per vendere droga: scacco al clan, 18 arresti

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

La pubblicità è l'anima dello spaccio. È in corso, dalle prime luci dell’alba, un’operazione antidroga dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati per dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 18 persone, appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, radicata a Roma, con base operativa e logistica in località Borghesiana, un territorio “cuscinetto” tra le storiche borgate di Tor Bella Monaca e Tor Vergata, autonomamente gestita da due fratelli di origine partenopea.

L’organizzazione strutturale, fortemente gerarchizzata, prevedeva l’impiego di pusher, articolati in turni di servizio e giovani vedette. Il ricavato dell’attività di spaccio veniva poi consegnato quotidianamente ai due promotori che, in caso di rendicontazione errata, infliggevano vere e proprie punizioni corporali. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati hanno accertato che con telefoni dedicati , i pusher inviavano ai vari clienti messaggi pubblicitari firmati “gli amici di Finocchio”, aggiornandoli sulla diponibilità di stupefacente, cocaina, o su offerte per nuovi prodotti.

Lo smercio era organizzato in modo tale da risultare “itinerante”, e quindi maggiormente imprevedibile, con il fine di rendere più complessi i controlli delle Forze dell’Ordine. L’organizzazione prevedeva anche l’assistenza legale dei propri sodali in caso di arresto durante l’attività di spaccio e consentiva loro guadagni consistenti, direttamente proporzionali al ruolo rivestivo in seno all’organizzazione.

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VIDEO – Due arresti e 32 kg di cocaina sequestrati a Ponte di Nona

ROMA. LA POLIZIA DI STATO SCOVA UN DEPOSITO DI STUPEFACENTI A PONTE DI NONA. ARRESTATI DUE CITTADINI ALBANESI  E SEQUESTRATI TRENTADUE CHILOGRAMMI DI COCAINA,  SESSANTAMILA EURO ED UNA PISTOLA .

Un’ operazione degli agenti della Squadra Mobile di Roma, condotta nel tardo pomeriggio di martedì 7 novembre nella zona di Ponte di Nona, ha portato all’arresto di due cittadini albanesi,  M.A. e V. A. rispettivamente di cinquanta e trentasei anni, sorpresi nell’atto di “spostare” una  partita di droga di circa 32 kg lordi cocaina nascosta all’interno di un box auto.

Gli agenti della sezione “criminalità straniera” della Squadra Mobile monitoravano da tempo il garage utilizzato dai due albanesi come deposito per la droga. Gli investigatori, infatti, avevano notato uno strano ed inusuale “andirivieni” di macchine e persone nei pressi di quel garage situato all’interno di un seminterrato di un complesso condominiale.

All’insaputa dei due trafficanti, che pensavano di poter agire indisturbati, gli operatori, appostati nelle vicinanze, hanno monitorato l’incontro dei due uomini fino a quando non è scattato il blitz.

I due malviventi, che nel frattempo erano intenti a spostare i “pani” di cocaina dal garage ad una delle loro autovetture, non hanno avuto nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stesse succedendo quando si sono ritrovanti di fronte gli agenti che li hanno immediatamente bloccati prima che potessero tentare un qualsiasi tipo di reazione o darsi alla fuga.

All’interno del box sono stati rinvenuti ben ventisette pani di cocaina per un peso complessivo di trentadue chilogrammi tutti sigillati con il cellophane per garantirne l’impermeabilità . Gli agenti hanno poi perquisito le macchine utilizzate dagli arrestati parcheggiate di fronte al box e pronte per essere caricate di droga da spostare in un luogo ritenuto più sicuro. Proprio dentro una di queste vetture hanno scovato un vano occulto ricavato all’interno del cruscotto ed apribile solo attraverso un meccanismo appositamente costruito. All’interno del vano erano nascosti circa ventimila euro in contanti divisi in mazzette.

Dopo aver controllato tutto il garage e le altre autovetture utilizzate dai due albanesi, tutte di grossa cilindrata, gli agenti della Squadra Mobile hanno perquisito le loro abitazioni ove hanno rinvenuto e sequestrato altro denaro, circa  quarantamila euro in contanti diviso in mazzette, nonché una pistola di piccolo calibro, quindi facilmente occultabile, carica e perfettamente funzionante, risultata rubata a Roma due anni fa.

Terminate le perquisizioni  M.A. e V. A. sono stati portati in Questura e successivamente associati presso la casa circondariale di Regina Coeli a disposizione della Autorità Giudiziaria.

L’ingente quantitativo sequestrato avrebbe fruttato diversi milioni di euro una volta rivenduto sul mercato locale . Si tratta, infatti, di uno dei più importanti sequestri di cocaina eseguiti a Roma negli ultimi tempi che lascia intendere il coinvolgimento di un’organizzazione criminale, sulla quale sono in corso approfondimenti investigativi .

 

Roma, 10 novembre 2017 .

Comunicato scaricabile dal sito: http://questure.poliziadistato.it/Roma
e dalla pagina Facebook della Questura di Roma (clicca qui)

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Giornalista aggredito da Roberto Spada, “Picchiato a freddo per delle domande ma si scusi con Ostia”

(Fonte: www.repubblica.it)

(di Giuseppe Scarpa) – In ospedale dove si trova dopo l'intervento per la ricostruzione del setto nasale, Daniele Piervincenzi cerca di mettere a fuoco l'aggressione shock di cui è rimasto vittima con l'operatore Sergio Anselmi ad opera di Roberto Spada. "Mi ha colpito mentre stavo facendo delle domande, all'improvviso. Fino a qualche secondo prima aveva anche abbozzato un sorriso. Poi è partito centrandomi al naso, fa molto male ma siamo in piedi".

Il giornalista era andato a Ostia per documentare il successo di CasaPound al primo turno e l'appoggio esibito del clan Spada alla corsa di Luca Marsella a presidente, con un controllo capillare dei seggi. Roberto Spada, fratello di Carmine, condannato a 10 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso, si trova all'ingresso della palestra gestita dalla sua compagna. E pur infastidito parla davanti a microfono e telecamere. Poi, all'improvviso, carica il collo e scarica una testata centrando al volto il giornalista. Quando la troupe indietreggia, l'operatore, prima di essere colpito a sua volta riesce a documentare l'inseguimento di Roberto Spada sulla strada, e i colpi di manganello inferti ai filmaker. "Intontito dalla botta al naso non ho neppure capito da dove abbia tirato fuori il manganello, forse lo aveva sotto alla giacca, gli ho detto che ce ne stavamo andando ma si è scagliato contro di me e contro l'operatore una seconda volta".

Finito suo malgrado sotto ai riflettori, Piervincenzi spiega: "Sono stato picchiato solo per avere fatto delle domande, non sono entrato nella palestra e sono rimasto sulla soglia". Intorno a lui un coro bipartisan di solidarietà e la presa di distanza dal gesto di Spada anche di CasaPound.

"Se Roberto Spada chiede perdono, io sono pronto a perdonarlo, però forse dovrebbe chiedere perdono alla città di Ostia – ha poi detto Piervincenzi a "La vita in diretta" – I clan presenti a Ostia hanno rovinato il tessuto sociale di una città bellissima che viene da da due anni di commissariamento".

Dopo l'aggressione, Piervincenzi si è recato al pronto soccorso del Sant'Eugenio e giudicato guaribile in trenta giorni. Anche per questo, con tutta probabilità, Roberto Spada dovrebbe cavarsela con una indagine per lesioni. Il fascicolo è stato aperto dalla procura di Roma che procede proprio per lesioni in attesa di ricevere gli atti dai carabinieri e il referto medico oltre che la denuncia del giornalista e dell'operatore. Appreso della presunta giustificazione di Spada che su Facebook aveva parlato del proprio figlio spaventato, Piervincenzi ribatte: "Io non ho spaventato nesssuno, sono io quello spaventato ma per fortuna vado avanti". Cugino di Armando Spada, il titolare del lido di Ostia che sequestrò minacciandola la collega di Repubblica Federica Angeli, è lo stesso che sempre su Facebook reagì contro la cronista arrivando a minacciare anche i figli. Considerato l'erede del fratello Carmine, ha pubblicamente sostenuto Casa-Pound con il cui leader, Luca Marsella, ha fatto anche una foto pubblicata sui social.

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Roma, venerdì trasporto pubblico a rischio per lo sciopero

(Fonte: www.repubblica.it)

Venerdì 10 novembre trasporto pubblico a rischio per gli scioperi di 24 ore indetti dai sindacati Usb, Orsa Tpl, Faisa Cisal e Faisa Confail. L'agitazione interesserà bus, tram, metropolitane e ferrovie Roma-Lido, Termini-Centocelle e Roma-Civitacastellana-Viterbo. Il servizio sarà comunque assicurato durante le due fasce di garanzia: fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20. Sempre venerdì, con le stesse modalità, sciopero di 24 ore, indetto dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Usb e Faisa Cisal, anche per i bus periferici gestiti dalla Roma Tpl.

A rischio anche la raccolta dei rifiuti. Ama ha fatto sapere di aver "attivato le procedure tese ad assicurare durante lo sciopero servizi minimi essenziali e prestazioni indispensabili: pronto intervento a ciclo continuo; raccolta pile, farmaci e siringhe abbandonate; pulizia mercati; raccolta rifiuti prodotti da case di cura, ospedali, caserme, ecc. Interessati dallo sciopero, con le stesse modalità, anche gli operatori del comparto settore funerario. Anche in questo caso, predisposti i servizi minimi essenziali".
 

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VIDEO – Oasi urbana del Tevere

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Roma, incidenti, voragini e Metro B a singhiozzo: la mattinata difficile della capitale

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Traffico bloccato su alcune delle principali strade della città, metro B che viaggia a "singhiozzo" e poi ancora voragini in Centro, buche e incidenti. In particolare, secondo quanto si legge sul Luceverde Roma, si registra traffico sul Gra con code in carreggiata interna tra Diramazione Roma Nord e Tiburtina. A Tor Sapienza è stato chiuso l'intero tratto di Via Sansoni per il fango e i detriti portati dagli allagamenti dei giorni scorsi. Disagi anche in Via dei Due Ponti per incidente altezza Via Vallinfreda, in Via Collatina per incidente rallentamenti in direzione centro altezza Via dell'Acqua Vergine; in Via Appia Pignatelli per incidente rallentamenti in uscita da Roma all'altezza di Via Erode Attico; in Via Trionfale per incidente rallentamenti in entrambe le direzioni altezza Via del Quarticciolo; in Via Ottavio Gasparri rallentamenti per incidente.

Disagi in via Tor dè Schiavi nei pressi del civico 406 per un veicolo in fiamme intorno alle nove con rallentamenti altezza di Via Prenestina. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia locale di Roma capitale del V gruppo Prenestino e i vigili del fuoco.  Disagi anche sulla Pontina dove un veicolo in panne ha mandato in tilt il traffico verso il centro di Roma. 

Problemi al traffico anche in via Emilia nei pressi del civico 20. La strada è stata chiusa e poi riaperta tra Via Liguria e Via Ludovisi per un intervento dei Vigili del Fuoco per una voragine sulla sede stradale. Sul posto pompieri e polizia locale.

Dulcis in fundo, viaggia a rilento la metro B a causa di un numero insufficiente di vetture.

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Velletri, blitz in carcere: banda di romeni con coltelli e punteruoli pronti alla rivolta

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

(di Chiara Rai) – Nella loro cella avevano un telefono cellulare, coltelli e punteruoli “fatti in casa”. Grazie a un blitz degli agenti di Polizia Penitenziaria è stato sgominata sul nascere una banda di detenuti romeni. Secondo la Polizia, questo gruppo di stranieri aveva intenzione di prendere la “gestione” di quell'ala del carcere. Si tratta del nuovo padiglione "D" e i romeni si trovavano in una cella da quattro persone.

Gli agenti hanno stroncato sul nascere questa attività: “Da settimane il gruppo dei detenuti stranieri – spiegano i sindacalisti dell’Ugl Polizia Penitenziaria Carmine Olanda e Ciro Borrelli – era tenuto sotto controllo, i loro atteggiamenti di presunzione e il loro modo di rapportarsi hanno fatto scattare l’operazione di Polizia. In primo luogo, infatti è stata fatta una intensa perquisizione nella loro cella che ha portato al ritrovamento di un telefonino completo di scheda, batteria e caricabatteria rudimentale. Durante la perquisizione sono stati rinvenuti anche alcuni oggetti del tipo coltelli e punteruoli costruiti in modo artigianale”.

Nella cella c’erano anche numerosi pacchetti di sigarette che, secondo gli agenti, fanno pensare ad un gesto di ricompensa nei confronti del gruppo dei detenuti stranieri in cambio delle telefonate. Rimangono in corso ulteriori accertamenti su quanto accaduto.

Torna dunque ad affacciarsi il problema della carenza di personale rispetto al sovraffollamento delle carceri: “Il Carcere di Velletri – concludono – oramai è diventato oggetto di cronaca quotidiana. Dalle osservazioni effettuate al gruppo dei detenuti stranieri si presume avevano creato una vera e propria banda finalizzata a delinquere e a tenere sotto controllo la sezione dove erano ristretti. Nonostante la grave carenza di personale, la Polizia Penitenziaria di Velletri dimostra sempre di essere all’altezza di prevenire e sgominare nel nascere le organizzazioni di bande come in questo caso finalizzate a delinquere”.

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VIDEO – Via Tupini (Eur)

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VIDEO – Diretta Facebook di martedì 7 novembre