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Cronaca

Roma, ventisei buche in cento metri la strada dove si procede a zigzag

(Fonte: www.repubblica.it)

(di Lorenzo D'Albergo) – Roma, città di buche. Di voragini e asfalto pronto a sgretolarsi al primo gocciolare. Così, nel navigatore degli automobilisti capitolini, si è installata in piena autonomia una mappa speciale: ogni quartiere ha le sue insidie, ciascuna strada i suoi pericoli. Con casi da Guinness dei primati. Come a San Giovanni, dove in via Amiterno in poco più di 100 metri, al volante o in sella a uno scooter, si incrociano 26 tra buche e depressioni.

La più grande — 11 centimetri di profondità per una larghezza che supera abbondantemente il metro — si trova a pochi passi dall’incrocio con via Veio. Le ruote delle vetture di passaggio, tra gli improperi dei conducenti distratti, affondano nel cemento ormai ridotto a una collezione di grossi ciottoli. Il colpo si fa sentire, gli ammortizzatori vengono messi a durissima prova. I più attenti, invece, ricorrono alla cara vecchia tattica del dribbling in velocità: si stringono sulla sinistra, sfiorando le strisce blu e le macchine posteggiate in strada, e tirano dritto fino al semaforo che li divide da via Magnagrecia. I più sventurati, invece, tirano dritto. Si lasciano alle spalle le 26 voragini per spuntare in via Faleria. Qui la conformazione del manto stradale è a gobba di dromedario. Il centro della carreggiata spicca rispetto ai lati consumati dal passaggio degli autobus. Già, perché i torpedoni non lasciano scampo all’asfalto.

Il loro andirivieni lo ha piegato irrimediabilmente. Le buche, poi, sono il naturale corredo. Da queste parti, lo dice il barista e lo conferma la titolare della tintoria, non si vedono operai da un bel pezzo. «Almeno da tre anni — fa ricorso alla sua prodigiosa memoria la signora Annalisa Venturi, 83enne che del quartiere conosce ogni metro quadrato dal 1972 — due abbondanti a voler essere generosi». Se potesse, anche il cerchione appoggiato malinconicamente contro il bordo del marciapiede annuirebbe. Chissà chi lo ha perso, chissà quale cratere sia il responsabile del suo smarrimento.

Nel dubbio, bisogna affidarsi alle parole della sindaca Virginia Raggi. Il Campidoglio a trazione grillina è alle prese con il “piano Marshall” dei rattoppi, con il progetto #Stradenuove e con un’assessora ai Lavori Pubblici, l’ex attivista pentastellata Margherita Gatta, invisa a buona parte dei consiglieri 5S. La prima cittadina, almeno per ora, tira dritta: «Quando i lavori di rifacimento delle strade sono fatti male, dopo poco tempo si creano le buche perché l’asfalto si deteriora velocemente. E, se sono fatti male, i lavori vanno rifatti dalle aziende che non hanno rispettato il contratto».

Il proposito dell’inquilina di palazzo Senatorio si è realizzato in via della Maglianella, quadrante Sud di Roma. Ma anche in via Amiterno c’è chi attende di sapere a chi girare con esattezza gli accidenti. Perché va bene mettere all’indice il Comune, il Simu (acronimo dietro cui in realtà si cela il dipartimento Lavori pubblici) o i municipi. Ma alla 26esima buca evitata — o centrata in pieno — vien proprio voglia di sapere con chi prendersela.