(Fonte: www.ilmessaggero.it)
(di Regina Picozzi) – Sono state due occupazioni blitz quelle messe in atto oggi pomeriggio da docenti e allievi delle Scuole Arti e Mestieri di Roma, che con striscioni e megafono hanno varcato le soglie della “Nicola Zabaglia” e della “Scuola di Arti Ornamentali” in segno di protesta pacifica contro l’amministrazione capitolina. Dopo il mancato avvio dell’80% dei corsi della storica scuola, che sarebbero dovuti partire a settembre scorso, e a seguito della manifestazione in Campidoglio del 26 ottobre, il Comune di Roma aveva assicurato che le lezioni sarebbero ripartite a breve, ma ad oggi i corsi non sono ancora iniziati: in compenso uno dei quattro istituti è stato chiuso.
Lo scorso 15 dicembre, alla presenza di Maria Cristina Selloni – direttrice del Dipartimento Turismo Formazione e Lavoro di Roma Capitale e di Marcello Menichini – direttore amministrativo del VII Municipio, i locali della scuola “Ettore Rolli” di via Macedonia sono stati ufficialmente assegnati al comando dei Vigili Urbani del suddetto Municipio, che da tempo premeva per ottenere quegli spazi e poter così allargare i propri uffici.
Ai docenti di ruolo è stato comunicato che dovranno raccogliere il materiale didattico e spostarlo in un’altra sede che verrà comunicata loro entro settembre 2018. I corsi tenuti dai docenti precari saranno invece direttamente eliminati.
«Esprimo tutta la mia solidarietà ai docenti della Scuola Zabaglia a piazza San Paolo alla Regola che ora stanno manifestando pacificamente contro la lentezza e l’inefficienza dell’amministrazione capitolina», ha dichiarato Davide Bordoni (FI). «Una storia di ordinaria follia. E adesso il problema sarà anche riuscire a recuperare più di un mese e mezzo di lezioni perse. Ma è così difficile agire per tempo?». Solidarietà e sostegno anche da parte della CGIL Roma e Lazio, presente durante la mobilitazione di oggi nella persona del segretario generale Natale Di Cola.
«L’amministrazione capitolina è giunta ad un accordo con Città Metropolitana e nel giro di pochi giorni tutti i corsi avranno regolare avvio», aveva dichiarato l’Assessore allo Sviluppo Economico Adriano Meloni all’indomani delle richieste fatte a gran voce da professori e allievi, privati della possibilità di svolgere le normali lezioni che sarebbero dovute iniziare a settembre nei quattro istituti preposti. Ad oggi nessuna delle attività didattiche previste, invece, è cominciata.
Il Comune, piuttosto, ha pensato bene di iniziare ad eliminare il problema alla radice. E tra gli iscritti c’è sempre più rabbia mista ad impotenza: «Sono rimasta ferma, in attesa che mi venga comunicata la data di inizio delle lezioni», dichiara F.C., iscritta al secondo anno di oreficeria. «Ho versato la quota di 125 euro più di tre mesi fa e mi è persino arrivata notifica della seconda tranche di pagamento da saldare entro gennaio, ma dei nostri corsi non si sa nulla. Il Comune è sparito. Ora vengo a sapere che hanno persino chiuso la Ettore Rolli, tra l’altro senza dire niente a nessuno. Sono scioccata».
Sono circa 800 gli studenti regolarmente iscritti che attendono una risposta dall’amministrazione capitolina. E che, nel frattempo, restano a casa. Parliamo di una Scuola con quasi 150 anni di vita, la cui gestione è di competenza del Dipartimento Sviluppo Economico Attività Produttive, che si distingue in tutto il Paese per i suoi 136 insegnamenti specialistici di tipo artigiano: dall’oreficeria al restauro del legno, dalla ceramica alla scultura, alla pittura su tessuto, alla fotografia. Parliamo di arte, di cultura, di formazione. Di luoghi che preparano all’attività professionale artisti che il mondo intero ci invidia.
Alla base dell’attuale situazione di stallo sembrerebbero esservi problemi di tipo legislativo a cui il Campidoglio, finora, non è riuscito a trovare una soluzione. In base al decreto Madia, infatti, non è più consentito praticare contratti di precariato nei confronti dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Così il Comune di Roma, non potendo più mantenere il corpo docente dei suddetti istituti in condizioni contrattuali di tipo occasionale (come di fatto è avvenuto sinora in più dell’80% dei casi), dovrebbe obbligatoriamente procedere ad assunzioni a tempo indeterminato, cosa che appare quanto meno improbabile a causa dei vincoli imposti agli enti territoriali dal Patto di stabilità.
Come sbloccare questa situazione? Un passaggio di competenze delle Scuole alla Regione non è fattibile, visto che essa può gestire esclusivamente corsi gratuiti. Per far sì che gli insegnamenti della Scuola delle Arti e dei Mestieri vengano accreditati in questa sede, ottenendo anche una spendibilità dei titoli a livello europeo, dovrebbe venir poi concretizzata una serie di passaggi (tra cui l’adeguamento delle ore e degli edifici) che necessariamente richiederebbe tempi di attuazione lunghi e non certo l’imminenza di cui la situazione necessita. L’attuale blocco burocratico e giuridico può quindi essere sciolto solo dal Comune, “semplicemente” rivolgendosi ad una società di servizi che assuma i docenti per suo conto. Parliamo, ad esempio, di Capitale Lavoro, società in house partecipata della Città Metropolitana (Ex-Provincia di Roma). Dopo la completa inazione dell’Assessore Adriano Meloni, il Vice Sindaco Luca Bergamo aveva infatti incaricato Eleonora Guadagno (M5S Commissione Cultura) di redigere un documento di accordo che potesse costituire, quanto meno, una soluzione d’urgenza per consentire l’avvio immediato dei corsi. Ma il documento giace da settimane nel cassetto della dott.ssa Serafina Buarné (Segretario Generale della Città Metropolitana), in attesa che la Giunta, presieduta dallo stesso Sindaco Virginia Raggi, deliberi in merito.
A fine ottobre scorso i docenti delle Scuole chiesero persino alla Guadagno di poter svolgere gratuitamente le lezioni, per un periodo, pur di garantire continuità agli allievi. Non ottennero alcuna risposta e al momento, in assenza di una regolarità contrattuale, non possono neppure mettere piede negli istituti. E gli studenti, completamente abbandonati, hanno già cominciato a rivolgersi al Codacons per citare in giudizio Roma Capitale per la perdita dell’anno formativo.
«Gli organi competenti avrebbero dovuto risolvere i problemi molto prima», ha sottolineato Fabio Moscovini della Funzione Pubblica CGIL Roma e Lazio. «Siamo di fronte ad una situazione che rischia di decretare la morte di una struttura ultracentenaria».