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Cronaca

Roma, il Riesame boccia la scarcerazione del clan Spada: “Pericolo per l’ordine pubblico”

(Fonte: www.repubblica.it)

(di Federica Angeli e Giuseppe Scarpa) – Restano tutti in carcere i 32 componenti del clan Spada arrestati per associazione a delinquere di stampo mafioso lo scorso 25 gennaio. E nelle motivazioni del Riesame, depositate qualche giorno fa, i giudici spiegano perché: "La pericolosità del clan sul versante dell’ordine pubblico, destato da una storia di contrapposizioni, anche sanguinose, per la contesa della territorialità, tra cui il duplice omicidio di Galleoni e Antonini, ma anche attraverso la diffusa ingerenza nelle attività produttive del territorio e nella gestione degli immobili popolari" non lascia margini per poter scarcerare nessuno.

Da Carmine, il boss, al fratello Roberto, dai nipoti Ottavio ed Enrico ai fedelissimi, come Alessandro Rossi e Claudio Fiore, da Armando al figlio Juan Carlos "l''addebito di associazione a delinquere ha trovato conferma nella presente ordinanza". Talmente granitico l'impianto accusatorio dei pm Ilaria Calò e Mario Palazzi, talmente circostanziati i fatti e le responsabilità che ogni istanza di scarcerazione presentata dai difensori dei 32 indagati è stata rigettata.

Così Spada e soci, arrestati all'alba dello scorso 25 gennaio con una maxi operazione congiunta di squadra mobile e carabinieri, non potranno uscire di prigione. Molti di loro sono al 41bis, il regime carceraio riservato ai mafiosi. Durissimo il giudizio dei magistrati del Riesame.

"Basta considerare l’egemonia che il sodalizio spadiano ha consolidato sul territorio, basta tenere in conto la copiosità di elementi che documentano l’inesauribile attività criminale e imprenditoriale di quel sodalizio per escludere che sia superata la presunzione relativa ai soggetti ritenuti gravemente indiziati del fatto associativo". Non solo per i vertici del clan, ma anche per i sodali. "Claudio Fiore – scrivono i giudici – il rapporto costituito consapevolmente con i vertici dell’associazione di tipo mafioso, la sua incondizionata messa a disposizione verso il clan, l’allineamento dei suoi interessi con i fini illeciti del sodalizio con speculare lesione dell’ordine pubblico e dell’ordine economico portano a ritenere come l’indagato se libero possa continuare a offrire il suo contributo alla vita dell’associazione" .

La gravità degli addebiti, "le modalità esecutive del sodalizio capeggiato da Carmine Spada, pradroneggiante sul territorio, inducono a escludere il superamento delle presuzioni legislative di sussietnza dei pericula libertatis e di esclusiva adeguatezza della misura carceraria". Solo il carcere può rendere sicuro l'ordine pubblico di una cittadina, Ostia, per troppi anni martoriata dai clan.

Il processo nei loro confronti inizierà nell'aula bunker di Rebibbia il prossimo 6 giugno.