(Fonte: www.repubblica.it)
(di Alessandra Paolini) – E alla fine,
Dopo due ore di attesa, due anni di preparazione e tante polemiche dei mesi scorsi, ieri sera è andato in scena il Divo Nerone – opera Rock, il kolossal firmato da Franco Migliacci, con scenografie e costumi di tre premi Oscar come Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo e Gabriella Pescucci, la partecipazione di Luis Bacalov e la regia di Gino Landi, fino al 10 settembre nella Vigna Barberini in cima al Palatino, tutti giorni in inglese e il sabato in italiano.
Ma anche il debutto ieri sera è statop infuocato: migliaia di persone in fila lungo la stretta via Sacra, tra controlli, qualche "un momento ci stiamo organizzando", cancelli chiusi all'improvviso quando già il sipario era in ritardo di oltre un'ora. Alla fine serviranno oltre due ore per far entrare le 3 mila persone attese in platea, tutte a inviti, tra i quali anche Luca Barbareschi, Monica Guerritore, Roberto Zaccaria, Renato Balestra, Cesara Buonamici, Roberto D'Agostino, Francesco Rutelli, Gianni Letta, l'assessore di Roma Capitale Adriano Meloni.
Tremila gli spettatori sulle poltroncine vista Colosseo, per lo show dove musica, ballerini, acrobati e scenografie in continua evoluzione, raccontano la storia del più controverso degli imperatori: in quei 14 anni che sconvolsero Roma: dal '54 al '68 dopo Cristo, anno in cui Nerone a soli 30 anni si tolse la vita. In una Città Eterna divorata dal fuoco e dagli intrighi di palazzo.
"Nerone è un personaggio sorprendente, molto diverso da quello che ci è stato raccontato nei libri, da Tacito o Svetonio" dice Ernesto Migliacci, che cura la produzione artistica. "Il nostro è un Nerone 2.0, quello scoperto nella seconda metà del Novecento da diversi storici".
Oggi, il debutto per questo spettacolo che ha “ingaggiato” una carrellata di premi Oscar: Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo per le scenografie, Gabriella Pescucci per i costumi. E poi, partecipazione straordinaria del maestro Luis Bacalov che per Nerone ha scritto il brano: “Da Grande sarò immenso”.
In scena nella Vigna Barberini fino al 10 settembre, con l’inverno lo spettacolo si trasferirà al chiuso di un teatro. Forse il Brancaccio forse l’Auditorium della Conciliazione. Chissà.
La certezza è che la prima avviene in un momento complicato per la sicurezza, specie dopo l’ultimo attentato di Londra, l’assurda storia del fuggi fuggi incontrollato di piazza San Carlo a Torino e i 1500 feriti. "Siamo in un luogo circondato da mura altissime. Non si arriva se non attraverso un varco con tornelli e metal detector" dice Jacopo Capanna che insieme a Cristian Casella è produttore dello spettacolo. "Siamo molto più tranquilli qui che al Circo Massimo o in qualunque altro luogo per concerti all’aperto". Qualcuno però, sostiene che in un posto così arroccato, le vie di fuga sono meno agevoli.