(Fonte: www.repubblica.it)
(di Cecilia Gentile)"Non sono passati i cittadini, sono passati gli Unni", dicono i guardaparco che stanno ripulendo il parco degli Acquedotti ricoperto di rifiuti dopo i pic nic di Pasquetta. Come da tradizione, le grandi aree verdi della capitale hanno fatto da scenario al pranzo sull'erba, ma in pochi si sono poi presi la briga di conferire gli scarti e le buste correttamente nei cestini e nei cassonetti. E' stato invece un rapporto usa e getta, che ha svilito i parchi e li ha ridotti a discariche. A Villa De Sanctis, quartiere Prenestino-Labicano, hanno anche preso l'occasione per liberarsi degli oggetti ingombranti. Ecco il tavolino ricoperto di tela cerata che i proprietari hanno lasciato nel bel mezzo di un prato. Ecco, addirittura una macchinina rossa: il bambino ci ha fatto il suo ultimo giro, i genitori l'hanno lasciata lì, tanto qualcuno la porterà via. Molto più comodo e veloce di una chiamata all'Ama che ritira gratis gli ingombranti. Rifiuti sparsi anche al parco di Tor Tre Teste. Ma il top della devastazione c'è stata al parco degli Acquedotti, parte integrante del parco dell'Appia Antica. I guardaparco non fanno altro che riempire sacconi neri con il pattume di ogni tipo lasciato dagli sfruttatori del parco. "E dire che abbiamo anche lanciato la campagna "Pic nic sì, rifiuti no", in collaborazione con Ama e i volontari del parco", si sfoga la direttrice Alma Rossi. In vista dell'assalto al parco, l'Ama ha raddoppiato i siti di raccolta, mentre ai vari ingressi i volontari distribuivano sacchetti e la mappa con la dislocazione dei cassonetti. "Senza contare – continua la direttrice – che i vigili urbani sono stati inesistenti. Auto parcheggiate dappertutto, lungo via dell'Almone e l'Appia Antica, in barba all'isola pedonale". In Caffarella, invece, i romani si sono comportati benissimo. "Spqr, sono puliti questi romani", posta su Facebook Nicola Bruni. " E' da notare che nel parco, peraltro ben curato dal personale addetto e dai volontari del Comitato per la Caffarella, non ci sono secchi né cestini per le immondizie, ma cartelli che invitano i visitatori a tenere con sé e a portare fuori i propri rifiuti – continua Bruni – Non è la prima volta che un "prodigio di civiltà" come questo accade, anzi è ormai un'abitudine consolidata dei "caffarelliani", che amano il loro parco e sono interessati a mantenerlo pulito".