(Fonte: www.repubblica.it)
(di Paolo Boccacci) – La città dei palazzi vuoti, inutilizzati, spesso vere e proprie ferite aperte, progetti incompiuti, bloccati da inefficienza, burocrazia e tanto altro ancora. E l’emblema si vede appena si arriva all’Eur dalla Colombo e dall’aeroporto. Lo scandalo è quello delle Torri progettate dall’architetto Ligini negli anni Sessanta, ex sede del Ministero delle Finanze. Dovevano diventare dopo anni di abbandono, la sede di Tim, ma la società si è ritirata e di nuovo lo scenario somiglia a quello dei palazzi sventrati di Beirut dopo la guerra. E adesso, persi centottanta milioni di euro di investimenti di Tim, migliaia di posti di lavoro nel cantiere e milioni di euro di indotto per l’economia di tutta la zona, bisogna ricostruire sulle macerie di quel progetto che vedeva Tim alleata al 50% con Cassa depositi e prestiti, franato dopo lo stop a costruire imposto dal Campidoglio per un’inchiesta della magistratura sul mancato pagamento di 24 milioni di oneri spariti dalla concessione.
Ancora, sempre sulla Colombo, il gigantesco edificio di acciaio e cristallo azzurro costruito con un grande albergo da una squadra di re del mattone con la Confcommercio, che ha messo a disposizione parte dei terreni, secondo una convenzione con il Campidoglio. Fu firmata nel 2004 ed è scaduta di nuovo il 25 settembre scorso dopo una proroga, ma da più di dieci anni gli imprenditori non hanno mai pagato al Comune gli originari 21 milioni di oneri concessori previsti in opere, diventati con la rivalutazione più di trenta. Vuoto, a parte poche stanze di uffici, da più di dieci anni. Anche se ora, con una vendita e una nuova convenzione, il Campidoglio potrebbe rientrare dei soldi che gli erano dovuti e dare l’agibilità al palazzo.
Avanti con le ex caserme di via Reni, proprio di fronte al bianco profilo del Maxxi disegnato dall’archistar Zaha Hadid. Qui, per fortuna, dopo anni di abbandono, aspettando gli ultimi atti del Comune per la costruzione al loro posto nel nuovo quartiere Flaminio, è nato il “Guido Reni District”, con mostre d’arte, discoteche, ristoranti, performance. Per fortuna. Come è successo, sempre per opera della Cassa Depositi e Prestiti proprietaria, all’ex Dogana di San Lorenzo.
E la vecchia Fiera di Roma, ancora una volta sulla Colombo, il quadrante più colpito? Un caso clamoroso. La nuova Fiera di Roma non può ancora nemmeno mettere in vendita gli ettari dei vecchi capannoni, perché dal Campidoglio ancora non è stata inviata alla Regione, per il vaglio obbligatorio dopo un cambiamento di destinazione d’uso, la delibera firmata all’inizio di agosto dello scorso anno dall’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, che per di più aveva tagliato i metri cubi edificabili e dunque il valore dell’area. E intanto, in attesa che il ministro Calenda sblocchi la pratica al tavolo con il Campidoglio, ettari e ettari di costruzioni sono fortini abbandonati non lontano dalle Mura Aureliane. E che dire dell’ex stabilimento chimico Leo, ridotto a orrendo scheletro sulla Tiburtina?