(Fonte: Corriere della Sera) – Immobili, veicoli, disponibilità finanziarie e numerose società, per un valore complessivo di circa 9,5 milioni di euro sono stati confiscati dalla Finanza di Roma, all’imprenditore Francesco Varsi, classe 1947 (l’operazione è denominata «Boccone amaro»).
Vasto e articolato sistema societario
Varsi, secondo la procura e la Dda antimafia il dominus di un articolato sistema societario attraverso cui aveva «schermato», nel tempo, un ingente patrimonio, assolutamente sproporzionato rispetto al suo modestissimo profilo reddituale. Al protagonista della vicenda erano stati contestati numerosi e sistematici fatti di evasione fiscale, dai quali traeva sostentamento, commessi servendosi di svariati compendi aziendali, tutti a lui riconducibili, fino a costruire il reticolo societario oggi confiscato: un imprenditore «specializzato» nella perpetrazione «seriale» di reati tributari.
Attività criminali cominciate nel lontano 1966
Varsi è gravato da molteplici precedenti penali e di polizia, risalenti al lontano 1966, per vari reati, tra cui oltraggio e resistenza a un pubblico ufficiale, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, minaccia, emissione di assegni a vuoto, lesioni personali, furto e rapina. Dalle indagini è emersa anche la gestione di compagini societarie formalmente intestate, oltre che ai familiari, alla Varsi Group S.r.l., a sua volta titolare dei pacchetti societari di altre società, allo scopo di occultare i proventi milionari derivanti dall’evasione.
Confisca e ulteriore sequestro
La macroscopica sproporzione tra i redditi dichiarati e l’effettiva consistenza patrimoniale, acclarata mediante mirati accertamenti patrimoniali, ha consentito di richiedere e ottenere l’applicazione della confisca dei beni già sequestrati nell’aprile 2017, nonché di un ulteriore provvedimento di sequestro, eseguito lo scorso mese di maggio, riferito a crediti per oltre 2 milioni di euro vantati da Varsi e dalla moglie, Sandra Liliana Montoya, nei confronti delle imprese riconducibili all’imprenditore.
Molti ristoranti noti
I beni confiscati sono: capitale sociale e compendio aziendale di 8 società con sede in Roma, di cui una esercente «attività delle società di partecipazione» e le restanti attive nel settore della «ristorazione con somministrazione». Tra queste ultime spiccano i «Varsi bistrot» di via della Conciliazione, il ristorante «Frankie’s grill» di via Veneto, i ristoranti «La scuderia» e «La piazzetta al Quirinale» (già «Al Presidente»), in prossimità della Fontana di Trevi e il ristorante «Augustea» di viale di Trastevere. Ancora: 19 tra fabbricati e terreni ubicati a Roma e provincia, tra cui una lussuosa villa sita a San Polo dei Cavalieri (RM); 9 tra auto e moto; conti bancari e postali, asicurazioni, e azioni, il tutto per 9 milioni e mezzo di euro.