(Fonte: www.repubblica.it)
(di Cristina Palazzo) – Sono 47 i casi accertati di Chikungunya nel Lazio. Di questi uno in provincia di Latina, 6 di Roma e 40 sono residenti o hanno soggiornato ad Anzio. Ma il rischio che aumentino i contagi "è elevato". A dirlo sono gli esperti del centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc): "Il fatto che il primo contagio potrebbe essere avvenuto a metà luglio o prima, che i casi sono riportati in due aree separate e che diversi asintomatici sono sotto indagine suggerisce che la trasmissione locale è molto efficace". Tanto da allertare gli stati membri dell'Ue a segnalare alle autorità sanitarie italiane, i casi accertati tra quanti "hanno viaggiato in Italia nelle due settimane precedenti ai primi sintomi". Una trasmissione autoctona, ossia originaria del luogo, resa favorevole dal clima: come precisa l'Ecdc, la seconda nel nostro Paese dal 2007, dopo l'epidemia che interessò l'Emilia Romagna.
Nel 2007 nei paesi non tropicali ci sono stati solo altri 3 focolai, l'ultimo in Francia poche settimane fa. Oltre questi negli ultimi anni sono stati registrati dei casi di Chikungunya in Italia: nello specifico il Ministero della Salute in una circolare di luglio 2016, parlava di 19 nel 2015 e 17 nel 2016 ma tutti "importati". Nessun caso autoctono, almeno fino ai primi contagi rilevati ad Anzio nei giorni scorsi.
"C'è un aumento della temperatura che è sotto gli occhi di tutti – spiega il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – una tropicalizzazione del clima, e questo comporta che le zanzare hanno un ciclo di vita molto più lungo e si riproducano di più". Ma bisogna intervenire tempestivamente: "Il problema è la disinfestazione e noi, come ministero della Salute abbiamo invitato gli enti locali a effettuare la disinfestazione dalle zanzare. Bisogna disinfestare con forza e con convinzione ma anche con tempestività. Quest'ultima, laddove si manifesta il primo caso di contagio, fa la differenza ".
Lo stesso appello è stato lanciato dalla Regione Lazio ai comuni dove sono stati registrati i contagi, affinché si intervenga per bonificare le zone a rischio. Anche a Latina dove, nella giornata di ieri, la Asl ha comunicato attraverso il sito online di aver registrato "4 casi, 2 certi e 2 probabili di chikungunya. Solo uno di questi è riferibile ad un paziente di Latina. Il secondo riguarda un malato trasferito da Anzio al Santa Maria Goretti di Latina". La Asl ha poi comunicato che "si sta provvedendo a informare tutti i sindaci per predisporre gli interventi di disinfestazione qualora vengano accertati casi per competenza". Nel capoluogo di provincia già ieri è stata avviata la disinfestazione straordinaria "larvicida e adulticida" che sarà effettuata nell'arco di cinque giorni.
Nessuna indicazione per le donazioni di sangue che, invece, sono ancora bloccate ad Anzio e all'Asl Roma 2. Uno stop che riguarda 1,2 milioni di romani, oltre a quanti hanno soggiornato nei 28 giorni precedenti nelle zone colpite dal provvedimento. Per garantire l'approvvigionamento di sangue nel Lazio ed evitare quella che il Centro nazionale sangue definisce una "maxi-emergenza", sono state avviate diverse raccolte straordinarie nelle regioni italiane. Anche dagli uffici della Pisana, coinvolgendo le sedi Asl non colpite dal provvedimento. La Croce Rossa, invece, ha messo a disposizione il numero 06.5510 per i romani che vogliono informazioni. Nel frattempo sono utili accorgimenti per limitare il contagio: braccia e gambe coperte; usare repellenti e zanzariere ed eliminare residui d'acqua, soprattutto dove ci sono cespugli.