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Regionali, via allo spoglio. Proiezioni: Zingaretti 34%, Lombardi 32%, Parisi 27%

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Via allo spoglio per le elezioni Regionali nel Lazio. In base alle prime proiezioni Rai, che tuttavia contemplano un margine di errore del 4%, Zingaretti è al 34%, Lombardi al 32%, Parisi al 27%. Le proiezioni de La7 invertono sostanzialmente i dati di M5S e centrodestra assegnando il 27,1% a Lombardi e il 30,1% a Parisi. 

NEL LAZIO
Secondo il primo exit poll del Consorzio Opinio Italia per la Rai, invece, Zingaretti (centrosinistra) era avanti con il 30-34%, mentre Stefano Parisi (centrodestra) si attestava al 26-30%%. Roberta Lombardi (M5s) al 25-29% e Sergio Pirozzi (lista civica) al 2-4%.

Mentre nel resto dello Stivale il Pd perde seggi e consensi, la vittoria di Zingaretti sarebbe l'unico successo tanto più che si tratterebbe della prima volta che un governatore uscente viene riconfermato nel Lazio. Da capire se la conquista del bis consentirà a Zingaretti di avere una maggioranza stabile in Consiglio regionale o se lo scrutinio di oggi partorirà un mandato traballante, considerando che la coalizione allestita nel Lazio dal Pd tiene già dentro, a differenza di quella nazionale, la sinistra di Liberi e Uguali (è rimasta fuori invece la lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, che ha appoggiato la corsa dell'ex veltroniano Jean-Léonard Touadi).

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RISCHIO «LAME DUCK»
Sull'aula della Pisana per ora continua ad aleggiare lo spettro della lame duck, come dicono negli Usa, l'anatra zoppa, cioè un presidente eletto ma senza maggioranza tra i consiglieri regionali. Nel Lazio si vota con un sistema elettorale misto: l'80% dei seggi (40), è assegnato con il proporzionale, mentre i 10 scranni che restano vanno alla coalizione che esprime il governatore. Ma questo premietto di maggioranza non basta a controllare il Consiglio, se le liste del candidato vincente non riescono a superare il 36% dei voti. Per dare stabilità al governo regionale, i dem potrebbero essere costretti a siglare un patto con il civico Pirozzi, ammesso che entri in Consiglio, il quale però durante la campagna elettorale è sembrato più vicino alla grillina Lombardi.

Dall'altro lato della contesa, Parisi ha ancora un margine (stretto, va detto) per sperare nel ribaltone. «Dai primi exit poll è un testa a testa tra me e Zingaretti e questo è già un risultato straordinario, la campagna elettorale è iniziata solo trenta giorni fa e ci davano fuori partita», ha detto ieri notte nel suo comitato elettorale. Anche in caso di sconfitta di misura, l'ex city manager che due anni fa sfiorò l'elezione a sindaco di Milano col centrodestra contro Beppe Sala, potrebbe comunque dirsi soddisfatto, considerato che fino ai primi di febbraio la sua coalizione era indietro di venti punti e così come sotto il Duomo, potrebbe intestarsi una «rimonta» difficile, anche se sfortunata al traguardo.

Sul fronte pentastellato, Lombardi aveva puntato tutte le fiche sulla partita regionale, dopo il mandato in Parlamento nella legislatura appena conclusa. Per l'ex capogruppo alla Camera del M5S, se i numeri degli exit poll venissero confermati, sarebbe fondamentale acciuffare almeno la seconda piazza della competizione, per mettere un freno ai mal di pancia interni al Movimento laziale, che negli ultimi mesi non sono mancati, a cominciare dai dissidi sui vaccini con la senatrice Elena Fattori. Per Lombardi, in ogni caso, questa sarà l'ultima corsa: «È il mio ultimo mandato in politica – ha detto al Messaggero dieci giorni fa – dopo questa esperienza tornerò al mio lavoro».