Categorie
Cronaca

Multiservizi, Cgil contro il Campidoglio: “Chiederemo i danni per violazione di accordo”

(Fonte: www.romatoday.it)

(di Ylenia Sina) Una denuncia presso il Tribunale civile di Roma per violazone di accordo. Un ricorso alla Corte dei conti per una verifica sulla gestione delle risorse pubbliche. Quattro vertenze sindacali avanzate da lavoratori licenziati per il mancato rispetto della legge Madia. E un'allerta per l'opinione pubblica: "Sull'affidamento di servizi essenziali per la città non c'è trasparenza nè legalità". Sulla vertenza di Roma Multiservizi, la Cgil di Roma e Lazio è pronta a dichiarare guerra al Campidoglio. Dopo oltre sei mesi di trattative e proteste, incontri e promesse, la procedura di mobilità aperta per 30 dipendenti si è chiusa con 18 lettere di licenziamento, 14 delle quali si sono trasformate in accordi di conciliazione con trasferimento dagli uffici al 'territorio' a parità di stipendio. Il sindacato ha illustrato la sua posizione questa mattina, nel corso di una conferenza stampa presso la sede di via Buonarroti 51 a cui era presente il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Michele Azzola, e la segretaria generale della Filcams Cgil Roma e Lazio, Alessandra Pelliccia. Nei prossimi giorni l'organizzazione sindacale presenterà una denuncia al Tribunale civile di Roma: "Il mancato rispetto dell'accordo sindacale del settembre del 2017, nel quale si escludevano licenziamenti, ha prodotto un danno di immagine per la nostra organizzazione sindacale" ha spiegato Michele Azzola. "Non solo. Non rispettando l'accordo, è come se l'amministrazione avesse dimostrato che quel documento non valeva nulla. È chiaro che là dove i nostri iscritti decidessero di non rinnovare l'adesione al sindacato, per noi il danno sarebbe anche economico". 
Le azioni non finiscono qui. Il sindacato è intenzionato ad arrivare fino alla Corte dei conti per una verifica sulla gestione delle risorse pubbliche. Roma Multiservizi è infatti una società controllata al 51% da Ama, municipalizzata comunale, e al 49% dal gruppo privato Manutencoop. "Roma Multiservizi, nonostante la situazione di crisi denunciata dai veritici, nell'ultimo consiglio di amministrazione ha elargito premi e bonus ai dirigenti". Non solo. "Con l'operazione dei 18 licenziamenti sono stati spesi più soldi di quelli che ci si era posti l'obiettivo di risparmiare". Il riferimento è all'esito della procedura di licenziamento aperta circa sei mesi fa per 30 lavoratori dichiarati in esubero. Dopo il mancato accordo, "nonostante l'impegno assunto dal Campidoglio", sono arrivate 18 lettere di licenziamento. "Ai lavoratori è stato offerto un accordo di conciliazione, firmato presso l'università di Cassino, che prevede un cambio di mansione a parità di stipendio e l'elargizione di 20 mila euro in denaro". Solo 4 lavoratori hanno deciso di non accettare e di sostenere una causa. 
Per il sindacato i licenziamenti hanno rappresentato "un vero e proprio ricatto dell'azionista privato verso l'amministrazione pubblica che sta mettendo a gara il servizio". Il Comune "si era impegnato con i sindacati a esercitare una moral suasion su Ama per bloccare i licenziamenti" ma ciò non è avvenuto. "Quando il socio privato tiene sotto ricatto un'intera amministrazione per noi si sta consumando l'ennesima nefandezza ai danni della cittadinanza". Prima "la promessa di internalizzazione", poi "l'accordo con i sindacati per la riorganizzazione delle partecipate senza esuberi, completamente disatteso". Ora "si è ripreso con il limbo degli affidamenti diretti, proprio quelle condizioni che consentono la corruzione e la gestione impropria delle risorse pubbliche".
Alessandra Pelliccia punta il dito contro il Campidoglio: "Roma Capitale ha la doppia funzione di controllore del maggior azionista dell'azienda e di committente della società". Per questo "verrà chiamata in causa non solo rispetto ai 30 licenziamenti ma anche del mancato rispetto delle procedure della legge Madia, che nel caso di esubero del personale delle partecipate prevedono il ricollocamento in altre aziende pubbliche, e degli accordi di conciliazione stipulati con i lavoratori" continua. La preoccupazione è per i lavoratori "che attendono di capire quale sarà il loro destino. La gara a doppio oggetto è stata bocciata dal Tar, ora cosa accadrà? Il Comune deve rispondere sia ai lavoratori sia alla cittadinanza". Per i lavoratori "sono finiti sei mesi di angoscia". C'è chi non ha accettato "per una questione di dignità". C'è chi ha accettato "perché non aveva alternative e nessun'altro reddito a cui appoggiarsi". Racconta una lavoratrice che sta per intraprendere la causa contro il licenziamento: "Hanno spostato gli amministrativi, con stipendi decenti e contratti da otto ore, sul territorio dove sono impiegati lavoratori che hanno contratti di 3 ore giornaliere e che fino ad oggi erano riusciti ad arrotondare arrivando a 5 ore totali con le due ore supplementari. L'azienda sa bene che con questa operazione andrà a ledere le condizioni di questi lavoratori, sempre che non si arriverà a degli esuberi". Lunedì, invece, per un'altra lavoratrice, "dopo 31 anni da impiegata, cambierà tutto. Dovrò imparare un nuovo lavoro e spero di avere l'intelligenza di imparare. Quel che è certo è che sono finiti sei mesi di angoscia. Ho accettato controvoglia, ma non avevo alternative".