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Montuori: “Per lo Stadio della Roma c’è bisogno di una nuova delibera”

"Questa amministrazione intende promuovere una delibera di Giunta che riconsideri il pubblico interesse individuando i principi per la realizzazione di un nuovo progetto. Un progetto che permetta una revisione della precedente delibera a partire da una riparametrazione e riformulazione delle opere che determinano l'interesse pubblico dell'intervento". Così ha esordito l'assessore all'Urbanistica di Roma Capitale, Luca Montuori, nella sua relazione di apertura dei lavori della seduta straordinaria dell'Assemblea capitolina sullo stadio della Roma a Tor di Valle, per poi continuare: "E quali sono i principi di cui intendiamo tenere conto? Ovviamente l'accessibilità dell'area prevalentemente con mezzi pubblici su ferro, con il mantenimento del ponte ciclopedonale che collegherà lo stadio con la stazione di Magliana. Molti sostengono che nessuno andrà allo stadio a piedi, ma oggi chi va all'Olimpico parcheggia a 2-3 chilometri di distanza e poi va a piedi, mentre Magliana dista solo 800 metri dai nuovi ingressi dello stadio ed è quindi un nodo fondamentale da considerare. Sarà garantito il miglioramento del servizio con un minimo di 16 treni all'ora sulla Roma-Lido, ma non solo sul tratto che porta da Porta San Paolo a Tor di Valle, perché non abbiamo a cuore solo chi va allo stadio, bensì su tutta la tratta fino a Ostia. Un intervento che terrà conto, come richiesto dalla Regione in conferenza dei servizi, di investimenti già stanziati per l'ammodernamento della linea e che si concretizza quindi nell'integrazione e nella dotazione di materiale rotabile sulla linea, questo è l'impegno che deve prendere il Comune di Roma senza sfuggire a una collaborazione necessaria su una infrastruttura che serve ai cittadini, perché se si fa si è miopi. Vogliamo lavorare sul miglioramento dell'accessibilità carrabile, infatti la sostanziale diminuzione dell'impatto delle cubature del business park prevista dagli accordi che si sono già cominciati a prendere permetterà una importante revisione delle opere stradali. Prima erano necessari ponti e svincoli stretti nei pochi spazi liberi, oggi si può procedere a una semplificazione di tutto questo sistema senza togliere qualità. Ma soprattutto per noi è necessario che la via Ostiense venga messa in sicurezza e venga riampliata non solo nel pezzo che va dal Gra allo stadio, perché questo non configura secondo noi un interesse per tutta la città, ma solo per chi va allo stadio. Non è che il mercoledì mattina i cittadini possono farsi un paio di chilometri in quarta per poi rimbottigliarsi lungo l'Ostiense. Noi vogliamo che lungo tutto il tratto che va dal Raccordo a viale Marconi questo intervento possa permetterci di favorire una migliore viabilità. Un allungamento del percorso che ci permetterà anche di arrivare fino al ponte dei Congressi, un intervento di cui fino a oggi non si è parlato perché si è pensato sempre e soltanto all'ansa in cui sta lo stadio, che è un piccolo pezzo di un sistema urbano in cui si muovono milioni di persone che arrivano da lontano: il ponte dei Congressi è un progetto finanziato dallo Stato ed è un intervento che serve a tutta la città, raccoglie i traffici di tutta la parte dei Colli Portuensi e li porta dentro Roma, quelli della Roma-Fiumicino da Civitavecchia e li porta dentro un sistema urbano, non allo stadio. Un altro obiettivo importante è il superamento del rischio idrogeologico. Come è noto molte delle condizioni che esistevano al momento in cui è stato depositato il precedente progetto sono cambiate, i rischi idrogeologici sono stati rivalutati non dal Comune di Roma ma dalle autorità che ne hanno la assoluta competenza. Sono stati rivisti i rischi ambientali: il nuovo progetto dovrà tener conto dei rischi che l'edificazione in quell'area comporta. Quindi non solo l'innalzamento dei fattori di rischio del fosso di Vallerano che rende a oggi l'area inedificabile a meno di importanti interventi di mitigazione ambientale. Ma i pareri che sono stati emessi riguardano anche moltissime prescrizioni che sono legate a mantenere l'equilibrio del sistema Tevere con la tutela delle rive, il mantenimento degli ecosistemi, l'inserimento di un insieme di piantumazioni che ricostruiscano l'ecosistema Tevere. Sono tutte prescrizioni che grazie alla diminuzione delle cubature potranno essere garantite all'interno di un parco fluviale più grande e che nessuno si è mai sognato di eliminare come altri sono stati capaci di dire in trasmissioni televisive".