(Fonte: Corriere della Sera, di Alessandra Muglia) – Ragazzini stranieri non accompagnati, di 12 anni o poco più, continuano ad essere respinti illegalmente verso l’Italia dalla polizia francese dopo la frontiera di Ventimiglia. Sono per lo più ragazzini africani sopravvissuti a viaggi drammatici, spesso riusciti a evitare i controlli camminando lungo sentieri pericolosi come il «passo della morte» che unisce Ventimiglia e Mentone, la località transalpina diventata il simbolo dei maltrattamenti degli agenti francesi.
La legge prevede che i minori non accompagnati vengano affidati ai servizi sociali e abbiano il diritto di chiedere asilo in un Paese europeo per ricongiungersi a familiari o amici. Ma nessuna indagine in tal senso viene per lo più fatta, e ai ragazzini sono soltanto chieste le generalità per compilare il cosiddetto «refus d’entrèe».
Le testimonianze
Sheref, 16 anni, arriva dal Ciad ed è sbarcato a Lampedusa lo scorso agosto: «Ho provato 10 volte ad attraversare la frontiera, 8 a piedi e due in treno, mi hanno fermato, ammanettato, più volte picchiato e rispedito a piedi in Italia senza chiedermi se avessi familiari o amici in Francia».
Un suo coetaneo, E., originario dell’Eritrea, racconta: «Ho provato già dieci volte ad attraversare la frontiera. Una volta a piedi, da solo, ma mi sono perso. Le altre nove volte in treno. La polizia francese sale sul treno, ti afferra, ti fa scendere e ti rispedisce indietro».
T., 15 anni, fuggito dalla guerra in Darfur: «Ho provato a passare. Eravamo in due, ci hanno fatto scendere dal treno strattonandoci e urlando, poi ci hanno spinti in un furgone nel parcheggio della stazione, ci hanno dato un foglio (il cosiddetto «refus d’entrèe», ndr) e ci hanno rimessi su un treno che tornava in Italia, senza spiegarci nulla».
Maltrattamenti e abusi
Quella di T., Sheref ed E. sono alcune delle testimonianze raccolte in «Se questa è Europa», un rapporto che documenta gli abusi e i respingimenti illegali in Italia compiuti dalla polizia francese. Lo hanno redatto Oxfam, Diaconia Valdese e Asgi, ong impegnate nella città ligure a soccorrere i migranti respinti e lì bloccati in condizioni di estrema vulnerabilità: 1 su 4 è un minore che cerca di ricongiungersi con familiari o conoscenti in Francia, Inghilterra, Svezia o Germania, a cui troppo spesso viene negata protezione e il diritto di chiedere asilo previsto dalle norme europee.
Il rapporto denuncia la brutalità della polizia francese verso i minori migranti che prima di essere respinti sono spesso vittime di altri abusi: registrati a volte come maggiorenni, le loro dichiarazioni sulla loro volontà di tornare indietro falsificate, detenuti senza acqua, cibo o coperte e senza la possibilità di poter parlare con un tutore legale.
I ragazzi raccontano anche di essere stati vittime di riprovevoli abusi verbali o fisici: il taglio delle suole delle scarpe, il furto di Sim telefoniche. In molti vengono costretti a tornare fino a Ventimiglia a piedi, lungo una strada priva di marciapiede, con qualunque condizione atmosferica: una giovanissima donna eritrea è stata costretta a farlo sotto il sole cocente, portando in braccio il suo bambino nato da soli 40 giorni.
L’appello nel giorno dell’incontro tra Conte e Macron
«La situazione a Ventimiglia è lo specchio di un’Europa che sta tradendo i propri valori fondanti di solidarietà, non rispettando le norme nazionali ed europee alla base dell’idea stessa di Unione – dice Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne dei Programmi in Italia di Oxfam —. Per questo chiediamo al Governo francese di intervenire, per far cessare immediatamente gli abusi e i respingimenti illegali dei minori da parte della propria polizia di frontiera e al Governo italiano di attivarsi in ogni modo perché ciò avvenga».
L’appello arriva con un tempismo perfetto nel giorno in cui il premier Conte sarà ricevuto, nel suo primo viaggio in Europa, da Macron. E i due leader non potranno ignorarlo.