8 GIUGNO 1999 Muore a Roma 74anne il conduttore televisivo Corrado Mantoni.
Fu lui il primo annunciatore radiofonico italiano a diffondere notizie storiche come quelle della fine della seconda guerra mondiale, della nascita della Repubblica Italiana e della morte di Trilussa. Collaboratore dei Cinegiornali dell'epoca.
Parallelamente alla carriera radiofonica, muoveva i primi passi come attore e doppiatore, seguendo le orme del fratello Riccardo. Come nome d'arte scelse "Corrado", suggeritogli da Carlo Romano, anch'egli attore e doppiatore , negli anni in cui vi erano conduttori come Silvio Gigli, e dopo poco tempo era già popolarissimo, grazie alla sua eleganza ed ironia. Da questa sua scelta di utilizzare il solo nome (senza cognome) derivò il soprannome "lo scognomato" datogli da Totò nella scenetta Il premio Nobel.
Negli anni cinquanta, per un decennio, fu l'unico presentatore ufficiale, categoria nata con lui, della radio italiana.
Passò in televisione negli anni sessanta, dopo aver sperimentalmente trasmesso i suoi programmi radiofonici in TV, come fu per il programma Rosso e nero, in cui aveva come valletta Sophia Loren, e ospitò tra gli altri Danny Kaye e Gregory Peck. Diventò il conduttore ufficiale delle più importanti manifestazioni italiane: concerti, premiazioni, Miss Italia. Condusse numerose trasmissioni, di cui alcune entrate di diritto nella storia della televisione.
Per oltre cinquanta anni fu l'archetipo della conduzione radiotelevisiva insieme a Mike Bongiorno, Raimondo Vianello, Enzo Tortora e Pippo Baudo. Presentò Canzonissima 1970 e Canzonissima 1971, lanciando Raffaella Carrà.
Il sodalizio artistico con la popolare show-girl si ricostituì nel 1982 per la terza edizione di Fantastico: la relativa finale, da lui presentata in diretta, è una delle ultime col massimo ascolto raggiunto, e per questa trasmissione ricevette a Chianciano il Premio della Critica radiotelevisiva come miglior presentatore televisivo.
È morto nella clinica Villa Margherita di Roma dove era ricoverato da qualche settimana per un acutizzarsi della sua malattia, all'età di 74 anni, a seguito di una neoplasia polmonare. È sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma.
Nel 2004, la città di Roma gli ha intitolato una via nella zona della Bufalotta dove visse da giovane.