23 giugno 79 Muore TITO FLAVIO VESPASIANO, meglio conosciuto come VESPASIANO
Fondatore della dinastia flavia, fu il quarto a salire al trono nel 69 (l'anno dei quattro imperatori) ponendo fine a un periodo d'instabilità seguito alla morte di Nerone.
Chiese l'esazione delle imposte non pagate sotto Galba, introducendone poi di nuove e ancora più gravose; aumentò i tributi delle province, anche raddoppiandoli in alcuni casi; ebbe nel complesso un occhio attento sulle finanze pubbliche. Sembra infatti che la sua sia stata, in realtà, una illuminata economia, che, nello stato disordinato delle finanze di Roma, era una necessità assoluta a causa dell'immensa povertà in cui versava sia il fiscus sia l'aerarium.
Un celebre aneddoto riferisce che egli mise una tassa sugli orinatoi (gabinetti pubblici, che da allora vengono chiamati anche vespasiani). Rimproverato dal figlio Tito, che riteneva la cosa sconveniente, gli mise sotto il naso il primo danaro ricavato, chiedendogli se l'odore gli dava fastidio («Pecunia non olet» ovvero «il denaro non ha odore», quale che ne sia la provenienza); e dopo che questi gli rispose di no, aggiunse «eppure proviene dall'orina».
Attraverso l'esempio della sua semplicità di vita, mise alla gogna il lusso e la stravaganza dei nobili romani e iniziò sotto molti aspetti un marcato miglioramento del tono generale della società.
Fu capace di scherzare anche nei suoi ultimi momenti di vita, quando esclamò: «Purtroppo temo che mi stia trasformando in un Dio». Ad aggravare la malattia sembra sia stata un'indigestione, per aver bevuto una quantità eccessiva di acqua gelata. Egli continuava, però, a compiere i suoi doveri di imperatore, ricevendo anche le legazioni mentre stava a letto. Sentendosi, infine, morire per un improvviso attacco di diarrea, esclamò: «Un imperatore deve morire in piedi». E mentre tentava di alzarsi, spirò tra le braccia di chi lo stava aiutando, il 23 giugno del 79, all'età di sessantanove anni, un mese e sei giorni.
Morì nella sua villa presso le terme di Cotilia, nell'attuale provincia di Rieti, dove ogni anno era solito trascorrere l'estate. Verrà divinizzato, in seguito, dal figlio Tito.
(* immagine di Egisto Sani)