Caterina Grassi, professoressa responsabile del Centro Antiveleni (CAV) del Policlinico Umberto I di Roma, è intervenuta ai microfoni di Radio Roma Capitale e, intervistata da Paolo Cento, ha fatto chiarezza sul morso del ragno violino, il pericoloso insetto che sta causando molto dibattito.
"Il ragno violino, da sempre presente in Italia, prende il nome dalla peculiare macchia che porta sull'addome. E' un animale prevalentemente notturno, solitario e non aggressivo, cosa che rende il suo morso, dato quando si sente disturbato, raro ed accidentale. Questo provoca nel soggetto punto un dolore urente a pochi minuti di distanza. Nelle successive 12 ore, si può formare una vescica circondata da un alone biancastro. E' anche possibile – continua la responsabile del CAV dell'Umberto I, che nelle successive 24-72 ore la vescica si possa trasformare in un'ulcera necrotica, accompagnata da nausea, viomito, febbre, brividi e mialgie. Per il morso – sottolinea Grassi – non si puo morire che in maniera indiretta: per le complicazioni riportate dall'eventuale infezione della ferita o per reazioni anafilattiche allergiche che non diferiscono da quelle causate dalla vespa o dall'ape specialmente. Infatti, non esistono antidoti o trattamenti tossicologici specifici per il morso del ragno violino. Nei rari casi in cui si verificano lesioni significative bisogna trattarlo con antibiotici e cortisoni o, se più grave, con un intervento chirurgico. Potrebbe anche verificarsi un'insufficienza renale ma, anche questa, è molto rara. Ad ogni modo, in caso di morso, bisogna pulire e disinfettare la ferita e recarsi al pronto soccorso o rivolgersi al CAV. Per quanto riguarda la prevenzione – continua la professoressa – bisogna pulire e disinfettare le case, soprattutto gli angoli bui".
Altro animale molto pericoloso, è la vipera che, sorprendentemente, si trova anche in città ed ha mietuto molte vittime: "Le vipere – dice Caterina Grassi – scendono a valle perchè assetate. Le riconosciamo dalla forma triangolare della testa e dagli occhi verticali. Come per i ragni, in caso di morso bisogna fotografare l'animale in modo da facilitare il riconoscimento dell'animale, operare un bendaggio a monte della lesione per non far circolare il sangue e tranquillizzare il paziente. Si tenga presente – specifica Grassi – che il 50% dei morsi sviluppa avvelenamento ma solo il 20% richiede un trattamento. Il siero antivipera va applicato solo in caso di reale necessità perchè è, a volte, causa di shock anafilattico. Per questa ragione, recarsi immediatamente al pronto soccorso, dove si dovrà restare in osservazione per 12-24h".