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Cronaca

Carla Di Veroli: importante far capire ai ragazzi che la diversità non è un pericolo

Ieri, 16 ottobre, ricordando il 75esimo anno dal rastrellamento del ghetto di Roma, si è parlato di Settimia Spizzichino, unica donna riuscita a tornare nella capitale. A essere intervistata, oggi pomeriggio, ai microfoni di Radio Roma Capitale, è stata la nipote della donna, Carla Di Veroli: "Il motto di mia zia che raccontava spesso era "sono tornata per "tigna". Ha tentato in tutti i modi di rientrare nella società. Si è impegnata nel partito. C'è la voglia di non dimenticare. Ci sono aspetti della sua testimonianza che non tutti conoscono. Ho la copia integra della testimonianza che ha fatto nel 1958. Le cose che le hai detto in questa intervista sono terribili. La sua testimonianza è una delle più importanti perchè racconta quello che è successo alle altre donne. Settimia diceva sempre di pensare con la sua testa e di contestualizzare le cose. Il campo di sterminio si è aperto quando su un parco di Berlino c'era scritto "vietato sedersi agli ebrei". Importante riconoscere i sintomi di una società che si sta ammalando, una società che rifiuta il diverso. Non mi piace fare paragoni fra la Shoa e quello che sta accadendo adesso o che è successo in altre parti del mondo. Importante è far capire ai ragazzi che la diversità non è un pericolo, ma ci aiuta ad aprire la mente, a riconoscerci. Dobbiamo metterci tutti in guardia e contrastare con i mezzi pacifici le forme di discriminazione. Settimia ha salvato mia madre e mia nonna, dicendo che erano ariane. Lei mi ha donato la vita e le sarò  sempre grata".