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Cronaca

Caterina uccisa dal bus turistico, forse colpa del semaforo rotto

(Fonte: Corriere della Sera, di Giulio De Santis) – Nell’istante esatto in cui Caterina Pangrazi, 22 anni, ha attraversato la strada sulle strisce, finendo per venire investita e uccisa da un bus turistico, il semaforo era verde sia per i mezzi che viaggiavano su corso Vittorio Emanuele sia per i passanti che volevano attraversare. A raccontarlo un motociclista, testimone oculare della tragedia avvenuta lo scorso giovedì nel tardo pomeriggio. Il centauro ha riferito di essersi immesso su corso Vittorio da via dei Filippini con il verde e di aver sfiorato di pochi centimetri il pullman che, diretto verso il lungotevere, ha travolto la giovane. Ma, secondo molti testimoni, anche il bus turistico avrebbe attraversato l’incrocio con il verde. Cosi è nato il sospetto di una mancata sincronizzazione dell’impianto. Una gestione andata in tilt, di cui avrebbe fatto le spese Caterina.

Perché la studentessa di Giurisprudenza sarebbe passata sulle strisce al momento giusto. L’ipotesi che il semaforo fosse verde sia su corso Vittorio, sia su via dei Filippini è contenuta nei quesiti ai quali dovrà rispondere l’ingegner Marco Colagrossi, il consulente nominato della procura, chiamato a ricostruire la dinamica dell’incidente mortale. Il pm Gennaro Varrone, dopo la dichiarazione del centauro, ha chiesto al professionista di chiarire se le segnaletiche hanno funzionato male in quel preciso momento. Non è da escludere nemmeno il guasto.

In ogni modo, anche in caso di rottura dell’impianto o di una programmazione sbagliata della coordinazione del semaforo, le responsabilità dell’autista resterebbero immutate. L’indagato, secondo la procura, aveva l’obbligo di guidare piano perché guidava all’imbrunire e in un tratto di strada molto trafficato, soprattutto dai pedoni. Andare lento gli avrebbe permesso di prevenire l’incidente. Tuttavia la deposizione del motociclista potrebbe aprire la strada anche a un altro scenario. Il pulmino guidato da Francesco Paccone, 63 anni, impiegato della «Società italiana Roma bus» potrebbe essere passato con il rosso, travolgendo Caterina. Oppure – ed è la terza possibilità – sarebbe la moto ad aver violato l’indicazione del semaforo, passando con il giallo trasformatosi poi in rosso. In questo caso, però, il motociclista non rischierebbe di essere coinvolto nell’inchiesta non avendo avuto alcun ruolo nell’incidente. Il testimone si troverebbe soltanto a pagare una multa.

Le operazioni peritali avranno inizio il prossimo 1° agosto alle 10.30 al deposito comunale, dove l’ingegnere comincerà a esaminare il mezzo condotto dall’indagato. Bisogna infatti ricordare che il pullmino è stato posto sotto sequestro subito dopo l’investimento. Pure il cellulare di Caterina – i cui genitori sono assistiti dall’avvocato Pierfrancesco Bruno – è stato sequestrato per accertare se la giovane si è distratta mentre attraversava la strada. Elemento che diminuirebbe le colpe dell’indagato, ma non le escluderebbe del tutto. La relazione finale, secondo le previsioni, dovrebbe essere depositata il 1° ottobre. Termine che potrebbe slittare in caso di proroga.

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Cronaca

Roma, confiscati beni a imprenditore Varsi per 9,5 milioni tra cui famosi ristoranti: era «nullatenente»

(Fonte: Corriere della Sera) – Immobili, veicoli, disponibilità finanziarie e numerose società, per un valore complessivo di circa 9,5 milioni di euro sono stati confiscati dalla Finanza di Roma, all’imprenditore Francesco Varsi, classe 1947 (l’operazione è denominata «Boccone amaro»).

Vasto e articolato sistema societario

Varsi, secondo la procura e la Dda antimafia il dominus di un articolato sistema societario attraverso cui aveva «schermato», nel tempo, un ingente patrimonio, assolutamente sproporzionato rispetto al suo modestissimo profilo reddituale. Al protagonista della vicenda erano stati contestati numerosi e sistematici fatti di evasione fiscale, dai quali traeva sostentamento, commessi servendosi di svariati compendi aziendali, tutti a lui riconducibili, fino a costruire il reticolo societario oggi confiscato: un imprenditore «specializzato» nella perpetrazione «seriale» di reati tributari.

Attività criminali cominciate nel lontano 1966

Varsi è gravato da molteplici precedenti penali e di polizia, risalenti al lontano 1966, per vari reati, tra cui oltraggio e resistenza a un pubblico ufficiale, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, minaccia, emissione di assegni a vuoto, lesioni personali, furto e rapina. Dalle indagini è emersa anche la gestione di compagini societarie formalmente intestate, oltre che ai familiari, alla Varsi Group S.r.l., a sua volta titolare dei pacchetti societari di altre società, allo scopo di occultare i proventi milionari derivanti dall’evasione.

Confisca e ulteriore sequestro

La macroscopica sproporzione tra i redditi dichiarati e l’effettiva consistenza patrimoniale, acclarata mediante mirati accertamenti patrimoniali, ha consentito di richiedere e ottenere l’applicazione della confisca dei beni già sequestrati nell’aprile 2017, nonché di un ulteriore provvedimento di sequestro, eseguito lo scorso mese di maggio, riferito a crediti per oltre 2 milioni di euro vantati da Varsi e dalla moglie, Sandra Liliana Montoya, nei confronti delle imprese riconducibili all’imprenditore.

Molti ristoranti noti

I beni confiscati sono: capitale sociale e compendio aziendale di 8 società con sede in Roma, di cui una esercente «attività delle società di partecipazione» e le restanti attive nel settore della «ristorazione con somministrazione». Tra queste ultime spiccano i «Varsi bistrot» di via della Conciliazione, il ristorante «Frankie’s grill» di via Veneto, i ristoranti «La scuderia» e «La piazzetta al Quirinale» (già «Al Presidente»), in prossimità della Fontana di Trevi e il ristorante «Augustea» di viale di Trastevere. Ancora: 19 tra fabbricati e terreni ubicati a Roma e provincia, tra cui una lussuosa villa sita a San Polo dei Cavalieri (RM); 9 tra auto e moto; conti bancari e postali, asicurazioni, e azioni, il tutto per 9 milioni e mezzo di euro.

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Politica

Roxy bar, Regione Lazio si costituisce parte civile nel processo penale

Oggi la Regione Lazio si è costituita parte civile nel processo penale a carico dei 4 imputati coinvolti nell'aggressione al Roxy Bar ai danni dei due proprietari del locale e di una donna invalida. La Regione Lazio è parte civile sia nel processo celebrato oggi con rito abbreviato nei confronti dei tre esponenti della famiglia Di Silvio, sia nel processo a carico dell'unico imputato che ha scelto il rito ordinario, Antonio Casamonica. Per la costituzione di parte civile nei confronti dei tre esponenti della famiglia Di Silvio i termini per la costituzione di parte civile sono scaduti in data odierna. Lo comunica in una nota la Regione Lazio. 

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Cronaca

Fecondazione eterologa, anche nel Lazio

(Fonte: www.ansa.it)
La fecondazione eterologa offerta dal servizio pubblico arriva nella Regione Lazio, nella Capitale, nelle sedi del S.Anna e del San Filippo Neri che fanno capo alla Asl Roma 1. La novità è stata presentata questa mattina al S.Anna dal governatore Nicola Zingaretti, con l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato e il dg dell'azienda Angelo Tanese. Il servizio offerto dalla Asl Roma 1 a partire da oggi è il primo simile del centro-sud Italia. Fino a oggi i romani che volevano usufruire del servizio di fecondazione eterologa per avere un figlio erano costretti a pagare un centro privato o andare all'estero. Da oggi sarà possibile farlo prenotando una prima visita ginecologica per infertilità attraverso il Recup regionale. La fecondazione eterologa prevede l'uso di gameti (sia ovociti che spermatozoi, o entrambi) provenienti da donatori esterni alla coppia. "Un centro pubblico vuol dire rispettare la Costituzione della Repubblica", ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
 

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Cronaca

Roma, Terme di Caracalla, bus rischia di andare in fiamme

(Fonte: www.repubblica.it)
(di Ornella Sabia)Un altro autobus Atac da aggiungere alla lista di quelli andati in fiamme negli ultimi mesi. Paura questa mattina intorno alle 11.15 sul 792 partito da Porta San Giovanni in direzione Eudes, nel municipio XII, quando, dopo aver percorso un breve tratto, in prossimità delle Terme di Caracalla, i passeggeri hanno iniziato a sentire uno strano odore di bruciato. All’inizio si è pensato a un guasto dell’aria condizionata, ma poi l’odore è diventato sempre più acre togliendo spazio ai dubbi: era in corso un principio d’incendio nella parte posteriore della vettura. Un passeggero ha avvertito del rischio l’autista, che ha fermato l’autobus chiedendo a tutti di scendere. Il fumo che fuoriusciva dal retro del 792 era tantissimo. Tra i passeggeri pendolari, turisti e lavoratori che, nonostante lo spavento, hanno raggiunto la fermata Terme di Caracalla in attesa della corsa successiva. Il 792 che ha rischiato di andare in fiamme era chiaramente vecchio. Non a caso una delle prime cause d’incendio è proprio "l’età" degli autobus, compresa tra i 12 e i 17 anni. Tra le altre cause, la sporcizia che si accumula nel motore e le strade dissestate. Gli incendi sono stati quasi 60 nell’ultimo anno e mezzo. Atac fa viaggiare per le vie della Capitale solo il 63% dei mezzi che ha a disposizione. Una situazione drammatica che oltre a causare disagi e ritardi, mette a rischio la vita delle persone. L’avventura del 792 ha avuto lieto fine, grazie al tempestivo intervento di un passeggero e alla prontezza dell’autista. Ma se avesse percorso qualche metro in più, sarebbe potuta finire persino in tragedia.
 
 

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Politica

Municipio VI, Ziantoni: “A breve progetto per riqualificare aree verdi”

Oggi pomeriggio Silvia Cangelosi ha intervistato l'Assessora alle Politiche dell'Ambiente, Mobilità, Decoro Urbano, Patrimonio, Benessere e Tutela degli Animali del VI Municipio, Katia Ziantoni. Fra le varie tematiche affrontate quella dei rifiuti, una delle problematiche più sentite nel Municipio delle Torri. A tal proposito l'Assessora ha detto: "Situazione di disagio in via delle Cerquete, una strada non completata all'interno del piano di zona. La strada era stata interamente bonificata e nel corso dell'operazione da parte della Polizia Locale era stato trovato di tutto, oltre ad essere stata oggetto d'incendio. Già l'altro ieri sono arrivate altre foto di altri abbandoni, anche una carcassa di auto bruciata. Una situazione abbastanza particolare che vorremmo chiudere. Sulla strada non c'è neanche più asfalto e ciò la rende in condizioni ancora più critiche. In via delle Cerquete c'è stato anche un sequestro di terreno utilizzato come discarica. Abbiamo in corso un progetto di riqualifica sul quale stiamo lavorando. Proprio oggi c'è stato un incontro in Sovraintendenza, il completamento non è quindi così complicato  e lontano. Ci saranno dei rilievi che andranno fatti. Un progetto che non  consente solo una riqualifica, ma anche l'inserimento di opere che la renderanno una strada vera. Una strada che al momento è particolarmente degradata". Per quanto riguarda il degrado di parco di via Erice la Ziantoni ha spiegato: " Il Servizi Giardini ha fatto un intervento sulle alberature anche se ci sono difficoltà per ragioni numeriche. Il degrado è dovuto anche all'atteggiamento dei cittadini. Lì c'è un mercato che spesso rimane sporco e con il vento i cartoni volano via e si ritrovano nel parco di fronte. Problemi di occupazione delle aree verdi da parte di famiglie rom e famiglie disagiate che portano ad un aumento del degrado in alcuni parchi, soprattutto a Tor Bella Monaca.  Stiamo presentando vari progetti per aree verdi e anche per la biblioteca per fare una riqualifica e rendere quei posti luoghi d'incontro. Vogliamo riqualificare anche un ex acquedotto e realizzare orti. Dal prossimo anno qualcosa dovrebbe iniziare a cambiare e i primi risultati a vedersi. A breve ci sarà una presentazione ufficiale di questo grande progetto diretto a migliorare il verde nel Municipio". 

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Cronaca

Nuova inchiesta su Malagrotta, indagato Cerroni. Il gip: «Rischio acqua inquinata»

(Fonte: www.ilmessaggero.it)
Nuova bufera su Malagrotta. Nell'indagine, coordinata dalla Dda di Roma, risultano indagate sei persone tra cui lo storico patron della discarica, Manlio Cerroni e Francesco Rando, l'ex amministratore unico della società E.Giovi. Traffico illecito di rifiuti e associazione a delinquere: sono questi i reati contestati dalla Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta che oggi ha portato al sequestro preventivo di 190 milioni nei confronti della E.Giovi Srl società che gestisce la discarica di Malagrotta. Tra le persone finite nel registro degli indagati anche Carmelina Scaglione, attuale rappresentante legale della società. La somma sequestrata su decreto firmato dal gip Costantino De Robbio corrisponde «al risparmio di spesa dal 2012 ad oggi per l'omessa» estrazione «del percolato nella misura della minore somma quantificata dal consulente da ritenersi comprensiva – è detto nel provvedimento – di ogni successivo reinvestimento o trasformazione e di qualsiasi vantaggio economicamente valutabile nei confronti degli indagati».
Gip: "Rischio acqua inquinata". È «evidente che il permanere di questa situazione porterà senza ombra di dubbio all'aggravamento della situazione di illegittimità ed aumenterà esponenzialmente le conseguenze devastanti per l'ambiente circostante la discarica». È quanto scrive il gip Costantino De Robbio nel decreto di sequestro preventivo di 190 milioni di euro svolto nell'ambito di una nuova inchiesta sulla discarica di Malagrotta. Sotto accusa la mancata estrazione del percolato che «è causa dell'inquinamento delle falde acquifere». Nel provvedimento del gip viene sottolineato che «ancora oggi la società E.Giovi non ha provveduto all'adempimento delle prescrizioni e che la discarica non è gestita in modo legittimo tale da impedire il protrarsi della situazione di fuoriuscita del percolato che è conseguenza diretta dell'inquinamento dei terreni circostanti». Per il gip l'accumulo del percolato non estratto «è peraltro ormai così rilevante da essere visibile dall'esterno: dopo avere riempito la camera sottostante la discarica il liquido si è accumulato» con rifiuti solidi facendoli «tracimare dalla sommità superiore» raggiungendo le strade circostanti.

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Cronaca

Questura sospende per 30 giorni la licenza alla sala slot di via Casilina

Licenza sospesa per 30 giorni. Questo il provvedimento adottato dal Questore di Roma nei confronti della titolare della sala slot di via Casilina che, domenica scorsa, era stata teatro di una violenta lite durante la quale erano stati esplosi alcuni colpi di pistola.

Le indagini, svolte successivamente ai fatti del 22 luglio, avevano portato al fermo del padre della titolare della licenza che, oltre ad essere un assiduo frequentatore del locale, ne detiene il  50% delle quote societarie.

A notificare il provvedimento sono stati ieri gli agenti del commissariato Casilino che, al termine delle operazioni, hanno affisso sull’ingresso della sala slot il cartello “Chiuso con provvedimento del Questore di Roma”.

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Cultura

“Mizzica 50”: il compleanno di Maria Grazia Cucinotta raccontato in esclusiva su RRC

Maria Grazia Cucinotta compie 50 anni e lo fa festeggiando con una festa esclusiva. Un party in tema "Sicilia", la sua regione d'origine, che avrà luogo proprio nella capitale (in una location top secret) domenica 29 luglio.
32 anni di carriera e ancora tanto da fare, come sottolineato dall'attrice: "Voglio ancora continuare. Impagabile essere ancora qui. Il tempo che passa va vissuto sempre con il sorriso. Mai cambiare il proprio essere per paura di non piacere agli altri". 
Un party a sorpresa per celebrare il suo compleanno: "Prima volta che organizzano una festa per me, di solito sono io ad organizzare eventi. Sono emozionata come una bambina. Mi entusiasmo di fronte a queste cose. Devo ringraziare Andrea Riccio che sta organizzando questo party, una persona eccezionale. Il nome dell'evento è "Mizzica 50" perchè questa frase rappresenta il mio essere. Ha pensato a tutto per questa festa. Sarà come entrare in set cinematrografico. Riccio è stato attento ad ogni dettaglio, a partire dal biglietto d'invito che è meraviglioso. Riccio (imprenditore del brand "Wedding solution")riesce a rendere magico ogni momento, è un artista vero che è riuscito a far rivivere le emozioni e i profumi siciliani. Abbiamo deciso di fare una diretta Facebook del compleanno per rendervi tutti partecipi".
Silvia Cangelosi, nel corso dell'intervista, ha ripercorso alcune tappe delle esperienze vissute dall'attrice fra cui quella ultima di Masterchef. 
Fra le tematiche affrontate anche la lotta contro la violenza sulle donne, argomento verso il quale l'attrice ha posto sempre tanta attenzione nel corso della sua vita. A tal proposito, la Cucinotta ha detto: "I casi come quello "Weinstein" ci sono sempre stati, ma le donne hanno la possibilità di scegliere. Ci sono donne che vivono, invece, con la paura costante ed io sono sempre pronta a difenderle e dare un supporto. Purtroppo le leggi per difendere le donne non ci sono e per questo ho creato associazioni con avvocati, magistrati e psichiatri per aiutarle. L'obiettivo dell'associazione "Vite senza paura", di cui sono Presidente, è quello di accompagnare le donne dal punto di vista psicologico e legale, cercando di chiedere alle istituzioni di cambiare alcune normative. Molte donne sono vittime di violenze e si sentono annullate e dipendono dal carnefice. Lotto contro i fenomeni di violenza a 360°, in ogni forma". 

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Cronaca

Sequestro preventivo della E. Giovi srl, gestore della discarica Malagrotta

Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico e del Nucleo Investigativo del Gruppo Forestale di Roma, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo della società E. Giovi srl, disposto dal GIP del Tribunale di Roma, a seguito delle attività investigative coordinate dalla Procura Repubblica – DDA Roma.
L’attività investigativa dei militari del NOE con il supporto dei Carabinieri Forestali, ricostruisce una importante attività di gestione illecita di rifiuti costituiti da percolato di discarica, che la E. Giovi, gestore della grande discarica di Malagrotta, avrebbe dovuto raccogliere ed inviare a trattamento in impianti esterni.
La rimozione del percolato (derivante dalla liscivazione dei rifiuti abbancati e dalle precipitazioni meteoriche che con essi si mescolano) è una operazione necessaria e imposta dalla normativa di settore, al fine di impedire la contaminazione dell’ambiente.
Tale rifiuto, ovviamente, non può essere destinato a discariche per rifiuti solidi urbani come Malagrotta e deve essere oggetto di specifici trattamenti in impianti autorizzati.
La lunga indagine ha permesso di accertare che, al contrario delle basilari previsioni normative, il percolato prodottosi nel corso degli anni veniva lasciato a saturare i rifiuti nella discarica, raggiungendo, in alcuni punti, anche l’80% dello spessore dei rifiuti abbancati.
Il tutto per evitare di sostenere le spese per la corretta gestione del percolato.
I consulenti della Procura hanno anche quantificato l’ingente quantitativo di rifiuti oggetto di traffico illecito e, da questi, derivato l’ingiusto profitto. Le articolate elaborazioni hanno permesso infatti di valutare l’enorme risparmio di gestione in circa 190.000.000 €.
Al fine di garantire tale cifra per il proseguo del procedimento penale, si è proceduto al sequestro dell’azienda, dei beni e del patrimonio degli indagati. L’azienda è stata affidata per la Custodia Giudiziaria al Commissario Prefettizio, dott. Luigi Palumbo, al quale spetta anche il compito di avviare la corretta gestione ambientale della discarica nella sua fase post-operativa.