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Cronaca

Roma, scontro tra auto polizia e un’altra vetture: 4 persone ferite a Prati

(Fonte: www.ilmessaggero.it)
Quattro persone, tra le quali due poliziotti, sono rimaste ferite in un incidente stradale avvenuto in viale Angelico all'altezza di via Bettolo. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia locale di Roma del I gruppo Prati. L'incidente ha coinvolto un'auto della Polizia di Stato e un'altra vettura, una Volkswagen. I due poliziotti sono stati trasportati in codice giallo al Santo Spirito, feriti anche due dei tre occupanti dell'altra auto: si tratta di un uomo e di una donna, soccorsi in codice giallo e verde.

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Cronaca

Roma, adesca 12enne che abita nel suo stesso palazzo per abusarne: arrestato 40enne

(Fonte: www.ilmessaggero.it)
Arrestato dalla polizia postale di Roma un autotrasportatore di 40 anni accusato di detenzione di materiale pedopornografico, adescamento e atti sessuali con una 12enne che abitava nel suo stesso condominio.
Le indagini sono iniziate quando la mamma della minore ha sorpreso la figlia mentre si faceva delle fotografie e dei filmati con il proprio cellulare.
Gli investigatori della polizia postale, coordinati dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte, hanno accertato che la ragazzina oltre a inviare da tempo foto all'uomo aveva anche subito abusi dal 40enne che l'aveva convinta a salire a casa sua. 
Nel dettaglio. Nell'ambito delle attività d'indagine finalizzate al contrasto del fenomeno della pedopornografia on-line e di tutti i reati d'indole sessuale commessi in danno di minori, il Compartimento Polizia Postale di Roma ha tratto in arresto, nella capitale, M.M. un uomo di 40 anni, insospettabile, di professione autotrasportatore, resosi responsabile delle ipotesi delittuose di adescamento, atti sessuali con minorenne e detenzione di materiale pedopornografico, poste in essere in danno di una bambina di 12 anni, che abitava nello stesso stabile condominiale.
Le indagini sono iniziate allorché la mamma della minore ha casualmente sorpreso la figlia in biancheria intima mentre si faceva delle fotografie e dei filmati con il proprio cellulare. Gli investigatori della Polizia Postale, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma (Sost. Proc. Dr. Eugenio Albamonte), partiti da tale elemento, hanno accertato che la minore intratteneva da tempo un rapporto di corrispondenza attraverso i noti sistemi di messaggistica immediata con un uomo di 40 anni, al quale inviava fotografie intime e con il quale intratteneva conversazioni non confacenti ad un rapporto tra adulto ed una minorenne.
Dalle indagini è altresì emerso che l'uomo, che aveva conosciuto la ragazzina perché abitava nello stesso palazzo, l'aveva anche convinta a salire a casa sua e lì ad assistere ad atti di autoerotismo dell'uomo, che l'avrebbe anche toccata nelle parti intime. La Polizia Postale ha immediatamente perquisito l'uomo, sequestrando ogni device in cui potesse custodire traccia di questa vicenda, acquisendo così gli elementi probatori sufficienti ad indurre l'A.G. ad emettere la misura della custodia cautelare in carcere, eseguita nella giornata odierna.
L'uomo è stato associato presso la Casa circondariale di Regina Coeli. 
 

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Cronaca

Nascondeva una piantagione di cannabis dentro casa, in manette 54enne

Al termine di una mirata attività antidroga, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma San Pietro, con la collaborazione dei militari della Compagnia di Subiaco, hanno arrestato un 54enne italiano con l’accusa di coltivazione e produzione di sostanza stupefacente. Indagando negli ambienti dello spaccio di droga, i Carabinieri hanno osservato per alcuni giorni i movimenti dell’uomo, domiciliato in un condominio di viale degli Ammiragli – zona San Pietro – dove svolge l’attività di custode dello stabile, ma che risultava essere residente in un’abitazione di Bellegra.
Grazie alla collaborazione dei Carabinieri della Compagnia di Subiaco, è stato deciso di far scattare una perquisizione nella casa di residenza dove, in un terreno adiacente, i militari hanno scoperto una vasta piantagione di cannabis, composta da 75 piante di varie altezze, alcune oltre il metro e mezzo, nonché alcuni flaconi di fertilizzanti e materiale idoneo alla coltivazione.
All’esito delle analisi di laboratorio, è emerso che il peso dello stupefacente trovato nella disponibilità del portiere-coltivatore si aggirava intorno ai 13 Kg netti, per un totale di 7600 dosi singole.
L’arresto del 54enne è stato convalidato e, in attesa della prossima udienza, l’uomo è stato sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

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Cronaca

“Donne 4.0: la sfida vincente delle donne nell’era delle reti e dello smart working” in Punto Donna

Oggi pomeriggio nel corso di "Punto Donna", Paola Guerci ha intervistato il Presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana. Il Dott. Deiana ha parlato della Conferenza annuale che si è tenuta qualche giorno fa a Roma intitolata "Donne 4.0: la sfida vincente delle donne nell'era delle reti e dello smart working". L'incontro è stato centrato sulla tematica delle donne nell'ambito dell'imprenditoria. Su questo incontro Deiana ha detto: "Giudizio e consenso generalizzato. La nuova rivoluzione dei prossimi anni non sarà la tecnologia, ma saranno le donne. Quest'ultime hanno un vantaggio competitivo straordinario: si laureano prima e sono più brave. Le donne sono eccellenti nel personal branding, nell'ascolto e nell'avere empatia". Le donne sono multitasking e, secondo il Presidente Deiana, non solo: "Le donne, oltre a questo, riescono a pensare a più cose contemporaneamente. Ci sono, purtroppo, però ancora gap profondi fra uomini e donne in ambito lavorativo anche se lo smart working faciliterà il sistema. Perchè nel sistema bancario e finanziario ancora non ci sono donne che emergono al vertice? C'è purtroppo un dato strutturale fornito da Istat: un tasso di occupazione femminile del 48,8% che vuol dire che ogni 100 donne ne lavorano soltano 48. Alzando questo tasso di occupazione femminile, Banca d'Italia dice che aumenterebbe il Pil". 
La Guerci, poi, ha sottolineato l'importanza dello smart working e le possibilità per le donne di mettere in piedi, grazie alla rete, aziende importanti. Secondo la Guerci c'è ancora poca conoscenza delle eccellenze nell'imprenditoria italiana. Deiana ha poi citato una società di ricerca americana che ogni anno fa un analisi sulle 500 società più importanti del mondo e in questa analisi, da 15 anni a questa parte, emerge che con la presenza delle donne aumentano gli investimenti. La presenza delle donne è un dato fondamentale ed è per questo che Confassociazioni vuole fare questo approfondimento sull'universo femminile nell'ambito del 4.0. "L'era del futuro non è quella dell'homo sapiens, ma quella delle donne", questo quanto è stato affermato dal Presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana.  
In conclusione la Guerci ha parlato della donna violentata a Piacenza ieri sera, citando quindi l'ennesimo caso di violenza. Il Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha parlato di pena certa e di castrazione chimica perchè chi compie questo tipo di reati. Probabilmente diventerà proposta di legge questa dichiarazione, secondo la Guerci.

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Politica

XI Municipio, Assessore Giujusa: “L’Amministrazione ascolterà gli operatori, ma il percorso va fatto insieme”

Oggi pomeriggio è intervenuto ai nostri microfoni l'Assessore all'Ambiente e Lavori Pubblici del XI Municipio, Giacomo Giujusa, per parlare del trasferimento del mercato di via Portuense a Vigna Pia.
"Una buona notizia su cui stavamo lavorando da tempo. Il Municipio prenderà a breve l'incarico del mercato. L'attività è ancora in corso e inizieremo ad assegnarlo agli operatori. 
A quest'ultimi ieri abbiamo chiesto un parere e confronto ieri e contiamo con l'aiuto di tutti quanti di poterlo mettere in funzione. Sarà un mercato all'avanguardia e dotato di servizi igenici. 
In questo momento è tutto in capo al dipartimento Simu che sta completando le sistemazioni per limitare i danni, ma vogliamo prendere l'opera e renderla strutturale. 
Fra le varie richieste fatte dagli operatori, oltre alla modifica dei box che è stata accordata, è stato chiesto anche l'installazione delle telecamere di videosorveglianza e abbiamo dato quindi ragione agli utenti, chiedendo un primo impianto al SIMU. 
Altre richieste non sono state accontentate per varie problematiche anche perchè ci muoviamo nella legalità e sulla base di quanto  stabilito dai Dipartimenti.   
Su via Portuense abbiamo fatto vari interventi fra cui quello al mercato, che era su sede impropria, che andrà spostato per problemi igienico sanitari e di sicurezza. Quello di Vigna Pia, invece, è un mercato che ha tutte le caratteristiche per essere rilanciato".
Sul futuro che toccherà agli  operatori l'Assessore ha affermato: "Noi dobbiamo mantenerci all'interno delle normative europee. Ci saranno delle garanzie per loro all'interno della nuova struttura. L'Amministrazione è al fianco degli operatori, ma dobbiamo ora pensare alla strutturazione. Alcune cose non si possono fare perchè ci atteniamo a quanto già previsto. Abbiamo chiesto uno sforzo agli operatori e faremo ulteriori approfondimenti più in là, ma dobbiamo seguire ciò che ci ha detto l'Asl. Non vogliamo non ascoltarli e non aiutarli però è ora, dopo tanti anni, di andare oltre e lavorare per aprire il mercato. Concentrandosi sul nuovo mercato, c'è tutta la volontà di andare incontro agli operatori e anche ai cittadini che lo aspettano da anni. Dobbiamo solo seguire la normativa e scegliere i materiali giusti. Nella fase operativa gli operatori si renderanno conto che ci sarà una concretezza nel problem solving. L'Amministrazione li ascolterà e li ha già ascoltati. Un mercato che è costato molto  perchè ci sono delle opere importanti". 
Sui dubbi e lamentele sollevate da alcuni operatori e sui tempi d'attesa, Giujusa ha affermato: "I banchi verranno spostati a secondo della volontà degli operatori perchè noi avremo il mercato pronto fra pochissimo tempo. Daremo i giorni necessari agli operatori per spostarsi, ma devono proporsi anche loro in modo attivo e concreto. Si può fare qualcosa di più della semplice pulizia, ma è un percorso da fare insieme". 

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Politica

L’ultima idea del Comune di Roma, vitigni nelle vie del Centro

(Fonte: la Repubblica, di Laura Mari) – Nei parchi le pecore, in strada i vitigni. Niente di strano se parlassimo della campagna romana, ma l'ultimo progetto della giunta Raggi si è abbattuto sul centro storico tra lo stupore dei residenti. A firmare la contestata novità, l'assessorato capitolino all'Ambiente guidato dalla 5 Stelle Pinuccia Montanari, la stessa assessora che ha proposto di usare le pecore per tagliare l'erba dei parchi della capitale. Ora a comparire nel paesaggio cittadino sono i reticolati di foglie di vite, le piante da cui nasce l'uva.

A ridosso dell'area archeologica di largo Argentina, in largo dei Calcari, sono infatti comparsi da alcuni giorni quattro vasi in resina in cui sono stati piantati reticolati di rose e viti che formano quattro archi. "L'idea è di far rivivere il culto del vino, la tradizione enologica che caratterizzava la vita degli antichi romani " spiega convinto Vitaliano Biondi, responsabile dei parchi di Roma e chiamato nella capitale proprio dall'assessora Montanari, con cui aveva già condiviso un'esperienza amministrativa quando la 5 stelle era nella giunta di Genova. "Una delibera di due anni fa stabiliva che a largo Argentina fossero piantati cinque alberi, noi abbiamo optato per i vasi con le viti e le rose, così se la sovrintendenza dovesse bocciare il progetto li toglieremo facilmente", anticipa Biondi. " Quelle piante – proseguepossono piacere o no. Ma c'è un motivo storico e poi il pergolato fa ombra".
 

In realtà il pergolato è molto sottile e lungo appena undici metri, sicuramente non sufficienti a offrire uno spazio di ristoro e riposo ai turisti e romani. " È un allestimento indecente, non è certo così che si preserva un'area pedonale e si restituisce decoro. Il Comune prima dovrebbe occuparsi dei rifiuti, riqualificare l'area sacra di largo Argentina e poi rimettere i paletti che delimitavano la piazza e che sono stati distrutti dai vandali " , attacca Viviana Di Capua, presidente dell'associazione Abitanti centro storico. Al Campidoglio il progetto piace, tanto che ha deciso di esportarlo in altre piazze. " Riqualificheremo alla stessa maniera molte altre aree pedonali " , conferma l'assessora comunale all'Ambiente, Pinuccia Montanari. " Abbiamo messo altri vasi simili anche in via Baccelli e ora – prosegue – pensiamo a piazza San Silvestro. Vogliamo creare dei percorsi tematici. Le viti per il vino nell'antica Roma, le rose per richiamare i ' florealia', le feste in cui gli antichi romani spargevano petali di rosa per la città".

Un richiamo storico che non soddisfa le domande degli abitanti e degli amministratori municipali che si oppongono al progetto. "Quanto sono costati gli allestimenti? E chi penserà a inaffiare le piante quando la maggior parte del verde di Roma soffoca per la mancanza di interventi di manutenzione?" domanda Di Capua. E Anna Vincenzoni, assessora all'Ambiente del I Municipio protesta: "Escludo che quei vasi siano stati autorizzati dalla sovrintendenza. E ancora una volta la giunta Raggi dimostra di non conoscere la città e invece di pensare ai gravi problemi del verde che interessano Roma, pensa a imbruttire il centro storico con arredi non adeguati " . Ma Montanari non intende retrocedere. " Abbiamo usato piante e vasi che già erano nei nostri magazzini. L'intervento è stato a costo zero e abbiamo tute le autorizzazioni da parte della sovrintendenza " . Nessuna marcia indietro, dunque, ma un centro di Roma con vitigni e sampietrini, e con sensori bluetooth sui semafori per monitorare i flussi pedonali: i primi arriveranno a settembre. Ancora in Centro.
 

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Cronaca

Roma, i rifugiati sudanesi: «Noi una famiglia, il Comune non ci divida»

(Fonte: Corriere della Sera, di Stefania Moretti) – Il buio arriva scambiandosi idee. L’assemblea pubblica in via di Scorticabove, a San Basilio, iniziata col sole, finisce sotto una falce di luna. Due ore e mezza a discutere, rifugiati e associazioni, davanti ai cancelli chiusi del civico 151, che adesso sono diventati attaccapanni: solo i vestiti stesi ad asciugare arrivano al di là delle inferriate. Gli uomini no.

Oltre la recinzione chiusa c’è lo stabile che per più di dieci anni è stata casa di 120 sudanesi titolari di protezione internazionale. Dal 5 luglio tutti sfrattati. Dal 14 non si entra più neanche per andare in bagno: la toilette è a cielo aperto. Come, del resto, il sonno o il pranzo.

Giacomo Gresta, dell’Usb, è realista: «Qua un po’ de tempo ce staremo, rega’. E bisogna provare a starci nel miglior modo possibile». Che fare dalla strada? Creare un’associazione? Stampare magliette da rivendere? Federica Borlizzi, giurista di Alter Ego-Fabbrica dei diritti, prende appunti. Sui materassi e le sedie in circolo siedono rappresentanti di Arci, A buon diritto, Baobab e Brigate di solidarietà attiva.

Ai sudanesi accampati sotto i gazebo serviranno cibo e acqua, ma anche borse frigo e teli per ripararsi dal sole o dalla pioggia devastante come quella che, lunedì sera, ha allagato la tendopoli. «Ancora a parlare di cibo? – sbotta Musà -. Non ci serve il pranzo pronto. Ci serve di comunicare che siamo un presidio». Più che sopravvivere, ai rifugiati interessa restare compatti. Che poi, per loro, è la stessa cosa: si sopravvive insieme perché insieme ci si aiuta. Lo hanno fatto per anni dividendo i risparmi di chi lavorava, attivando sportelli di orientamento per i connazionali in arrivo e sensibilizzando sulla guerra dimenticata del Darfur.

«Questa comunità è un punto di riferimento per chi, dal Sudan, viene qui – spiega Federica che li assiste legalmente – In questo angolo di Tiburtina Valley sono un’oasi felice e un argine alla criminalità: vivono in pace, non spacciano, lavorano».

A Roma la comunità di Scorticabove sconta – suo malgrado – non solo il dramma del Darfur ma anche Mafia capitale e la speculazione sull’immigrazione. Dopo l’inchiesta, la coop che aveva preso in affitto i locali dove abitavano i sudanesi ha smesso di pagare. Da qui, lo sfratto per morosità della cooperativa. Quindi dei rifugiati che, negli ultimi tre anni, hanno vissuto completamente autogestiti.

Loro vorrebbero continuare così: autodeterminazione e niente più cooperative. Al Campidoglio hanno proposto il co-housing: alloggi singoli con spazi comuni in una struttura vuota da valorizzare. Un modello abitativo sperimentale in Italia. E, per Federica, la legge sulla rigenerazione urbana è dalla loro parte: «Il Comune individua il bene, la Regione metterebbe i soldi e il progetto di recupero dello stabile lo scriverebbero loro».

«Impossibile – secondo l’assessora capitolina Laura Baldassarre -. Non c’è modo di sistemare queste persone subito e tutte insieme in una stessa struttura. Magari in futuro, in un immobile confiscato alla mafia». Intanto l’amministrazione pensa a come strapparli dalla strada. «Abbiamo messo a disposizione i posti del circuito cittadino per migranti fragili – continua Baldassarre -. Quattro strutture in diverse zone della città».

Il 23 luglio il tavolo permanente con la comunità sudanese, l’assessorato, le associazioni e l’Unhcr si riunirà ancora. Ma è difficile dialogare senza parlare la stessa lingua. Per un problema complesso non esistono soluzioni tampone. E di parole che semplificano, come «accoglienza», «emergenza» o «assistenza» quaggiù ne hanno abbastanza. Per l’assessora c’è un malinteso: «Il circuito cittadino per migranti fragili non è come i centri di accoglienza dove sono stati dieci anni fa. Non farebbero un passo indietro nel loro percorso di inserimento sociale. Sono posti in cui stare per un periodo e poi rendersi autonomi». La paura, dopo anni passati a non pesare sulle spalle altrui, è di perdere l’autonomia. Ma anche la grande famiglia che hanno costruito. E soprattutto l’identità. Scorticabove è una sacca di resistenza all’oblio dov’è proibito dimenticare il Darfur, l’orrore, la dittatura che opprime ancora il Paese. Issam riassume: «Dividerci è come spezzare un’altra volta il legame con la nostra terra».

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Cronaca

Casamonica, la pentita del clan: «Io, picchiata e umiliata da quelle belve»

(Corriere della Sera, di Fulvio Fiano) – Trentaquattro anni, dodici trascorsi come moglie di Massimiliano Casamonica, il primo figlio avuto da 22enne, gli altri due seguiti con cadenza biennale. Dal 2014, quando ha scelto di fuggire dalla famiglia strutturata come un clan e denunciare suo cognato Giuseppe, che la Dda capitolina ritiene il capo di una associazione mafiosa, Debora Cerreoni è una super protetta pentita. La prima nella storia della stirpe di orgine abruzzese. La sua vita da incubo è racchiusa in otto verbali che hanno aiutato in maniera decisiva gli investigatori a decifrare le occulte dinamiche del gruppo malavitoso e la sua incomprensibile lingua.

«Quando abitavo in vicolo di Porta Furba vivevo in una situazione di totale soggezione, ero obbligata a rispettare tutte le disposizioni dei Casamonica (non solo di Massimiliano, ma anche dei fratelli), dovevo vestirmi come dicevano loro e non potevo fiatare. Le poche volte che ho tentato di fare di testa mia sono stata minacciata, picchiata, addirittura sequestrata». Il riferimento è a un episodio per il quale sono già a processo il marito, sua sorella Liliana (reggente del clan con Giuseppe in carcere) e l’altra sorella Maria Antonietta.

Tutto nasce dal fatto che, mentre Massimiliano è detenuto, la donna viene accusata di infedeltà. Le voci arrivano in cella e scatta la ritorsione. L’intero vicolo di Porta Furba, roccaforte di questa costola della famiglia sinti, viene allertato. Lo racconta un altro pentito, Massimiliano Fazzari: «Mi dissero “Massimo (Casamonica, ndr) ha massacrato uno al carcere, l’ha mandato in coma, perché sembra che gli ha detto che Debora va per locali, in giro per discoteche la notte”. Liliana saliva a casa e diceva: “Se voi sapete qualcosa ce lo dovete dire, perché se lo vengo a sapere dopo, guarda che vi squagliamo dentro all’acido”».

Alla fine Debora riesce a fuggire: «Lo stato di soggezione in cui mi trovavo diventava insopportabile quando Massimiliano era detenuto, perché io per i Casamonica ero una “gaggia” (termine dispregiativo per indicare i non rom, ndr) nonostante avessi sposato il Casamonica con rito rom e per questo avevo, ai loro occhi, meno diritti di una donna della loro etnia». La denuncia ai carabinieri è una liberazione: «Lotto e lotterò sempre per i miei bambini, ma vorrei garantire loro un futuro… Voi mi avete aiutata a riprendere i bambini e avete arrestato quelle belve prive di rispetto, ignoranti, irrispettose nei confronti degli altri (e mi domando come abbia fatto io a sceglierlo) e per questo vi sarò sempre debitrice. Anche se il mio rischio di vita si alzerà queste cose (denunciare, testimoniare, tradurre le intercettazioni, ndr) le farò ugualmente. Convivendo con loro tutto questo tempo ho perso la dignità di essere mamma (come avrei realmente desiderato per i miei bimbi), di essere donna e di essere una persona onesta, come in realtà mi sento… I miei bambini dovranno seguire esempi diversi».

Intanto, nelle perquisizioni effettuate contestualmente ai 33 arresti di due giorni fa, i carabinieri del provinciale e quelli della stazione Frascati, guidati dal comandante Ugo Floccher, hanno sequestrato anche una sorta di registro delle usure e delle estorsioni praticate dal clan ai danni di almeno una quindicina di vittime (quelle emerse finora nelle indagini, ma c’è ragione di pensare che siano molte di più). Oltre alle cifre prestate e riavute con tassi usurai fino al mille per cento, i contabili della famiglia conservavano in un appartamento di vicolo di Porta Furba anche i documenti relativi a beni e proprietà di cui si erano impossessati a danno degli estorti. Tra questi 20 auto, quattro alloggi popolari e 50mila euro in contanti già divisi in mazzette per essere nascosti.

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Bollino Rosa di ConfCommercio, Petrozzi: “L’adozione di queste linee guida porterebbe a un ritorno economico sicuro”

Secondo ConfCommercio, il 16% delle donne nel Lazio ha subito molestie sul posto di lavoro. Ragion per cui, è stata lanciata l'iniziativa Molestie Free: ConfCommercio assegnerà un bollino rosa alle aziende rispettose della dignità della persona. Su questo punto, è intervenuta ai microfoni di Radio Roma Capitale la presidente di Terziario Donna Roma Simona Petrozzi. intervistata da Paola Guerci, Simona Petrozzi ha commentato: "L'iniziativa è nata dall'analisi di alcuni dati e soprattutto da una direttiva ONU, che ha varato un programma per la lotta alle molestie. Anticipiamo, quindi, un programma internazionale, cercando di trasmettere una cultura d'impresa e di virtuosismo dei comportamenti. Questo rappresenta un cambio culturale che investe management e lavoratori e che ha molti ritorni dal punto di vista interno ed esterno, oltre che a contribuire alla diffusione della meritocrazia. Purtroppo c'è molta omertà. Il nostro lavoro – continua Simona Petrozzipartirà con questionari anonimi su che tipo di molestie e vessazioni psicologiche hanno ricevuto i partecipanti.

"Tuteliamo dignità e rispetto persona – continua la presidente di Terziario Donna Roma – non è nostra intenzione soffermarci solo sulle donne". Molti uomini, infatti, vivono fenomeni alquanto spiacevoli da parte di figure apicali femminili. Le statistiche sulle differenze di genere nelle molestie appaiono infatti sorprendenti: seppure, ovviamente, molte sono le donne che, sfortunatamente, ricevono molestie sessuali, sono milioni gli uomini che vengono vessati nella stessa maniera: l'Istat riporta che 8.8 milioni di donne e 3.1 milioni di uomini ricevono ricatti sessuali sul posto di lavoro.

Simona Petrozzi si concentra poi sui benefici che l'iniziativa di ConfCommercio porterebbe alle aziende: "L'economista che ha lavorato al progetto,Tiziana Tomei, ha portato dati chiari: l'adozione di queste linee guida è un investimento economico cui seguirebbe un ritorno sicuro".

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Cronaca

Stadio della Roma, Magliaro: “Mancano studi completi sui flussi del traffico”

Fernando Magliaro, ospite a Radio Roma Capitale, è stato intervistato da Paolo Cento, e si è espresso su alcune questioni relative stadio della Roma: "E' in corso – commenta Magliaro – la due diligence del Campidoglio sugli atti. Sarei curioso di chiedere all'assessore Meleo cosa stia facendo il Comune sulla corretezza amministrativa". E' infatti sorprendente che siano gli stessi uffici ad aver varato gli atti quelli incaricati del controllo sugli stessi. La Raggi, d'altronde, ha ammesso due cose: in primo luogo che, alla luce delle intercettazioni, bisogna approfondire la questione relativa al ponte di Traiano e al traffico nel quadrante e, in secondo luogo, che se fosse necessario il Comune potrebbe reinserire il ponte stesso.

Magliaro mette in dubbio, inoltre, l'attendibilità degli studi sul traffico generato nel quadrante, considerandoli non completi: "Nell'attuale progetto mancano gli studi completi sui flussi del traffico: serve considerare più fasce orarie, come quella dell'uscita dallo Stadio. Manca anche un'investigazione sul traffico generato nel quadrante se fossero costruiti entrambi i ponti". Insomma, per Magliaro, le simulazioni effettuate, sono ancora poche. 

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