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Cronaca

Roma, nuova allerta meteo per la sera e la notte

(Fonte: www.ilmessagero.it)
Nuova allerta meteo. Dopo il nubifragio che si è abbattuto questa mattina sulla Capitale, il sito del Comune comunica una nuova ondata di maltempo proprio per il prosieguo del pomeriggio e per le successive 6-9 ore: si prevedono sul Lazio precipitazioni sparse a prevalente carattere di rovescio o temporale. Comunicazione che fa seguito all'allertamento del Sistema di Protezione Civile Regionale.
Sulla base dei fenomeni previsti – si spiega -, il Centro Funzionale Regionale ha valutato una Criticità codice Giallo (ordinaria) per rischio idrogeologico per temporali sulle zone di Allerta: E (Aniene), F (Bacini Costieri Sud). Per ogni richiesta di chiarimenti, informazioni e/o interventi è possibile contattare la Sala Operativa della Protezione Civile di Roma Capitale, attiva H24, al numero verde 800 854 854 o al numero 06 67109200.

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Politica

Tevere, il depuratore sprint: appalto prima dei pareri finali

(Fonte: la Repubblica, di Lorenzo D'Albergo) – Quattro mesi per chiudere in gran segreto e in tutta fretta la conferenza dei servizi e ottenere il via libera di Comune, Regione e Città Metropolitana sul progetto. Ancora meno per far partire le operazioni per la realizzazione del depuratore di Grottarossa – il cantiere tra l'aeroporto dell'Urbe e la rimessa Atac è già stato avviato – che nei prossimi messi renderà potabile il Tevere. Già, perché l'affidamento per la costruzione dell'impianto di Acea è arrivato ancora prima che il Campidoglio e la Pisana, nonché l'Asl Roma 2, esprimessero il loro parere sull'idea di far bere le acque del "Biondo" ai romani.

L'accelerazione impressa all'iter dalla multiutility partecipata al 51 per cento da palazzo Senatorio è registrata nero su bianco nel verbale della conferenza dei servizi del 14 marzo. A parlare è Massimo Paternostro, responsabile del procedimento. L'ingegnere prima ricorda che "lo stato di emergenza ( idrica, ndr) è stato recentemente prorogato di altri sei mesi a testimonianza che la crisi è ancora in atto" . Poi l'annuncio a sorpresa: "Acea ha già chiuso le procedure di affidamento dei lavori relativi agli impianti, subordinatamente all'approvazione dei progetti". Rush finale. L'assenso, sia tecnico che politico, di tutte le istituzioni in gioco arriverà a strettissimo giro di posta.
Eppure il potabilizzatore – a fronte di una spesa da 12,2 milioni di euro depurerà 500 litri al secondo destinati ai rubinetti di 400 mila residenti del quadrante Nord della capitale – non era nemmeno previsto nel lotto di progetti da attivare per ridurre la crisi idrica. È lo stesso ingegnere Paternostro a spiegarlo: " Questi interventi non sono rientrati nel programma emergenziale del commissario delegato, il presidente della Regione, perché i tempi di realizzazione travalicavano i termini di durata della dichiarazione di emergenza".

Con la proroga semestrale dello stato di crisi firmata il 22 febbraio dall'ex premier Paolo Gentiloni su richiesta del governatore Nicola Zingaretti e con il benestare della Protezione Civile, però, la situazione è cambiata. Venuta meno la difficoltà di incastrare i tempi di realizzazione del depuratore con quelli della durata dell'emergenza, l'impianto di Grottarossa è tornato ad essere, riprendendo ancora una volta le parole del responsabile del procedimento, un'opera " imprescindibile e urgente " . Soprattutto dopo lo stop alle captazioni dal lago di Bracciano.

Uno dei massimi esperti del settore, il professor Loreto Rossi, è convinto del contrario. Per l'ordinario di Ecologia della Sapienza "sarebbe stato meglio investire per ridurre le perdite delle condutture di Roma". La rete, nonostante gli interventi dell'ultimo anno, continua a perdere il 37 per cento dell'acqua che trasporta. Inoltre ci sono i problemi legati al tipo di impianto: "Per l'acqua di Bracciano basta far decantare le polveri sottili e utilizzare il cloro per la normale disinfenzione. Il nuovo depuratore per rendere potabile il Tevere? È un progetto che non sembra aver senso. Anche perché è difficile da portare a termine. Gli inquinanti, le sostanze chimiche presenti nel fiume… i fanghi di risulta andranno smaltiti in discarica".

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Cronaca

Rapporto tasso di occupazione femminile, Paola Guerci: “L’Italia sembra non essere un Paese per mamme”

Una nuova indagine sottolinea una delle maggiori difficoltà che le mamme italiane, purtroppo, sono costrette ad afforntare. Pare, infatti, che famiglia e lavoro siano, per le donne, sempre più incompatibili. Le mamme sono state costrette a scegliere tra figli e lavoro e, alla fine, hanno avuto una scelta obbligata. "Complice la crisi economica – dice Paola Guerci – le donne italiane hanno hanno dovuto arrendersi alla necessità di mettere il lavoro prima dei figli". 

I dati del rapporto sul tasso occupazione femminile parla chiaro: nel 2015 ogni 100 occupate senza figli vi erano 77.8 madri lavoratici, nel 2017, siamo scesi a 75,5. Di fatto, molte mamme sono tornate a casa. La consigliera nazionale di Parità Franca Bagni Cipriani, ha commentato: "Abbiamo appena presentato il nostro rapporto annuale dove, purtroppo, abbiamo constato come la situazione mostri segnali di peggioramento: il punto – spiega Franca Bagni Cipriani – non è tanto la mancanza del posto al nido, ma il fatto che la retta costi troppo. Per molti è impossibile fare figli se non c'è un nonno a prendersee cura".

"Se l'italia – chiarisce Paola Guerci – sembra non essere un paese per mamme, Roma è al primo posto per la mancanza di servizi in questo senso. I posti nei nidi, nella Capitale, sono infatti pochissimi. Nonostante si tenti di trovare soluzioni al problema, i posti continuano a mancare. La risposta – dice la giornalista – potrebbe essere lo smart working che, con la possibilità di lavorare da casa, può in effetti costituire una valida alternativa.

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Cronaca

L’Aquila, investe un cervo sull’A24: gravissimo un romano di 41 anni

(Fonte: Il Messaggero, di Marcello Ianni) – Investe un cervo e finisce contro il cuspide del guardrail: ora lotta per la vita nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale dell'Aquila.

Gli agenti della sottosezione di polizia autostradale dell'Aquila ovest dell'A24, diretti dal sostituto commissario Alberto Ravanetti, stanno svolgendo delle indagini per capire come un cervo possa essere entrato all'interno del tratto stradale. F.A. di 41 anni di Roma, alla guida della sua Audi, arrivato all'altezza del bivio per Torano diretto a Roma, verso l'una di notte, si è trovato davanti il grosso animale e a quanto pare non è riuscito ad evitare l'impatto. L'auto subito dopo l'investimento è finita fuori la sede autostradale, andando ad impattare contro il cuspide del guard rail.

I soccorsi da parte degli agenti della Sottosezione in servizio di pattugliamento ed il personale del 118 sono stati immediati. Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco dell'Aquila ed del distaccamento di Avezzano per liberare dalle lamiere il ferito grave. Dopo le prime cure del caso il conducente dell'Audi è stato trasferito all'ospedale San Salvatore dell'Aquila e ricoverato nel reparto di terapia intensiva a causa di un grave trauma cranico. 

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Cronaca

Roma, milletrecento posti letto, quindicimila clochard: è emergenza

(Fonte: Corriere della Sera, di Andrea Arzilli) – Sotto le frasche, vista Circo Massimo, Rogers Waters e Laura Pausini in sottofondo. La capanna di Porta Capena, a due passi dal Circo Massimo, è una delle tante storie di resilienza urbana. Ce ne sarebbero da raccontare circa 10-15 mila in tutta Roma, tanti sono i senza fissa dimora che la notte calda dell’estate la passano sotto le stelle o dentro un riparo di fortuna fatto di cartone, di plastica, di speranza o rassegnazione. «Non toccare niente, sennò Ariel te mena»: chi avverte il cronista è un amico di Ariel, il proprietario di questa casetta fatta accatastando di rami di pino sotto gli alberi dello spartitraffico, via delle Terme di Caracalla angolo via di San Gregorio. Potature messe insieme con perizia, il risultato è una sorta di canadese con il pavimento lastricato di cartone, un giaciglio pure vagamente ospitale.

I più fortunati

Qualche elemento di vita – una giacca blu appallottolata, scatolette di tonno, un brick svuotato dal vino bianco, un paio di buste di plastica – a raccontare il transito in questo angolo di Roma, il quotidiano di questa capanna a ore di cui Ariel rivendica il possesso, che però cede per qualche ora a chi gliela chiede con educazione, magari con un regalino da bere o mangiare. Da lì, da Porta Capena, sono passati in tanti negli ultimi mesi. I più fortunati hanno trovato riparo mentre al Circo Massimo i big della musica cantavano dal palco e i romani ballavano. Perché, di fatto, lo spazio viene sub-affittato in cambio di un pezzo di pane, un litro di vino o qualche sigaretta. Del resto un angolo così discreto, così perfettamente mimetizzato nonostante il traffico impazzito che dal Colosseo sale e scende per viale Aventino, ha grande valore.

I posti ambiti

E infatti, a quanto pare, Ariel non si tira indietro se c’è da difenderlo. Ma non è l’unico posto ambito della Capitale, ormai con il caldo diventata un enorme dormitorio all’aperto per chi non ha alternativa. Certo, il Piano Caldo del Campidoglio quest’anno è stato implementato di qualche posto letto, ad integrare il sistema ordinario di accoglienza ospita ogni giorno milletrecento persone e ne sfama duemila. Si capisce, però, che i numeri messi a disposizione dal Comune non sono sufficienti. Lo dice la matematica – di fatto c’è un letto «pubblico» per un solo un senza tetto su dieci – ma basta guardarsi intorno mentre si staziona nel traffico della Capitale per rendersene conto. Dalle Mura Aureliane al greto del Tevere (appena sgomberato dagli accampamenti abusivi in zona Ostiense): i senza fissa dimora sono tantissimi, invisibili eppure avvistabili sempre di prima mattina nelle zone verdi che danno possibilità di giaciglio.

Le aiuole occupate

A San Giovanni, per esempio, di notte le aiuole sono quasi tutte occupate, pure i giardinetti nei pressi della nuova stazione della metro alle 7 del mattino sono coperti di corpi dormienti o al primo sbadiglio, scarpe come un cuscino e gambe rannicchiate per tentare una strenua resistenza all’attacco dell’umidità. È così anche tutto intorno a Termini, con le aiuole davanti a piazza dei Cinquecento ormai diventate terra di conquista (talvolta di scontro, per questo spesso le forze dell’ordine vigilano l’area) per chi, di giorno, è costretto a bazzicare la stazione, non si capisce se è appena arrivato, se non sa dove andare o se spera di scappare saltando su un treno. Oppure in piazza Venezia, giusto sotto la scalinata che arriva in piazza del Campidoglio, nei giardini che danno sul capolinea dell’Atac: panchine occupate, resti di bivacchi, un uomo e una donna dormono sdraiati dopo aver infagottato gli effetti personali in un telone di plastica verde. Più o meno la stessa scena in piazza Sant’Andrea della Valle, lungo corso Vittorio Emanuele, dove una coppia da giorni ha messo su una casa di cartone appoggiandola sul travertino bianco della chiesa. È così in centro, ma non solo. In via Pola, municipio II, una traversa della Nomentana, è stata eretta una casetta cartonata ricavando spazio da un androne. Un’altra capanna, il solito dramma.

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Cronaca

San Basilio, si presenta dai Carabinieri: “Arrestatemi”

Lo scorso pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Roma San Basilio hanno arrestato un uomo di 80 anni, vedovo e già conosciuto ai militari, domiciliato presso l’abitazione del figlio, in regime degli arresti domiciliari, con l’accusa di evasione.

L’uomo si è presentato presso la caserma dei Carabinieri di San Basilio chiedendo di essere arrestato perché nell’abitazione dove viveva, con il figlio e la sua famiglia, la situazione stava degenerando, poiché la sua presenza non era più gradita. L’uomo in effetti, nonostante fosse residente a Monterotondo era di fatto domiciliari presso l’abitazione della famiglia del figlio, ristretto agli arresti domiciliari, dopo essere stato arrestato lo scorso 30 aprile per omicidio.

L’anziano in quell’occasione aveva ucciso con una coltellata il figliastro dopo una violenta lite nata per una bolletta non pagata. I militari hanno proceduto all’arresto dell’uomo e il giorno successivo a seguito dell’emissione di una ordinanza di custodia cautelare, da parte del Tribunale di Tivoli, l’80enne è stato portato presso il carcere di Rebibbia.

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Cronaca

Caterina Grassi: “Morso del ragno violino? Si può morire per le complicazioni della ferita”

Caterina Grassi, professoressa responsabile del Centro Antiveleni (CAV) del Policlinico Umberto I di Roma, è intervenuta ai microfoni di Radio Roma Capitale e, intervistata da Paolo Cento, ha fatto chiarezza sul morso del ragno violino, il pericoloso insetto che sta causando molto dibattito.

"Il ragno violino, da sempre presente in Italia, prende il nome dalla peculiare macchia che porta sull'addome. E' un animale prevalentemente notturno, solitario e non  aggressivo, cosa che rende il suo morso, dato quando si sente disturbato, raro ed accidentale. Questo provoca nel soggetto punto un dolore urente a pochi minuti di distanza. Nelle successive 12 ore, si può formare una vescica circondata da un alone biancastro. E' anche possibile – continua la responsabile del CAV dell'Umberto I, che nelle successive 24-72 ore la vescica si possa trasformare in un'ulcera necrotica, accompagnata da nausea, viomito, febbre, brividi e mialgie. Per il morso – sottolinea Grassi – non si puo morire che in maniera indiretta: per le complicazioni riportate dall'eventuale infezione della ferita o per reazioni anafilattiche allergiche che non diferiscono da quelle causate dalla vespa o dall'ape specialmente. Infatti, non esistono antidoti o trattamenti tossicologici specifici per il morso del ragno violino. Nei rari casi in cui si verificano lesioni significative bisogna trattarlo con antibiotici e cortisoni o, se più grave, con un intervento chirurgico. Potrebbe anche verificarsi un'insufficienza renale ma, anche questa, è molto rara. Ad ogni modo, in caso di morso, bisogna pulire e disinfettare la ferita e recarsi al pronto soccorso o rivolgersi al CAV. Per quanto riguarda la prevenzione – continua la professoressa – bisogna pulire e disinfettare le case, soprattutto gli angoli bui".

Altro animale molto pericoloso, è la vipera che, sorprendentemente, si trova anche in città ed ha mietuto molte vittime: "Le vipere – dice Caterina Grassi – scendono a valle perchè assetate. Le riconosciamo dalla forma triangolare della testa e dagli occhi verticali. Come per i ragni, in caso di morso bisogna fotografare l'animale in modo da facilitare il riconoscimento dell'animale, operare un bendaggio a monte della lesione per non far circolare il sangue e tranquillizzare il paziente. Si tenga presente – specifica Grassi – che il 50% dei morsi sviluppa avvelenamento ma solo il 20% richiede un trattamento. Il siero antivipera va applicato solo in caso di reale necessità perchè è, a volte, causa di shock anafilattico. Per questa ragione, recarsi immediatamente al pronto soccorso, dove si dovrà restare in osservazione per 12-24h". 

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Politica

Regione Lazio: nessuna responsabilità nei processi di delocalizzazione delle attività di autodemolizione

La Regione non ha alcuna responsabilità nei processi autorizzativi e nella delocalizzazione delle attività di autodemolizione. La competenza in materia è strettamente comunale: questa attribuzione, infatti, deriva dalla legge regionale 27/1998, con cui viene affidata ai Comuni del Lazio, compreso Roma Capitale, la delega sugli impianti di autodemolizione che operano nel proprio territorio. La Regione è sempre disponibile a fornire collaborazione e supporto, compatibilmente con le proprie funzioni di coordinamento e pianificazione, ma non è accettabile il continuo tentativo di trasferire e demandare ad altre istituzioni le responsabilità di governo locale.

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Politica

Sutri, sindaco Sgarbi a tutto campo: ok a intitolazione vie a Borsellino, Togliatti, Almirante e Pasolini

(Fonte: www.repubblica.it)

Vittorio Sgarbi, neoeletto sindaco di Sutri, un piccolo comune del Lazio, carica che riveste in contemporanea con quella di deputato di Forza Italia alla Camera, ha disposto l'intitolazione di quattro strade nel borgo in provincia di Viterbo, rispettivamente a Paolo Borsellino, Palmiro Togliatti, Giorgio Almirante e Pier Paolo Pasolini. Una visione, diciamo così, a tutto campo.

"Sono uomini – ha motivato su twitter Sgarbi – che si sono contraddistinti per lo straordinario impegno politico, civile e professionale, e che per questo sono da indicare come 'modello' ai giovani di oggi e alle generazioni future. E questo al di là delle loro posizioni politiche, tanto che oggi nei partiti di Governo tutte le componenti che fanno riferimento a quegli uomini sono rappresentate".

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Cultura

Facebook oscura la pagina “Roma fa schifo”

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

La pagina Facebook di “Roma fa Schifo” non c'è più: cancellata, oscurata dalla piattaforma. Cosa è successo? «In tutta apparenza sembrerebbe un problema dovuto al micidiale algoritmo di Facebook – è scritto sull'omonimo sito Internet – quel sistema che, complici segnalazioni anonime da parte degli utenti, riesce a chiudere pagine e profili personali con l'accusa di pornografia solo se si pubblica la foto di una mamma che allatta un bambino, o di un nudo artistico in una scultura classica o in un dipinto del Cinquecento. 

La motivazione è «bullismo». E sarebbe riferita a un filmato apparso sulla bacheca qualche giorno fa. «Si trattava di un fatto a nostro avviso significativo – si legge ancora sul sito -: una aggressione, per quanto solo verbale, di uno o più cittadini contro il gruppo di scippatrici che in barba all'azione delle forze dell'ordine ogni giorno frequentano la metropolitana. L'aggressione verbale era condita di plateali minacce di morte e di percosse. E' uno scenario che più volte in molti nostri contenuti social e qui sul sito avevamo prefigurato e previsto: lasciare le cose in abbandono e non risolvere i problemi in maniera autorevole e istituzionale porta le persone a risolverseli per conto loro in maniera spiccia. Avevamo pubblicato su Facebook il video aggiungendo questa frase di presentazione: "Cosa aspettiamo per intervenire, che qualcuno linci le scippatrici?". In italiano la frase è chiarissima». Qualche problema, si spiega, si sarebbe creato con la traduzione: si è «pensato che noi si inneggiasse al linciaggio delle scippatrici sotto la metro quando invece il messaggio che volevamo dare era esattamente l'inverso».

“Roma fa schifo” è una bacheca pubblica di approfondimento e riflessione nata nel 2008 – si ricorda nel sito omonimo – per «mettere insieme l'indignazione, le denunzie e le segnalazioni di migliaia di cittadini nei confronti della inenarrabile situazione» in cui «versa la città di Roma». «La pubblicazione è libera e a tutti è permesso di dire la propria per il bene della città. Non c'è una redazione, non c'è un responsabile, non c'è un controllo sui contenuti pubblicati: Roma fa schifo è un semplice blog, un diario, non una testata giornalistica». Intanto su Facebook c'è già “Roma fa schifo 2”.