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Politica

Roma, gabinetto della sindaca Raggi: a casa uno su quattro. Picco assenti sotto i 5S

(Fonte: La Repubblica, di DANIELE AUTIERI) – Nel gabinetto della sindaca Virginia Raggi c'è qualcuno che si sente come il ragionier Fantozzi, incaricato di tenere in movimento le sagome di cartone dei colleghi rimasti a casa, in ferie o in malattia. Gli ultimi dati pubblicati dallo stesso Comune certificano che da gennaio a marzo il tasso di assenza all'interno dell'ufficio esecutivo della prima cittadina è oscillato tra il 20 e il 25%, con una media di 4/ 5 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2016, quando sindaco era Ignazio Marino.

Tra i 221 dipendenti dell'ufficio guidato da Virginia Raggi, il 10% era assente per ferie, il resto per malattia, altri motivi o per via della legge 104, quella che riconosce alcuni giorni al mese per stare vicino a un parente in difficoltà.

Una performance peggiore non solo rispetto a quella del predecessore dem, ma anche a quella attuale registrata negli organi politici del Comune di Milano. Il tasso di assenza dell'ufficio di presidenza del consiglio comunale del capoluogo lombardo non supera il 17%, quindi fino ad 8 punti percentuali in meno di Roma.

Ma il confronto più deludente, rispetto all'immagine di efficienza che l'amministrazione grillina sta cercando di costruirsi, è quello con le imprese private. Rispetto a un tasso di assenza (escluse le ferie) che supera il 14% per il gabinetto della Raggi, la cifra media delle aziende italiane è 5,49%. Questo certifica il barometro sull'assenteismo pubblicato dalla società di consulenza Amyng, e offre un dato di riferimento confermato anche da Assolombarda, secondo la quale nel 2017 il tasso medio di assenteismo tra i privati non ha mai superato il 6%.

A Roma si batte la fiacca, o ci si ammala più facilmente, anche se chi lavora nel pubblico appare più cagionevole degli altri. E infatti – riporta l'Inps – negli ultimi cinque anni gli eventi di malattia nella pubblica amministrazione laziale sono aumentati del 9,7%, mentre sono diminuiti del 2,3% quelli denunciati dai privati.

La piccola epidemia che costringe le persone a letto non riguarda solo il gabinetto della sindaca ma tantissimi uffici del Campidoglio, alcuni dei quali responsabili di tassi di assenza veramente preoccupanti. Accade così che anche nell'ufficio dell'assemblea capitolina il tasso di assenza abbia raggiunto il 25,6% nel gennaio scorso, mentre nell'organismo di supporto al commissario straordinario del governo per il piano di rientro del debito di Roma capitale ( dove lavorano appena 4 persone), l'assenza complessiva ha toccato il 32%.

Stesso discorso per l'agenzia capitolina sulle tossicodipendenze ( 5 dipendenti) dove il tasso di assenza ha toccato il record del 34,55%, mentre tra i 13 lavoratori impegnati nell'ufficio speciale dedicato ai "rom, sinti e caminanti" la percentuale è stata del 25%.

C'è chi va in ferie e chi si mette in malattia, ma anche una buona quota ( tra il 5 e il 15%) di " assenza per altri motivi" non ben specificati, che coinvolge un po' tutti gli uffici, dagli assessorati ai municipi, dai vigili urbani alla ragioneria generale.

La tendenza sembra ormai radicata e per invertirla ci vorrebbe il pugno di ferro. Quello che Virginia

 Raggi prometteva nel luglio scorso contro i furbetti di Atac. " È ora di mettere la parola fine al caso di quei dipendenti che non lavorano – minacciava. – Non voglio generalizzare: chi si impegna non ha nulla da temere; ma chi non lavora deve capire che il clima è cambiato".
Cambia il clima ma non le vecchie abitudini, e gli annunci alla giustizia e all'efficienza assomigliano sempre più alle promesse sbiadite di chi predica bene e razzola male.

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Cronaca

Roma, controlli al Camping River, impedito per ore l’accesso agli agenti

 

(Fonte. La Repubblica, di Rory Cappelli) – Questa mattina alle 7 uomini e donne della polizia di Roma Capitale, guidati dal comandante Antonio Di Maggio, con pattuglie del comando, Spe, Gpit, Gssu e gruppo Cassia si sono recati per controlli al Camping River, in via della Tenuta Piccirilli, dove già il 18 aprile scorso si era tenuta un'operazione con 60 agenti

 e 25 mezzi nel corso della quale erano state fermate 10 persone, sequestrati 25 veicoli sprovvisti di assicurazione e un'area usata come discarica.

Dopo una trattativa affinché venissero rimossi i lucchetti, le serrature e tutto ciò che impediva l'accesso, gli agenti sono stati fatti entrare. In questo momento stanno controllando i moduli abitativi, identificando gli occupanti anche per verificare che non vi siano abusivi all'interno.

 

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Cronaca

Roma, la movida di Trastevere diventa un caso europeo: in 200 alla Corte per il sonno rubato

(Fonte: La Repubblica, di Luca Monaco) – Il tintinnio del vetro calciato sui sampietrini al chiaro di luna è diventato ormai l'ultimo fastidio in un rione piegato alla "dittatura del rumore " . Ferito dalle risse che si scatenano all'esterno dei locali, aperti sotto forma di finte associazioni culturali: pompano musica fino alle 10 del mattino senza impianto di insonorizzazione.

Trattengono oltre l'alba la componente peggiore del popolo della movida che ogni notte invade i vicoli tanto cari al Trilussa. Un'onda incontenibile, capace di aggirare ogni più elementare norma di convivenza civile. " Trastevere sta morendo " , trasfigurata in una fabbrica del divertimento. Adesso 200 residenti, dopo anni di battaglie per il decoro, hanno deciso di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Vogliono essere risarciti "per il sonno negato".

" Abbiamo già dato mandato a un nostro avvocato di presentare la denuncia – afferma Dina Nascetti, la presidente del comitato Vivere Trastevere – l'articolo 8 della Convenzione dei diritti umani sancisce il diritto dei cittadini al rispetto della loro vita privata e familiare " . La decisione prende le mosse da un precedente storico.

Nel gennaio scorso i giudici di Strasburgo hanno accolto il ricorso presentato dai difensori di Miguel Cuenca, un 87enne spagnolo di Valencia, che dopo 20 anni di battaglie legali è riuscito finalmente a vincere la sua personale crociata contro la movida selvaggia: lo Stato spagnolo dovrà adesso risarcirlo per ogni notte trascorsa con gli occhi sbarrati in attesa che la folla di ubriachi si ritirasse dal suo quartiere, San Josè.

L'uomo riceverà una cifra simbolica di 6mila euro. "Al di là della somma, che servirà per rientrare delle spese legali, ci interessa il risultato finale – spiega Nascetti – dopo 20 anni di attivismo e decine di esposti in Procura, se il tribunale ci darà ragione, il Comune e le altre istituzioni saranno costretti ad applicare tutte le contromisure utili a garantirci la vivibilità del rione".

Un boccone di città storica afflitto da mille problemi: dal traffico, all'invasione dei B& b, alla cattiva raccolta dei rifiuti. " Sia chiaro – continua Nascetti – vogliamo una Trastevere viva, allegra, ma nel rispetto della vita dei residenti " . La lista dei diritti negati è lunga. Le proteste rimbombavano due giorni fa nella sala in via della Paglia dove 200 abitanti si sono riuniti per trovare le contromisure più utili a difendere la loro qualità di vita. "Non ne possiamo più – sbotta Marta, libera professionista 35enne – non si dorme nemmeno l'inverno. In vicolo Moroni siamo accerchiati da due pub e un locale aperto come associazione culturale che sparano musica a tutto volume con le porte aperte".

L'unico rimedio per riuscire a prendere sonno poco prima dell'alba "sono le pillole di melatonina – dice ancora Marta – . Le forze dell'ordine non li controllano mai " . Un'esclamazione carica di disappunto. Lo stesso di chi abita in via Mameli, via di Santa Cecilia, via della Luce, le nuove zone battute dalle squadriglie di ragazzi alticci che fino a qualche anno fa si limitavano a circolare nel

 "triangolo delle bevute" compreso tra piazza Trilussa, piazza Santa Maria in Trastevere e piazza della Malva.

"Chiediamo l'entrata in vigore della Ztl alle 20 e le strisce blu riservate solo ai residenti " , invoca Giorgio. I punti mobili di raccolta dei rifiuti per utenze commerciali sarebbero necessari. Ma quando l'ultimo locale spegne la musica, i residenti escono di casa con gli occhi gonfi dal sonno e percorrono vicoli invasi dall'immondizia.

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Cronaca

Ostia: incendia cassonetti Ama, arrestato giovane piromane

(Fonte: Romatoday, di Lorenzo Nicolini) – Ha un nome il piromane che, nella notte, ha incendiato 8 cassonetti Ama ad Ostia. A finire in manette, arrestato dai Carabinieri di Ostia, un giovane romano di 24 anni, già noto alle forze dell'ordine. Il ragazzo è stato bloccato in viale delle Repubbliche Marinare quando stava cercando di dar fuoco ad un'auto parcheggiata a pochi metri dalla caserma dei Carabinieri. 

8 cassonetti in fiamme ad Ostia

I militari intervenuti, tuttavia, hanno impedito il nascere del rogo e trovato un innesco rudimentale, fatto di fogli di carta, tra la parafango ed il pneumatico dell'auto. Da lì gli uomini dell'Arma hanno ricostruito la folle notte del 24enne. Il giovane, infatti, da piazza Lorenzo Gasparri, ad Ostia Nuova, feudo del clan Spada, ha bruciato ben 8 cassonetti Ama per finire la sua scia di fuoco proprio in viale delle Repubbliche Marinare.

Arrestato piromane dei cassonetti

Incendi tutti dolosi che sono costate le manette ai polsi del piromane arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli. Sul suo conto, ora, sono in corso le indagini per determinare se anche in altre occasioni era stato lui a dar fuoco ai contenitori dei rifiuti Ama. Non è la prima volta, infatti, che Ostia viene colpita. 

I precedenti incendi di cassonetti ad Ostia

L'ultimo, in ordine di tempo, ad aprile poi in via Stiepovich a marzo poi in via delle Gondole a febbraio. Altri incendi in via delle Triremi, alle 4:15 del mattino di Natale, ad Acilia. Prima ancora il 23 dicembre in via delle Repubbliche Marinare.

A bruciare sette cassonetti. Poi, la stessa sera, in via delle Zattere, tre cassonetti, e via delle Gondole: in fiamme un'auto e un cassonetto. Il 22 lo scenario si era spostato a piazza Anco Marzio, nel "salotto di Ostia". Tra il 25 e il 26 ottobre, invece, la notte di fuoco con ben 30 cassonetti dati alle fiamme.

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Cronaca

Roma, maxi voragine alla Montagnola: traffico in tilt

(Fonte: www.repubblica.it)

(di Flaminia Savelli)Maxi voragine alla Montagnola: si riapre la strada a via Ambrosini all’altezza del civico 202. Da questa mattina il traffico all’incrocio con via Accademia degli Agiati è parzialmente deviato per una buca di sette metri. Sul posto tecnici, periti e polizia Municipale stanno coordinando le operazioni di messa in sicurezza. Tanta la paura per i residenti perché il cratere continua ad allargarsi e l’asfalto a cedere. È da accertare cosa abbia causato il cedimento dell’asfalto per la seconda volta. Già lo scorso novembre – era la mattina del 22 – nello stesso punto il terreno era franato per 30 metri. Fortunatamente al momento del crollo, avvenuto proprio sulle strisce pedonali, non c’erano persone o auto in transito. Gli accertamenti poi eseguiti hanno stabilito che il terreno aveva ceduto per una perdita d’acqua da una delle condotte di via Ambrosini.

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Cronaca

Incidente in via di Brava: si scontrano auto e moto, 19enne in codice rosso in ospedale

(Fonte: www.romatoday.it)

(di Mauro Cifelli)Quattro feriti in due incidenti in meno di due ore. Dopo l'incidente sulla via Laurentina, avvenuto questa mattina alle 5:30, poco prima delle 8:00 gli agenti della polizia locale di Roma Capitale sono intervenuti assieme al personale del 118 per un altro scontro che ha coinvolto un'auto ed una moto. Il sinistro è avvenuto al civico 15 di via di Brava, altezza incrocio via Aurelia. Ad avere la peggio il centauro, un 19enne, trasportato in codice rosso al Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Ancora da accertare l'esatta dinamica dell'incidente stradale, sulla quale hanno svolto i rilievi gli agenti del XII Gruppo Monteverde della Polizia Locale di Roma Capitale. A scontrarsi una moto Ktm ed una Renault Twingo. Ferito anche l'automobilista, un 76enne italiano, affidato alle cure dell'ambulanza a trasportato in codice giallo all'Aurelia Hospital. Ben più gravi le condizioni del motociclista, rianimato sul posto dal personale del 118 e poi accompagnato d'urgenza al nosocomio universitario di via della Pineta Sacchetti. 
 

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Cronaca

Giro d’Italia, blitz anti-israeliano sul ponte intitolato a Settimia Spizzichino: e spunta la bandiera palestinese

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

(di Marco Pasqua) Blitz contro il Giro d'Italia, e in particolar modo contro Israele, firmato dai filopalestinesi. Gli stessi che hanno preannunciato iniziative di protesta per domenica 27, quando la competizione ciclistica attraverserà la Capitale. Stanotte, il movimento che promuove il boicottaggio di Israele, ha affisso la bandiera palestinese e lo striscione “il giro è sporco di sangue” sul ponte intitolato a Settimia Spizzichino (unica donna sopravvissuta alla retata nel ghetto il 16 ottobre 1943). Un'operazione che ha visto scendere in campo una ventina di attivisti, tutti a volto scoperto, che hanno anche acceso dei fumogeni. «Bandiera e striscioni sono stati già rimossi – avvisa Carla di Veroli, nipote della Spizzichino – Trovo vergognoso e oltraggioso per mia zia Settimia Spizzichino, per coloro che nei lager sono stati sterminati e per gli ex deportati, aver compiuto un gesto che ancora una volta, in modo ignobile, tenta di far passare l’equazione Gaza come Auschwitz». Le iniziative. Hanno annunciato di voler sfidare apertamente la Green zone prevista dalla Questura per domenica, in occasione del passaggio del giro in città: lo hanno annunciato sui social e, oggi, hanno anche inviato un documento, firmato dalla campagna "CambiaGiro". «La Questura ha dichiarato una zona verde interdetta alle manifestazioni in tutto il centro di Roma – spiegano gli anti-israeliani – Noi invece la coloreremo di verde, rosso, bianco e nero, i colori della Palestina. Invitiamo tutte e tutti a: – Invadere i propri territori di scritte, striscioni, volantini, cartelli a sostegno della campagna #CiVediamoInGiro e #CambiaGiro». L'appuntamento è per domenica al Circo Massimo, poco prima delle 16, dove, dicono gli organizzatori del blitz, «al momento giusto la Palestina che resiste si paleserà con i suoi colori e i suoi simboli». 

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Cronaca

Genzano, mamma di 35 anni muore in piscina mentre si allena

(Fonte: www.ilmessaggero.it)
(di Simone Pierini)Un dramma senza risposte quello di Federica Menotti, morta a 35 anni in piscina mentre si allenava. È accaduto a Genzano di Roma, a pochi chilometri dalla Capitale. Ha accusato un malore ed inutili sono stati i tentativi di salvarla del 118 giunto sul posto. La Procura di Velletri ha aperto un'inchiesta. Il nuoto è sempre stato la sua passione, lo aveva aveva praticato sotto le insegne della Rari Nantes Aprilia e fin da piccola aveva coltivato l'amore per questo sport. Cresciuta ad Aprilia, si era trasferita a Lanuvio dove si era sposata e viveva con il marito e i suoi due figli. Aveva gareggiato per tanti anni e non aveva mai abbandonato il mondo delle piscine. Il cordoglio per scomparsa di Federica si rincorre sui social con tanti messaggi in suo ricordo, in primis da parte della sua società. «La Rari Nantes aprilia si unisce al dolore della famiglia Menotti per la perdita della cara Federica, atleta e persona esemplare». 

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Incendio in via Tiburtina: cassonetti in fiamme, distrutti 4 contenitori Ama

(Fonte: www.romatoday.it)

(di Lorenzo Nicolini)Cassonetti in fiamme oggi 24 maggio in via Tiburtina. E' successo all'altezza del civico 655 intorno alle 15 circa in zona Pietralata. A bruciare quattro raccoglitori dei rifiuti Ama, completamente distrutti mentre uno è rimasto danneggiato. A dare l'allarme alcuni residenti che, passando all'incrocio con via Tiburno, hanno allertato il Numero Unico per le Emergenze.Sul posto i Vigili del Fuoco ed i Carabinieri che hanno iniziato le indagini senza escludere nessuna pista. Solamente la notte scorsa, ad Ostia, sono stati 8 i cassonetti Ama incendiati a distrutti da un piromane poi arrestato dai militari dell'Arma che lo hanno bloccato in viale delle Repubbliche Marinare.

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Rissa di piazza Cavour a Roma, il testimone in aula: «C’era un ragazzo a terra in una pozza di sangue»

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

«Ho visto un ragazzo a terra ferito gravemente, ho urlato di lasciarlo stare ma hanno colpito anche me con un casco». Lo ha detto uno dei ragazzi chiamati a testimoniare all'udienza che si è svolta oggi in Tribunale a Roma al processo per la maxi rissa avvenuta a Piazza Cavour, a Roma, il 14 ottobre 2016 durante la quale un 16enne venne aggredito e accoltellato.Sul banco degli imputati, accusati di tentato omicidio, ci sono Matteo Mecucci, Lorenzo Palleschi e Saro Buttafuoco, tutti e tre ai domiciliari, mentre un altro ventenne, Stefano Curcio, è stato già condannato a 4 anni e 8 mesi in rito abbreviato. «Valerio era a terra, in una pozza di sangue e con la testa gonfia – ha detto un altro ragazzo in aula – Insieme ad un'altra persona l'ho aiutato ad alzarsi e lo abbiamo soccorso». A scatenare l'aggressione, con coltelli e caschi, fu secondo l'accusa la volontà di dimostrare chi comandava nella zona dei giardinetti tra il palazzo della Cassazione e il cinema Adriano. La prossima udienza è stata fissata per il 30 ottobre.