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Cronaca

Via Vetulonia, fermato ladro di bici

Ieri pomeriggio, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato, per furto aggravato, un cittadino delle isole Bahamas, di 48 anni, senza fissa dimora, nullafacente e già con precedenti specifici. I militari, a seguito di una segnalazione giunta al 112, sono intervenuti in via Vetulonia, ed hanno bloccato il ladro mentre, si stava allontanando in sella ad una costosa bicicletta rubata poco prima. L’uomo armato di un arnese da scasso, trovato dai militari nelle tasche del giubbotto, a seguito della perquisizione personale, ha forzato la catena che teneva legata la bici ad un palo e si è impossessato del mezzo a due ruote. La bici è stata poi restituita al legittimo proprietario. Il 48enne dopo l’arresto è stato portato in caserma e trattenuto, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa di essere sottoposto al rito direttissimo.

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Cronaca

Tor Tre Teste, tenta la “truffa dello specchietto” ma finisce in manette

A seguito della denuncia di un anziano 70enne, i Carabinieri della Stazione Roma Tor Tre Teste hanno arrestato un italiano di 28 anni, già noto alle Forze dell’Ordine, con l’accusa di truffa aggravata e continuata. Il truffatore, ieri pomeriggio, in via del Campo, all’incrocio con via Ghini, si è avvicinato al finestrino dell’auto condotta dall’anziano, accusandolo di avergli fatto cadere a terra il cellulare danneggiandolo, dopo essere stato colpito dallo specchietto retrovisore. Facendo leva sulla vulnerabilità della vittima, il truffatore è riuscito a farsi consegnare una banconota da 50€ e il numero di cellulare. Il giorno seguente il 28enne è tornato alla carica, ha chiamato la vittima chiedendogli ulteriori soldi poiché quelli già dati non bastavano per effettuare la riparazione del danno. La vittima a questo punto ha capito che si trattava di una truffa e, per paura di ritorsioni fisiche nei propri confronti, è andato presso la Caserma dei Carabinieri di zona per denunciare il fatto. Ieri pomeriggio, all’incontro tra i due si sono presentati anche i Carabinieri che sono intervenuti subito dopo lo scambio di denaro. Dopo l’arresto il truffatore, vecchia conoscenza dei militari, è stato portato in caserma e successivamente condotto presso la propria abitazione agli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo.

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Politica

Regionali, via allo spoglio. Proiezioni: Zingaretti 34%, Lombardi 32%, Parisi 27%

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Via allo spoglio per le elezioni Regionali nel Lazio. In base alle prime proiezioni Rai, che tuttavia contemplano un margine di errore del 4%, Zingaretti è al 34%, Lombardi al 32%, Parisi al 27%. Le proiezioni de La7 invertono sostanzialmente i dati di M5S e centrodestra assegnando il 27,1% a Lombardi e il 30,1% a Parisi. 

NEL LAZIO
Secondo il primo exit poll del Consorzio Opinio Italia per la Rai, invece, Zingaretti (centrosinistra) era avanti con il 30-34%, mentre Stefano Parisi (centrodestra) si attestava al 26-30%%. Roberta Lombardi (M5s) al 25-29% e Sergio Pirozzi (lista civica) al 2-4%.

Mentre nel resto dello Stivale il Pd perde seggi e consensi, la vittoria di Zingaretti sarebbe l'unico successo tanto più che si tratterebbe della prima volta che un governatore uscente viene riconfermato nel Lazio. Da capire se la conquista del bis consentirà a Zingaretti di avere una maggioranza stabile in Consiglio regionale o se lo scrutinio di oggi partorirà un mandato traballante, considerando che la coalizione allestita nel Lazio dal Pd tiene già dentro, a differenza di quella nazionale, la sinistra di Liberi e Uguali (è rimasta fuori invece la lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, che ha appoggiato la corsa dell'ex veltroniano Jean-Léonard Touadi).

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RISCHIO «LAME DUCK»
Sull'aula della Pisana per ora continua ad aleggiare lo spettro della lame duck, come dicono negli Usa, l'anatra zoppa, cioè un presidente eletto ma senza maggioranza tra i consiglieri regionali. Nel Lazio si vota con un sistema elettorale misto: l'80% dei seggi (40), è assegnato con il proporzionale, mentre i 10 scranni che restano vanno alla coalizione che esprime il governatore. Ma questo premietto di maggioranza non basta a controllare il Consiglio, se le liste del candidato vincente non riescono a superare il 36% dei voti. Per dare stabilità al governo regionale, i dem potrebbero essere costretti a siglare un patto con il civico Pirozzi, ammesso che entri in Consiglio, il quale però durante la campagna elettorale è sembrato più vicino alla grillina Lombardi.

Dall'altro lato della contesa, Parisi ha ancora un margine (stretto, va detto) per sperare nel ribaltone. «Dai primi exit poll è un testa a testa tra me e Zingaretti e questo è già un risultato straordinario, la campagna elettorale è iniziata solo trenta giorni fa e ci davano fuori partita», ha detto ieri notte nel suo comitato elettorale. Anche in caso di sconfitta di misura, l'ex city manager che due anni fa sfiorò l'elezione a sindaco di Milano col centrodestra contro Beppe Sala, potrebbe comunque dirsi soddisfatto, considerato che fino ai primi di febbraio la sua coalizione era indietro di venti punti e così come sotto il Duomo, potrebbe intestarsi una «rimonta» difficile, anche se sfortunata al traguardo.

Sul fronte pentastellato, Lombardi aveva puntato tutte le fiche sulla partita regionale, dopo il mandato in Parlamento nella legislatura appena conclusa. Per l'ex capogruppo alla Camera del M5S, se i numeri degli exit poll venissero confermati, sarebbe fondamentale acciuffare almeno la seconda piazza della competizione, per mettere un freno ai mal di pancia interni al Movimento laziale, che negli ultimi mesi non sono mancati, a cominciare dai dissidi sui vaccini con la senatrice Elena Fattori. Per Lombardi, in ogni caso, questa sarà l'ultima corsa: «È il mio ultimo mandato in politica – ha detto al Messaggero dieci giorni fa – dopo questa esperienza tornerò al mio lavoro».

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Cronaca

Ostia, 39enne arrestato per atti osceni in luogo pubblico

Ieri pomeriggio, di fronte ad un seggio elettorale, un uomo ha iniziato a masturbarsi per strada. La vicenda è avvenuta ad Ostia, davanti alla scuola Acque Rosse in largo delle Marianne. Immediato l'intervento dei Carabinieri che erano presenti nella zona per svolgere l'attività di sorveglianza. Il maniaco, di 39 anni, è finito in manette con l'accusa di atti osceni in luogo pubblico.

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Cronaca

Maxi voragine al Tufello: strada chiusa e bus deviati

(Fonte: www.romatoday.it)

(di Ma. Cif.) Una maxi voragine al centro della strada, insidiosa in quanto nascosta sotto la pozzanghera che si è formata al suo interno a causa della pioggia. Siamo al Tufello, su via delle Vigne Nuove. Qui una grande buca ha richiesto la chiusura temporanea di un tratto della strada che collega Montesacro alla zona di Porta di Roma. Il dissesto stradale, con conseguente chiusura in entrambi i sensi di marcia, nel tratto compreso fra via Villa di Faonte e via delle Isole Curzolane. Problemi per i bus delle linee 339 e 349, con gli stessi costretti a deviare il percorso da via delle Isole Curzolane, per poi proseguire su via Monte Petrella, via Monte Resegone e tornare su via delle Vigne Nuove. Una strada dissestata in tutta la sua lunghezza, in particolare nel tratto compreso fra via delle Isole Curzolane e piazza Monte Gennaro, vero spauracchio dei motocicilisti che la transitano per andare in direzione della Nomentana e di via della Bufalotta. Una situazione di pericolo, soprattutto per gli scooteristi costretti a pericolose gimcane per evitare di finire dentro alle buche. Stesso scenario anche in altri quartieri periferici della città, come in via dell'Archeologia a Tor Bella Monaca, via Achille Vertunni a Tor Sapienza e via Collatina/via dell'Acqua Vergine, fra Nuova Ponte di Nona e Salone. Qui, nella periferia est della Capitale, la pioggia battente dell'ultima settimana ha peggiorato di molto la situazione del manto stradale facendo letteralmente sbriciolare l'asfalto con la formazione di buche e voragini.
 

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Cronaca

Strada provinciale San Martino, al via i lavori di rifacimento

«La difficile situazione della viabilità sulle strade di competenza della Città metropolitana di Roma Capitale risente, come noto, degli anni di progressiva contrazione delle risorse disponibili che hanno impedito una regolare e complessiva manutenzione negli oltre 2000 km di viabilità provinciale. Il maltempo ha aggravato le condizioni in molti tratti, come nel caso della Variante San Martino, per cui già nei mesi scorsi erano stati presi provvedimenti di riduzione della velocità e segnalazione dei pericoli per evitare ulteriori disagi a chi percorre quel tratto. Con il bilancio 2017 sono state messe a disposizione risorse che consentono di far ripartire interventi di manutenzione straordinaria, a partire dalle situazioni più critiche. Tra queste la SP San Martino, per cui la gara è stata affidata ed è in corso la consegna dei lavori. Si procederà al rifacimento della pavimentazione e della sottostruttura dal km 0+000 (incrocio con la SP Nomentana) al km 3+200 (dopo l’incrocio con via della Fonte). Già nei prossimi giorni si avvieranno i lavori preliminari: il tratto dal km 4+200 al km 5+620, innesto con la SP Traversa del Grillo, sarà chiuso al traffico (deviando la circolazione sulla complanare via comunale), per consentire le indagini sulla consistenza della sovrastruttura e del fondo stradale e predisporre il necessario intervento di rifacimento del tratto». È quanto dichiara il Consigliere delegato alla viabilità della Città metropolitana di Roma Capitale, Marcello de Vito, in merito alle condizioni dell’arteria Sp 25b (San Martino Variante).
 

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Cronaca

Casal Palocco, rapina in villa

Spiacevole episodio accaduto domenica pomeriggio in zona Casal Palocco. Due rapinatori si sono introdotti nell'abitazione di due anziani, minacciandoli e rubando loro un orologio del valore di 1000 euro e denaro contante. I due ladri, una volta entrati nella camera da letto dei coniugi, hanno esordito con la frase "siamo della polizia". Dopodichè hanno aggredito l'uomo di 85 anni, facendolo cadere a terra. La moglie, terrorizzata dalla scena, ha assistito al furto. Dopo lo shock la coppia ha contattato gli agenti di polizia che hanno raggiunto il posto per ricostruire l'accaduto. L'episodio è avvenuto in via Aristonida intorno alle 14:30.

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Politica

Elezioni 2018, Renzi si dimette da segretario Pd: «Sconfitta netta, ora no a inciuci andiamo all’opposizione»

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Renzi si dimette da segretario Pd. «Abbiamo riconosciuto con chiarezza la sconfitta. Dobbiamo aprire una pagina nuova», dice aprendo il suo discorso al Nazareno. «Siamo orgogliosi dello straordinario lavoro di questi anni ma la debacle è evidente. L'Italia ha una situazione politica per cui chi ha vinto non ha i numeri per governare. Una situazione che nasce dalla vicenda referendaria di un anno fa». L'ex premier evoca quindi i 5Stelle: «La più grande bugia è "non faremo mai accordi". Mostrino il loro valore se ne sono capaci. Il nostro errore principale è stato non capire che bisognava votare in una delle due finestre del 2017, con la Francia o con la Germania. In questa campagna siamo stati troppo tecnici. Se a questo sommiamo il vento estremista che siamo riusciti a fermare nel 2014 ma non stavolta comprendiamo come il risultato sia deludente». «Il simbolo di questa campagna è il contrasto nel collegio di Pesaro: il centrosinistra ha candidato un ministro che ha fatto un lavoro straordinario con il problema dei migranti, ovvero Marco Minniti. Eppure Cecconi, il candidato M5S impresentabile per definizione degli stessi 5Stelle, ha vinto. E' ovvio che io lasci la segreteria Pd. Non c'è nessuna fuga. Terminata la fase dell'insediamento del Parlamento e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta». Ma attenzione: «Non ci sarà un reggente scelto dal caminetto ma un segretario eletto dalle primarie», dice Renzi. «Ora si riparte dal basso – continua -. Dal territorio. Non solo le periferie geografiche, ma anche quelle della quotidianità». Quindi enuncia tre no: «No inciuci, no ai caminetti ristretti di chi immagina il Pd come luogo di confronto dei soli gruppi dirigenti, no a ogni forma di estremismo». «Ho già chiesto ad Orfini di aprire una fase congressuale. Un congresso che permette alla leadership di fare ciò per la quale è stata eletta». «Restituiamo le chiavi di una casa in ordine e tenuta bene – conclude Renzi -. Il Pil è umentato, l'export è migliorato, sono aumentati i posti di lavoro. Siamo orgogliosi dei risultati e siccome vogliamo bene all'Italia speriamo che quelli che sembrano pronti a prendere le redini del paese facciano meglio di noi. Noi saremo una oppisizione leale. Società aperta contro società chiusa, verità contro fake news, diritti contro intolleranze, lavoro contro sussidi, giustizia fiscale contro flat tax, cultura contro il fai da te. Sono solo alcune ragioni per cui non potremmo mai fare un governo con forze antisistema». Ieri notte, nell'ora più buia del Partito democratico, al Nazareno c'era anche Renzi. Voleva aspettare lo spoglio a casa, nella sua Firenze, e invece pochi minuti prima della chiusura delle urne varca la soglia della sede nazionale del Pd. Il «tesoretto» del 40% alle europee, che segnò l'ascesa a palazzo Chigi, è evaporato, dimezzato. E il segretario si prepara a una resa dei conti che potrebbe passare dal tentativo di condizionarne le scelte, nelle trattative per il governo. Un redde rationem che potrebbe lui stesso anticipare. Con il passo indietro. Aveva escluso di mollare la segreteria, Renzi. Ma con il passare delle ore e con il trend che sembra attestare il Pd sotto il 20% ai minimi storici, sembra accarezzare l'idea di essere coerente con la propria storia e assumersi in pieno la responsabilità della sconfitta. Ha seguito i dati nel suo ufficio al secondo piano del Nazareno con Matteo Orfini e i fedelissimi, da Martina a Luca Lotti a Lorenzo Guerini. L'elettorato del Pd sembra essersi rimpicciolito, anche al netto della scissione. Si pagano gli anni di governo, nonostante i dati del Pil positivi e tutti i risultati elencati allo sfinimento in campagna elettorale.Paolo Gentiloni segue ha seguito lo spoglio da Palazzo Chigi. I «big» non-renziani del partito non si sono visti al Nazareno. Non ci sono i ministri Graziano Delrio e Dario Franceschini, non ci sono i leader della minoranza Andrea Orlando e Michele Emiliano. Dalla minoranza, fermamente contraria a ipotesi di larghe intese, potrebbe levarsi nelle prossime ore anche la richiesta di andare a «vedere» sul serio le carte dei Cinque stelle. Un governo con i grillini e gli ex compagni di LeU (per quanto anche loro 'rimpiccioliti' dal voto) potrebbe essere anche un viatico per la ricostruzione dell'unità a sinistra. Ma il segretario è contrario a questa ipotesi e su questo non sembra aver cambiato idea. Certo, le cose potrebbero cambiare, se tra qualche ora non fosse più lui il segretario. «Il Pd andrà all'opposizione». È stato Rosato, in tv da Bruno Vespa, a sdoganare sin dai primi exit poll la parola che tutti temevano ma nessuno osava pronunciare al Nazareno fino a oggi. Una lettura apparsa subito scontata, con i numeri delle urne che di ora in ora hanno lasciato pochi margini ai dem, addirittura con l'asticella del 20% diventata difficile da agguantare. «Un tracollo. Una debacle», si è lasciato sfuggire persino qualche renziano scorrendo i numeri davanti alla tv. «Complimenti a Leu», è stato uno dei commenti di Renzi tra un exit poll e una proiezione. Ma lo schema di buttare la croce sugli scissionisti regge solo fino a un certo punto, visti i risultati poco lusinghieri raggiunti dai bersaniani. La delusione, tra i dem, è evidente. Così come la tensione. Nessun dirigente si è fatto vivo in sala stampa, disertata nonostante il numero record (300) di accreditati. 
 
 

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Politica

Regionali Lazio, quinta proiezione Rai: Zingaretti al 34%, Parisi al 29,9%

(Fonte: www.larepubblica.it)

Aumenta il vantaggio di Nicola Zingaretti sugli avversari nella corsa a governatore del Lazio. La quinta proiezione Rai effettuata dal Consorzio Opinio Italia per le Regionali attribuisce infatti a Zingaretti, candidato con il centrosinistra, il 34% (era 33,59 nella precedente proiezione); a Parisi, centrodestra, il 29,9 (era 29,6); a Lombardi, M5s, il 27,9 (era 29); a Pirozzi il 4,3 (era 4,0). Il campione è del 40%, margine di errore fissato al 2,60%. La proiezione è stata accolta con un boato al comitato di Zingaretti, in piazza di Pietra. Fiducia anche dal centrodestra. "Dai dati della Camera e del Senato viene fuori un trend positivo del centrodestra nella regione Lazio, che ci fa ben sperare. Siamo sicuri e tranquilli che possiamo farcela", ha detto Donato Robilotta, referente di Energia per l'Italia Lazio, parlando con i cronisti all'hotel Savoy di Roma, dove il comitato di Stefano Parisi sta seguendo lo spoglio delle schede. "Ovviamente – ha osservato Robilotta – per le elezioni regionali c'è una scheda diversa, ma dai dati che abbiamo visto immaginiamo che in un punto o punto e mezzo ci siano tutti e tre i candidati. Dunque si puo' parlare di una battaglia al fotofinish. C'è soddisfazione per una battaglia che sembrava impossibile e credo che nonostante Pirozzi possiamo vincere lo stesso". "Siamo fiduciosi che anche in Regione Lazio si possa fare un buon risultato. Vogliamo diventare forza di governo anche qui". Lo ha detto, dal quartier generale allestito dal M5S per aspettare lo spoglio del voto regionale, Devid Porrello, consigliere regionale uscente del M5S già designato come prossimo vicepresidente da Roberta Lombardi in caso di sua vittoria. "In campagna elettorale abbiamo sempre detto che sarebbe stato un 'ballottaggio' tra noi e Zingaretti, abbiamo buone speranze – ha spiegato Porrello -. Appena avremo risultati un pò più concreti ci sbilanceremo un po' di più. 

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Politica

Regionali Lazio, Zingaretti vince nel Lazio con il 34%, Parisi al 29%, Lombardi al 27%

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Il governatore uscente Nicola Zingaretti del Pd ha vinto le elezioni per la presidenza della regione Lazio. Zingaretti, quando sono state scrutinate 3578 sezioni su 5285 si attesta al 34,22%, mentre Parisi si ferma al 30,17%. La 5 stelle Roberta Lombardi segue con il 26,84% e Sergio Pirozzi non va oltre il 4,66%. Mentre nel resto d'Italia il Pd perde seggi e consensi, la vittoria di Zingaretti è praticamente l'unico successo tanto più che si tratta della prima volta che un governatore uscente viene riconfermato nel Lazio.

«È stato opportuno attendere, sicuramente il dato delle regionali del Lazio è che c'è stata da parte di tutti noi nello stesso giorno una straordinaria e bellissima rimonta nel voto. La differenza tra il voto politico e quello regionale oscilla tra 250 e 300 mila voti», ha detto Zingaretti parlando al suo comitato elettorale in piazza di Pietra a Roma dove è arrivato anche il fratello Luca.

Alle elezioni regionali del Lazio ha votato il 66,46% degli aventi diritto. Nella precedente tornata elettorale del 2013, che però si svolse in due giorni, si era recato alle urne il 72% degli elettori.

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L'effetto Zingaretti sul Partito democratico vale circa 3 punti, e il governatore prende oltre 100 mila voti in più della sua stessa coalizione. È quanto emerge incrociando i dati, ancora provvisori, di Camera e Regionali in relazione al Pd. A livello nazionale il Pd si attesta al 18,7 per cento; in Lazio 1 uninominale i dem sono al 20,54, in Lazio 2 uninominale al 14,87. Se si vanno però a guardare i dati del Pd alle Regionali – dove il nome di Zingaretti appare nel simbolo – il partito arriva al 21,5%; a Roma città il divario è più marcato: il Pd è al 22,5%.