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Cronaca

Verde a Roma, abbattuti 450 alberi malati ma i nuovi saranno alti solo tre metri

(Fonte: www.larepubblica.it)

(di Cecilia Gentile) Bollettino alberi: su 82mila ad alto fusto ne sono stati monitorati finora 36mila, mentre a cadere sotto i colpi delle motoseghe sono stati 450 esemplari in tutta Roma. Erano malati, danneggiati o arrivati a fine vita.
I dati hanno l'imprimatur del Campidoglio e vengono direttamente dal Servizio Giardini. L'assessora all'Ambiente Pinuccia Montanari ci tiene però a diffondere una buona notizia. Prima su Facebook, naturalmente, poi con un comunicato stampa: "Gli alberi eliminati verranno tutti sostituiti con un numero di piante compreso tra i 500 e i 700 esemplari". La cifra a forbice si spiega perché il bando che ha assegnato la fornitura in opera di alberi stradali ha un valore di 250mila euro, che copriranno l'acquisto delle varie essenze. I tecnici del Servizio Giardini però devono ancora decidere quali saranno le nuove essenze, che naturalmente hanno costi diversificati. Dunque finora è stato possibile stabilire soltanto un numero minimo ed un numero massimo. Certo è che la vasta operazione di sostituzioni che prenderà il via per la prima volta nella capitale dopo decenni caratterizzati unicamente da tagli o crolli, è destinata a cambiare il volto di Roma. Prima di tutto perché al posto degli alberi ad alto fusto ci saranno esemplari alti tre metri, messi a dimora con un'impalcatura protettiva alta almeno due metri e mezzo, sicuramente meno imponenti e visibili dei giganti di 20 o 30 metri abbattuti a partire da luglio scorso. Poi perché c'è un grande tema all'ordine del giorno: se sia opportuno ripristinare dappertutto i pini domestici, che sono molto problematici in ambiente urbano.Italia Nostra Roma affila subito le armi. " Questa non è più una questione botanica, ma paesaggistica – spiega la vicepresidente Vanna Mannucci – Il pinus pinea, anche chiamato pino domestico, segna ormai lo skyline dello scenario romano. Non si può brutalmente eliminarlo perché non se ne ha una cura adeguata. La cura consiste prima di tutto in una giusta modalità di piantumazione, senza che le radici della pianta vengano soffocate dall'asfalto della strada o dei marciapiedi, poi nelle potature corrette e regolari, negli interventi per raddrizzare il tronco se questo cresce troppo inclinato, infine nei controlli serrati di ogni tipo di scavo". In via Gregorio VII, dove la corsia preferenziale centrale è stata rifatta da poco, il manto stradale è liscio come una palla da biliardo. Nonostante la doppia alberatura di pini domestici, non ci sono più i rigonfiamenti causati dalle radici che affiorano. Ai primi esemplari, dando le spalle a piazza Pio XI, è stato lasciato un abbondante rettangolo di terra, senza la copertura dell'asfalto. Così non è, purtroppo, per gli altri pini, ancora stretti e soffocati dal bitume. Ma la strada mostra che con una corretta gestione la convivenza può essere possibile. I grandi imputati, gli scavi stradali fatti male, potrebbero aver colpito ancora, come racconta l'assessora Montanari. "A seguito delle gravi condizioni degli alberi e per ridurre il rischio, sono state anticipate nella giornata di ieri le operazioni di abbattimento di alcuni esemplari di pino previste tra San Giovanni, piazza Re di Roma e via Appia Nuova. Tre pini sono caduti sotto il peso della neve del 26 febbraio. Nei giorni successivi, ne sono caduti altri due, uno su un'area parcheggio danneggiando diverse automobili. Tra sabato e domenica, altri due pini si sono piegati. Alcuni alberi caduti hanno mostrato chiaramente un taglio netto dell'apparato radicale principale. Probabilmente, le radici sono state recise nel corso dei lavori di realizzazione dei parcheggi nella parte centrale di via Appia Nuova". Si vedono ancora questi giganti dai piedi d'argilla adagiati sul terreno insieme alle grandi chiome. Come si vedono ancora gli apparati radicali e le ceppaie dei pini crollati o tagliati a corso Trieste. Viale Jonio, a Montesacro, invece, è ormai ridotto a un deserto: i pini domestici della corsia centrale non esistono più. Prima di Montesacro, sulla Nomentana, sono stati abbattuti dieci tigli. Desolazione anche in Prati. In via Orsini tagliati tutti i ligustri tranne uno, le ceppaie però rimangono. Strage di pioppi cipressini in via Carso e in piazza Bainsizza. L'assessora Montanari ci tiene a precisare che " per ogni albero da eliminare e sostituire viene prodotta una certificazione tecnica firmata da un agronomo e controllata dai tecnici del Servizio Giardini". Le nuove piantumazioni si interromperanno a fine aprile e verranno completate in autunno.

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Cronaca

Portuense, cassonetti in fiamme

Continuano ad andare a fuoco i cassonetti. Questa volta ad andare in fumo sono stati i contenitori presenti in una traversa di via Pietro Venturi, in zona Portuense. Non è il primo episodio successo nella capitale negli ultimi mesi: almeno un centinaio di atti vandalici di questo tipo si sono infatti verificati. Immediato l'intervento dei vigili del fuoco e della polizia locale sul posto. 

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Cronaca

Oncologia, nel Lazio oltre 51mila screening in più nel 2017

  «Sono state 51.141 le adesioni in più nel 2017 per le  campagne di screening gratuite alla mammella, alla cervice uterina e al colon retto del sistema sanitario regionale. Il numero di adesioni per la prima volta ha superato quota mezzo milione raggiungendo 516.622 cittadini. Ciò ha consentito di diagnosticare 5.166 tumori. Nello specifico il maggiore incremento è del colon retto con 40.487 adesioni in più, segue lo screening del tumore alla mammella +8.855 ed infine alla cervice uterina 1.799. Per la prima volta il Lazio raggiunge la soglia dei livelli essenziali di assistenza in tutti e tre gli screening. Ora dobbiamo continuare a migliorare garantendo qualità e tempestività ricordando l’importanza di aderire agli inviti che arrivano al domicilio dei cittadini e delle cittadine. L’adesione è completamente gratuita e non occorre impegnativa medica». Lo comunica in una nota la Regione Lazio.

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Politica

Capannelle, il concessionario incontra Frongia e Diario

L’Assessore Frongia e il Presidente della Commissione Sport Angelo Diario hanno incontrato il concessionario del centro ippico Capannelle per accogliere le richieste avanzate dallo stesso. Già diversi colloqui c’erano stati in passato con lo staff dell’Assessorato, proprio per ribadire la presenza dell’Amministrazione nella gestione dell’intera vicenda. Le priorità sono infatti sempre le stesse: preservare il posto di lavoro ai tanti dipendenti presenti all’interno dell’impianto sportivo ed evitare la chiusura del centro. A breve è previsto un nuovo incontro per definire meglio quanto discusso nella giornata. «Abbiamo ascoltato volentieri ciò che HippoGroup aveva da dirci, siamo sempre ben disposti a incontrare chiunque voglia fare qualcosa di utile per il bene della Capitale e dei suoi cittadini. Faremo il possibile affinché Capannelle possa rimanere attivo e le gare di ippica proseguire così come da programma per l’anno in corso e a seguire. Il nostro obiettivo sarà proprio questo, insieme alla necessità, più che evidente, di mantenere occupati i dipendenti che lavorano all’interno dell’impianto ippico. Confermiamo quindi il massimo impegno per scongiurarne la chiusura, è una nostra priorità», dichiara l’Assessore allo Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi Daniele Frongia.  

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Cronaca

Donna trovata morta nel Tevere, era scomparsa questa mattina

Una donna di 79 anni si era allontanata questa mattina dalla sua abitazione a Mentana. Un familiare, preoccupato, aveva immediatamente contatto le forze dell'ordine che si erano attivate nelle ricerche. La prima svolta, nell'indagine, c'era stata intorno all'ora di pranzo, quando i carabinieri della stazione di Monterotondo hanno ritrovato la macchina della donna scomparsa nei pressi di un ponte vicino al fiume Tevere e, più precisamente, in via Traversa del Grillo. All'interno della vettura era stato rinvenuto un biglietto presumibilmente scritto dall'anziana. Poco dopo, il tragico epilogo: il cadavere della donna, originaria di Trapani, è stato ritrovato dal Nucleo dei Sommozzatori, insieme ai vigili del fuoco del Comando provinciale,in fondo al corso dell'acqua, nel tratto del Tevere fra i Comuni di Capena e Monterotondo.

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Cronaca

Roma, stupro a Colle Oppio: Eduard Oprea condannato a 12 anni

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Condannato a 12 anni e 6 mesi di reclusione Eduard Oprea, cittadino romeno di 41 anni, che il 3 ottobre del 2016 violentò a Roma una turista australiana dopo averla seguita all'uscita da un locale, con la scusa di accompagnarla in albergo. Lo hanno deciso i giudici della V sezione collegiale. Nei suoi confronti le accuse sono di violenza sessuale aggravata, lesioni e rapina. La Procura aveva chiesto una condanna a 10 anni e sei mesi. L'uomo violentò la turista, dopo averla stordita con un pugno al viso, nel parco del Colle Oppio. Non contento, il romeno si appropriò anche della borsa della donna contenente cinquemila dollari, 150 euro e un telefono cellulare. La turista australiana riportò ferite al naso, un trauma cranico facciale e la frattura arco anteriore della quinta e sesta costola di sinistra. Oprea fu arrestato dalla polizia alcuni giorni dopo su un treno della linea Roma-Viterbo e aveva ancora il contenuto della borsa rapinata dopo la violenza sessuale. I giudici hanno disposto l'allontanamento del condannato dal territorio italiano a «pena espiata in quanto soggetto socialmente pericoloso». Nel corso dell'incidente probatorio, svolto il 17 ottobre di due anni fa, la vittima ha riconosciuto il suo aggressore. Per l'avvocato difensore di Oprea, Andrea Palmiero, «non c'è stata alcuna violenza sessuale. Il test del Dna ha dato ragione alla difesa: non c'è stata violenza sessuale, e non si è trovato il liquido seminale. Daremo battaglia in Appello».

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Cronaca

Coppia di coniugi in manette: avevano rubato un’auto a febbraio

I Carabinieri della Stazione di Roma Divino Amore, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma – Ufficio G.I.P., hanno arrestato una coppia di coniugi, lei di 32 anni e lui di 38, con precedenti, entrambi domiciliati presso l’ex fiera di Roma, responsabili della commissione di un furto su autovettura presso il parcheggio sotterraneo di un grande magazzino, di Fonte Laurentina. Il furto è stato commesso lo scorso 14 febbraio, quando la coppia, a bordo della propria autovettura, dopo essersi avvicinati al veicolo in uso ad un cliente dell’esercizio, utilizzando una torcia, ha infranto il finestrino anteriore impossessandosi di alcuni effetti personali che si trovavano sul sedile anteriore, per un valore complessivo di circa 360 euro. Fondamentali, per lo sviluppo dell’attività d’indagine, sono stati i filmati del sistema di videosorveglianza che hanno permesso ai Carabinieri di individuare l’autovettura in uso ai ladri e di identificarli a seguito di numerosi servizi di osservazione e pedinamento. Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati ad accertare le loro eventuali responsabilità in ordine alla commissione di altre decine di furti dello stesso genere commessi nella stessa area. Gli arrestati sono stati condotti rispettivamente nei carceri di Rebibbia e Regina Coeli.

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Politica

Regione Lazio, al via “Restart centro Italia”

A partire dal prossimo 10 maggio le imprese che intendono investire nelle zone dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2016-2017, potranno richiedere incentivi messi a disposizione con un bando dal Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) per i territori colpiti con la misura Restart centro-Italia. In arrivo per le aree laziali 6 milioni e 720.000 euro. Le risorse, previste dalla Legge 181 del 1989, hanno come obiettivo quello di favorire il rafforzamento del sistema industriale nel territorio dei Comuni vittime del terremoto delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. L’avviso pubblico, contenuto in una Circolare del Mise del 12 marzo 2018, è stato pubblicato sul sito del Ministero e di Invitalia ed è già consultabile; le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere presentate a Invitalia, a partire dalle ore 12 del 10 maggio prossimo e fino alle ore 12 del 9 luglio successivo. La quota riservata al territorio laziale è di 6.720.000 euro e gli incentivi sono rivolti a imprese costituite in società di capitali (comprese le società cooperative e le società consortili), gli investimenti dovranno prevedere spese ammissibili per almeno 1,5 milioni di euro fino a un massimo di 10 milioni. Le agevolazioni finanziarie possono coprire fino al 75% dell’investimento ammissibile tra contributo a fondo perduto in conto impianti, contributo a fondo perduto alla spesa e finanziamento agevolato. Sono ammissibili alle agevolazioni le iniziative che prevedano: la realizzazione di investimenti produttivi e/o per la tutela ambientale, eventualmente completati da progetti per l’innovazione dell’organizzazione; un incremento o la salvaguardia dei livelli occupazionali esistenti nell’unità produttiva oggetto del programma di investimento. Per quanto riguarda il territorio del Lazio, va sottolineato che la Regione ha voluto, all’interno dei criteri di valutazione specifici che ogni Regione può stabilire per la parte che la riguarda, l’inserimento come premialità di assunzioni provenienti da un bacino occupazionale di riferimento costituito da disoccupati, soggetti in cerca di occupazione o percettori di mobilità ordinaria o in deroga o di altri ammortizzatori sociali residenti nell’area dei 15 Comuni del cratere sismico reatino oppure residenti nel territorio della Regione Lazio, o iscritti in uno dei Centri per l’Impiego del Lazio, che siano stati licenziati da unità produttive site nell’area dei 15 Comuni del cratere. L’accesso alle agevolazioni prevede la determinazione di una graduatoria di ammissione redatta sulla base del criterio dell’incremento occupazionale; in caso di parità di punteggio è data priorità alla domanda che prevede il minor importo di agevolazioni richieste. In caso di parità di agevolazioni richieste e di incremento occupazionale, varrà l’ordine cronologico di presentazione delle domande. “Questo bando costituisce una grande opportunità per il rilancio delle aree della nostra Regione colpite dal sisma – ha dichiarato il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – Noi dal canto nostro abbiamo voluto inserire dei criteri preferenziali per le imprese che assumeranno disoccupati o lavoratori in difficoltà provenienti dalle aree del Cratere Sismico”. La Regione Lazio inoltre sta riattivando, per illustrare in tutto il territorio interessato il bando del Ministero, il camper informativo itinerante che già è stato utilizzato con successo l’anno scorso per il lancio del bando regionale destinato alle microimprese e Pmi dei Comuni colpiti dal terremoto. Per maggiori informazioni info@invitalia.it e http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/interventi-settoriali-ambientali-e-in-aree-di-crisi/centro-italia-area-del-sisma.

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Cronaca

Topi d’appartamento fermati dalla Polizia

"Dobbiamo controllare il contatore dell'energia elettrica", questa era la scusa adottata da una coppia di romani per entrare e rubare in un appartamento. Il fatto è avvenuto ieri sera, presso un'abitazione in via Giovanni da Procida, intorno alle 19:30. I due presunti ladri, una ragazza di 24 anni ed un ragazzo di 28, entrambi romani, si erano finti elettricisti interessati a controllare il contatore dell'energia per entrare dentro l'appartamento. Il proprietario di casa, insospettito dopo aver visto la coppia rovistare nei cassetti della sua camera da letto, è riuscito a fermarli e contattare gli agenti della Polizia di Stato. Quest'ultimi, giunti sul posto, hanno arrestato i due ragazzi con l'accusa di rapina in concorso. 

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Cronaca

Il caos affrancazioni travolge Roma: chiesti milioni di euro di risarcimento a chi ha venduto

(Fonte: www.romatoday.it)

(di Ylenia Sina) “Oltre 5 milioni di euro suddivisi in circa 40 famiglie. La media è di 125 mila euro a testa”. Paolo Visintin ha tra le mani un elenco con tutti i nominativi dei componenti del comitato che si è costituito il 1 marzo scorso. Prende il nome dalla sentenza della Cassazione che ha cambiato per sempre le loro vite: comitato 'Venditori 18135'. Il 22 febbraio scorso Romatoday ha raccontato la sua storia e da allora “sono stato letteralmente investito da una valanga di mail e telefonate”. Visintin è stato condannato a risarcire l'acquirente della sua vecchia abitazione con quasi 300 mila euro. E come lui decine di famiglie negli ultimi mesi del 2017 si sono viste recapitare a casa lettere firmate da avvocati con richieste simili. Ad accomunarli il fatto di aver rivenduto a prezzi di libero mercato appartamenti realizzati ed acquistati in regime di edilizia agevolata. Le compravendite sono avvenute davanti a notai. Gli uffici preposti del Comune hanno dato il proprio via libera. “Chi di noi voleva vendere è stato indirizzato al libero mercato. Ora in questo comitato siamo 40 ma siamo sicuri che il numero crescerà presto”.
I 5 milioni di euro su 40 abitazioni rappresentano solo una piccola fetta di un settore edilizio che nella sola capitale, questa la stima, conta circa 200 mila abitazioni. Un numero parziale ma indicativo per delineare il fenomeno complessivo. Tor Pagnotta, Spinaceto, Osteria del Curato, Romanina, Casal de' Pazzi, Muratella, Casal Monastero, Laurentino, Lunghezza, Portuense, Grottaperfetta, solo per citarne alcuni. Stiamo parlando di oltre un centinaio di quartieri di periferia cresciuti a ridosso del Grande raccordo anulare negli ultimi quarant'anni, realizzati su terreni pubblici, con agevolazioni per i costruttori, destinati ai “ceti meno abbienti”. I cosiddetti piani di zona, termine ormai famoso a Roma per una serie di inchieste per truffa sui prezzi di affitto e di vendita che hanno riguardato alcuni, si stima decine, di questi quartieri. 
Il via libera del Comune
Queste case realizzate con agevolazioni pubbliche proprio per essere destinate ai ceti meno abbienti hanno rappresentato per anni una significativa iniezione nel mercato immobiliare romano. Vendute e rivendute. Il dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica era del parere favorevole. Il limite per la “liberalizzazione del prezzo massimo di cessione” era fissato in cinque anni. In una lettera indirizzata al Consiglio notarile di Roma, datata 4 marzo 2013, si legge: “Le convenzioni stipulate da Roma Capitale […] non introducono divieti convenzionali di inalienabilità delle singole unità abitative”. Per “snellire” l'attività amministrativa, “tenuto conto che si è consolidata la prassi per la quale ogni compravendita debba essere preceduta dal nulla osta di questo ufficio, sebbene non dovuto”, il dipartimento invitava a divulgare il contenuto della lettera.
Parla l'avvocato: "Anche i venditori dovrebbero poter affrancare"
Caos dopo la sentenza
Nel settembre del 2015 una sentenza della Cassazione afferma che l'interpretazione della legge applicata per anni per la vendita era errata: il prezzo di queste abitazioni doveva restare calmierato anche nelle seconde e successive compravendite. Il valore di migliaia di case di proprietà crolla di colpo e in poche settimane è il caos. Romatoday lo ha raccontato nel gennaio del 2016: rogiti congelati, compravendite bloccate. I secondi e terzi acquirenti che avevano acquistato queste abitazioni a prezzi di mercato si ritrovano con case che valgono meno della metà. Scoppiano proteste. A qualcuno saltano le trattative, qualcun altro ci rimette migliaia di euro. Con la lentezza che spesso accompagna gli iter burocratici, il Campidoglio apre una finestra per tamponare questa situazione: l'affrancazione. Siccome le case sono state costruite su terreni comunali, tecnicamente 'in diritto di superficie', versando una quota all'amministrazione capitolina si libera l'immobile dal vincolo del prezzo calmierato. 
Ricorso ai venditori
Intanto però un altro fronte si stava aprendo per i venditori. La Sentenza della Cassazione ha, di fatto, invalidato una parte di migliaia di compravendite, quella relativa al prezzo. Sul fronte giudiziario scatta una vera e propria battaglia che sta iniziando ora a far sentire i propri effetti. Nella cassetta delle lettere dei proprietari di queste abitazioni compaiono proposte di supporti legali e finanziari per intraprendere azioni legali. Tra gli ultimi mesi del 2017 e i primi del 2018, anni dopo la compravendita, in quelle dei venditori arrivano le richieste di risarcimento da avvocati nominati dagli acquirenti.
La storia di Lucia 
A Lucia, nome di fantasia, la lettera arriva nell'ottobre del 2017. “Ero all'oscuro di tutto, mi sono sentita morire” racconta. “Mi veniva richiesta la differenza tra il prezzo a cui avevo acquistato nel lontano 1998, c'erano ancora le lire, e quello della successiva vendita avvenuta nel 2013. La cifra richiesta ammontava a circa 230 mila euro”. Quando nel 2000 Lucia andò ad abitare nella sua casa a Fonte Laurentina, quartiere subito fuori l'anello del Grande raccordo anulare, a ridosso della Laurentina, il suo palazzo era uno dei primi realizzati. “Era disperso nel nulla. Non c'erano nemmeno i lampioni per le strade, figuriamoci i negozi e i servizi. Addirittura avevamo problemi con le pecore e i cani pastore”. Nel 2013 è tutto diverso, anche se il quartiere continua ad essere molto lontano dall'ufficio del centro dove Lucia lavora. Dopo una tragedia familiare ed una difficile malattia decide di vendere e di avvicinarsi al posto di lavoro. “Ho chiesto chiarimenti al Comune e mi ha dato il via libera”. La compravendita avviene davanti a un notaio. “Alla fine siamo arrivati a mediazione: 80 mila euro. È stato un incubo, sembrava potessero chiedermi qualsiasi cifra. Perché non hanno accettato il prezzo dell'affrancazione? Me ne sarei fatta carico ma la proposta è stata respinta”.
La storia di Veronica
Una storia simile, nelle sue inevitabili peculiarità, è stata vissuta da molte altre persone con cui Romatoday ha potuto parlare. Veronica (sempre nome di fantasia) ha acquistato “per 250 milioni di lire nel 1996. Dopo 11 anni, nel 2007, io e mio marito decidiamo di vendere. Ci siamo affidati ad un'agenzia. Il Comune ha dato il suo via libera. La compravendita è stata seguita da un notaio”. Prezzo di vendita: 345 mila euro. La differenza è di 220 mila euro. “La lettera con la richiesta arriva il 10 marzo del 2017. L’inizio delle nostre notti in bianco. Non abbiamo tutti quei soldi perché dalla vendita abbiamo comprato un’altra casa. Mio marito è impiegato e abbiamo due figli”. Si tenta la strada della mediazione. “Ci siamo sentiti completamente indifesi. Alla fine ci siamo accordati per 60 mila euro”. 
La storia Anna
Con il nulla osta del Comune tra le mani Anna ribadisce: “Abbiamo seguito le indicazioni di notai e agenzie immobiliari”. A lei hanno chiesto oltre 350 mila euro. La casa acquistata nel lontano 1997 dal padre, che lei ha in parte ereditato insieme alla madre ottantenne, si trova a Talenti. È un attico di 130 metri quadrati, con 100 metri quadrati di terrazzo e il garage privato. Era costato 350 milioni di lire. “Attorno non c’era niente. Nemmeno il panettiere. Non come oggi”. L’appartamento è stato rivenduto nel maggio del 2015 a circa 500 mila euro. “Si era già iniziato a parlare di affrancazione ma non del vincolo del prezzo. Ci siamo rivolti ad un’agenzia e ad un notaio. Era tutto scritto nell’atto di vendita. Ora ci chiedono oltre 358 mila euro più danni quando gli attuali proprietari possono decidere di affrancare subito dopo. Con 20-30 mila euro la loro casa potrà essere rivenduta a prezzi di libero mercato”. 
Nasce il comitato
Tre voci del comitato 'Venditori 18135' che sulla carta conta 18 nominativi ma che ha già attirato l'attenzione di molte più persone. “Vogliamo tutelare i diritti dei venditori e rivendicare che queste compravendite sono avvenute in totale buona fede” spiega Visintin che del comitato è diventato il presidente. “Questa è una licenza legalizzata alla speculazione. Ora siamo una quarantina di persone. Ma sono sicuro che è solo l’inizio”.