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Cronaca

Camping River: scarica rifiuti ferrosi nell’area del campo, fermato dai vigili in borghese

(Fonte: www.romatoday.it)

Una questione spinosa, un campo rom chiuso solo sulla carta, un ex "Villaggio della Solidarietà" divenuto un'immensa baraccopoli abusiva proprio sotto le finestre dei residenti di via della Tenuta Piccirilli. Siamo a Roma nord, al Camping River. Una presenza ingombrante quella dell'ex campo rom, con gli ospiti dell'area che continuano a risalire alla ribalta delle cronache cittadine soprattutto per quanto concerne l'annoso problema dei roghi e dello smaltimento dei rifiuti ferrosi. Ad un giorno dal consiglio straordinario, convocato per domani 20 febbraio nelle aule del parlamentino del XV Municipio Cassia, i vigili urbani hanno denunciato un residente della baraccopoli, fermato mentre cercava di scaricare rifiuti ferrosi nell'area adiacente all'ex Villaggio della Solidarietà. La scoperta nell'ambito delle attività di prevenzione e repressione del traffico illecito per lo smaltimento dei rifiuti  nei campi rom di Roma. Proprio in tale contesto questa mattina gli agenti del Gruppo Spe (Sicurezza Pubblica Emergenziale) della Polizia Locale di Roma Capitale sono ricorsi ad uno stratagemma. Dopo aver fatto ritirare l'autopattuglia con i colori d'istituto dall'ingresso del campo, si sono appostati a bordo di auto civetta. Dopo circa 20 minuti, gli agenti, coordinati dal vice Comandante del Corpo Lorenzo Botta, hanno sorpreso un cittadino bosniaco di 36 anni, residente nell'area, mentre a bordo del proprio furgone, cercava di sversare un intero carico di rifiuti, nelle adiacenze del campo. Il mezzo è stato sequestrato e l'uomo deferito all'Autorità Giudiziaria. Fallita l'applicazione del Piano Rom voluto dal Campidoglio, il Camping River si è trasformato in un insediamento illegale nel quale vivono ancora circa 400 persone: quei nuclei familiari che, senza un contratto di locazione e dunque senza il contributo del Comune, non sono riusciti a fuoriuscire dal campo. Un "superamento" naufragato che adesso pesa sulle 100 famiglie che abitano la traversa di via Tiberina: un chilometro di strada di periferia già vessato dall'assenza di servizi e da qualità urbana inesistente. Una situazione emergenziale di cui il Municipio XV si occuperò martedì 20 febbraio. La questione Camping River arriverà infatti in via Flaminia 872 attraverso un Consiglio straordinario richiesto dal Pd: ad apporre le firme sull'istanza di convocazione anche la consigliera del M5s Luisa Petruzzi e il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Mocci. 

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Sport

Rebibbia, nasce la squadra di rugby dei detenuti: «Lottiamo per il nostro riscatto»

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

(di Raffaele Nappi) – «Ragazzi, grazie di cuore. Per due ore ci è sembrato di essere liberi e di giocare nel parchetto sotto casa». Quando si sono ritrovati di fronte i volontari pronti a giocare una partita di rugby per i detenuti della casa circondariale di Rebibbia è stata una sorpresa inaspettata. Hanno avuto così la possibilità di placcare, correre e sudare, giocando una partita vera e propria. L’obiettivo? Quello di creare la prima squadra di rugby in carcere della capitale.

LA NASCITA – «Abbiamo deciso di puntare su Roma dopo il blocco delle attività dei Bisonti Rugby, la squadra composta da detenuti del carcere di massima sicurezza di Frosinone – racconta Germana De Angelis, responsabile del progetto e presidente dell’associazione Gruppo Idee – Dopo il tentativo di fuga dell’anno scorso, infatti, nonostante i "rugbysti" fossero completamente estranei, sono state fermate tutte le attività. Da qui l’idea di ricominciare da Rebibbia», continua.

LE REAZIONI – La direzione ha accolto con entusiasmo l’idea di una squadra di rugby composta da detenuti. «L’anno scorso c’era stata già una prima esperienza, era andata bene e così ci hanno chiesto di ripartire», continua De Angelis. Lo scorso 10 febbraio si è tenuto così il primo incontro all’interno della casa circondariale di Rebibbia. Il progetto, dal titolo 'Ovale oltre le sbarre', rientra nell’attività del Progetto Carceri della Federazione Italiana rugby seguito dal consigliere federale Stefano Cantoni e che interessa da anni già altri cinque istituti penitenziari(Torino e Bologna, vedi video, i più attivi)  con altri in attesa.

IL GRUPPO – I detenuti coinvolti sono già 25, di molte nazionalità e quasi tutti "digiuni" di palla ovale. Qualcuno si sta aggiungendo con il passare dei giorni. L’adesione è entusiasta, i ragazzi sono contentissimi. Il coach, Stefano Scarsella, ha iniziato gli allenamenti solo due mesi fa, un giorno a settimana per due ore. Il motto è 'aiutare gli altri per aiutare se stessi'. «È un bel gruppo, ci si impegna e c’è un ottimo rapporto con l’allenatore. Lo adorano – sorride De Angelis – Dopo il primo incontro di sabato scorso sono gasatissimi, non vedono l’ora di fare il prossimo». A differenza di Frosinone il problema vero è il campo d’allenamento, un misto di terra e brecciolino che però risulta troppo piccolo e non è adeguato per il rugby a 15. «Stiamo lavorando con la direzione per capire se c’è la possibilità di usufruire di uno spazio più grande», conclude la responsabile.

LA VOGLIA DI RISCATTO – Per il momento il nome rimane lo stesso, Bisonti Rugby. «Per noi è come un marchio – sorride Emanuele Bertea, volontario – Indica un progetto vincente nato all’interno del carcere». Anche la Federazione ha fatto sentire il suo appoggio. Qualche giorno fa è arrivato ad allenarsi con i detenuti anche un consigliere federale. Prossimo passo? Partecipare al campionato di C2 (l'ultima serie nel rugby). Essendo comunque una condizione detentiva di media sicurezza e non massima come quella di Frosinone, l’obiettivo è magari quello di fare anche partite esterne, organizzare trasferte. Sempre secondo i valori del rugby: l’incontro, il lavoro di gruppo, il sostegno reciproco. «Da parte nostra ce la stiamo mettendo tutta. La voglia di riscatto è immensa».

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Cronaca

Venti stupri al mese. Roma Capitale delle violenze

(Fonte: www.iltempo.it)

(di Silvia Mancinelli) – Duecentoventi violenze sessuali consumate nel 2017. Quasi venti stupri al mese, solo nel comune di Roma. Il dato, fornito dalla Questura, è ancora più terribile se paragonato agli anni precedenti quando le violenze sono state 184 nel 2016 e 187 nel 2015.

Un aumento del 20% che diventa del 33% nei casi in cui le vittime sono minori di 14 anni: dodici gli stupri subiti da adolescenti nel 2017, nove l' anno prima e sette nel 2015.

I numeri sono relativi unicamente ai delitti commessi con vittime di sesso femminile e si differenziano da un' altra piaga, quella delle lesioni dolose: 758, per la precisione, solo nel 2017. Un dato piuttosto complicato, questo, da verificare considerato che in tante spesso non denunciano per paura, vergogna, senso di frustrazione. Risulta dunque poco affidabile il calo del 2,45%, registrato rispetto alle percosse segnalate nel 2016, 777, e a quelle del 2015, 781. Di contro, aumentano le persone fermate per questi reati. In 351 sono stati denunciati per lesioni dolose nel 2017, contro i 317 e i 260 degli anni precedenti. Settantanove, invece, per violenza sessuale: il 16% in più rispetto al 2016. Quasi uguale il numero di arresti per le lesioni dolose: 58 rispetto ai 57 del 2016 e decisamente più alto il numero per le violenze: 61 gli uomi ni finiti in manette nel 2017, contro i 48 del 2016 e i 62 del 2015. Sempre lo scorso anno, in tutta Italia, furono oltre 2300 gli stupri: uno su tre, circa il 37% del dato totale, commesso da immigrati.

Furiosa con il sindaco di Roma, anzi «imbestialita» come lei stessa si definisce, è Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente del Telefono Rosa che quest' anno festeggia 30 anni di lotta alle violenze sulle donne.

«Com'è possibile che si venga stuprate in mezzo alla strada, nel centro della Capitale?
– chiede – Le violenze si condannano non a parole, ma con gesti concreti. Abbiamo una difficoltà enorme a gestire le case rifugio (a Roma sono sei ndr). La violenza sulle donne l' ha sempre avocata a sé la segreteria del sindaco, di qualsiasi schieramento fosse.

La prima cosa che ha fatto la Raggi, una volta indossato il tricolore, è stato buttarla fuori e metterla in mano alla comunicazione, che oggi è il nostro unico interlocutore».

«Prima – spiega la Carnieri Moscatelli – c' era un ufficio a parte nel gabinetto del sindaco fatto di persone preparate e sensibili sulla tematica che pensavano a stilare dei protocolli con le varie entità presenti sul territorio, a pensare piani di sicurezza, creare nuove case di accoglienza, centri di ascolto, a intervenire sulle scuole. Oggi non esiste una figura che in caso di violenza possa aiutare, troviamo tanto aiuto dalle forze dell' ordine, ma io voglio e pretendo che altrettanto accada nel comune dove sono nata, dove abito. Non si può lasciare sole le donne in questa maniera, è assurdo. Combattiamo con gente che crede che nelle case rifugio venga gente a passare il tempo.

Gestiamo donne pestate a sangue, con bambini al seguito, vittime errorizzate che necessitano di conforto,ascolto,di un posto dove ritrovare se stesse. Il sindaco non ha proprio compreso il grande problema della violenza a Roma». E che nella Capitale ci sia un problema lo dicono i dati e lo ricordano i fatti. Lo stupro della clochard in piazza Vittorio è solo l’ultimo della lista, ma prima di quello ce ne sono stati tanti altri. Brutali allo stesso modo,tutti a cielo aperto, di notte ma anche di giorno e in particolar modo nel centro storico. Le donne della Capitale. Palpeggiate, spinte contro i cassonetti dell’immondizia e toccate da uomini senza alcuna pietà. Stuprate nel parco più bello e conosciuto di Roma, quello di Villa Borghese,
o nei dintorni della stazione Termini,il primo biglietto da visita per i tantissimi turisti che scelgono di raggiungere la Città Eterna in treno. Stuprate una domenica mattina da tre bestie all’Esquilino, come accaduto a una trentenne
romana lo scorso settembre, inseguite e violentate in un cortile condominiale, come accadutoaunaventennesulla Casilina due mesi dopo. Molestate sui mezzi pubblici mentre vanno a lavoro, giranoconifigli,siedonoalparco
(come era toccato alla turista americana a Colle Oppio alle 10 di una calda mattina di settembre). L’8 marzo è vicino. Un ramoscello di mimosa non vale come arma di difesa.

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Cronaca

Roma, domenica raccolta rifiuti ingombranti nei municipi dispari

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Domenica 18 febbraio, al via "Il Tuo quartiere non è una discarica", raccolta straordinaria gratuita dei rifiuti urbani ingombranti, elettrici ed elettronici. Dalle 8 alle 13, nei municipi dispari l'azienda metterà a disposizione complessivamente 27 siti: 19 ecostazioni (postazioni mobili allestite per l'occasione) e 8 Centri di raccolta aziendali.

I cittadini potranno consegnare sia i tradizionali rifiuti ingombranti (mobili, sedie, letti, divani, scaffalature, materassi, ecc.) sia le apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti RAEE: computer, televisori, stampanti, telefonini, frigoriferi, lavatrici, condizionatori, ecc.).

Anche i Centri di raccolta situati nei municipi pari saranno aperti con orario domenicale.

In 10 postazioni (i centri di raccolta di via dell'Ateneo Salesiano, via della Bufalotta, via Teano, via Laurentina, Mostacciano, via Arturo Martini, viale Palmiro Togliatti e le ecostazioni di piazzale Clodio, via Anagnina e via Borgo Ticino) sarà anche possibile conferire contenitori con residui di vernici e solventi, rifiuti speciali che richiedono particolari procedure di smaltimento.

Ama provvederà a differenziare secondo la categoria merceologica (legno, ferro, plastica, altri metalli, ecc.) i rifiuti riciclabili raccolti e ad avviarli alle rispettive filiere di recupero. Si ricorda inoltre che l'azienda mette quotidianamente a disposizione dei cittadini altri due canali per disfarsi gratuitamente dei rifiuti ingombranti, elettrici ed elettronici, che non devono essere assolutamente conferiti nei cassonetti stradali: i centri di raccolta aziendali aperti tutti i giorni e il servizio di ritiro a domicilio al piano strada per i materiali fino a 2 metri cubi di volume. Il servizio può essere prenotato tramite il ChiamaRoma 060606 oppure compilando l'apposito modulo di richiesta nella sezione Servizi on-line del sito web Ama. 

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Cronaca

Roma, decodificatore nel telefono per rubare auto di lusso: arrestati

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Due ladri, esperti nella manomissione delle centraline e nella decodificazione dei codici di accensione di auto di lusso, sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Trionfale perché scoperti, in flagranza, mentre armeggiavano su una berlina di lusso in viale Bruno Buozzi ai Parioli. Si tratta di un 36enne del Marocco e un 33enne albanese, entrambi senza occupazione e con precedenti. I carabinieri hanno trovato ai ladri una "porta" Usb in un vecchio cellulare Nokia 3310. I militari hanno poi scoperto che quel vecchio telefono nascondeva all'interno un decodificatore.

Una volta entrati nella maccina, i ladri collegavano il vecchio telefono trasformato in decodificatore tramite la presa Usb con un cavo direttamente alla centralina dell'auto, mentre nel blocchetto d'accensione inserivano una chiave vergine. In pochi secondi la chiave veniva codificata con il sistema dell'auto, che rispondeva così ai suoi comandi. La scorsa notte, i carabinieri transitando in viale Bruno Buozzi con un'auto di copertura e in abiti civili, hanno sorpreso i malviventi all'opera e li hanno arrestati.

Uno dei due aveva tra le mani il cellulare di vecchia generazione, minuziosamente modificato e l'altro un Jammer, disturbatore di frequenze, utilizzato per schermare il segnale dell'antifurto e del sistema di localizzazione. Sull'autovettura in uso agli arrestati, parcheggiata poco distante, i militari hanno rinvenuto una borsa contenente vari arnesi da scasso, 4 chiavi di autovetture vergini e diversa refurtiva, tra cui un borsone con all'interno diverse mazze da golf e un prezioso orologio. Un ladro è stato sottoposto agli arresti domiciliari e l'altro è stato portato in carcere a Rebibbia.

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Cronaca

Roma, espulso marocchino: minacciò di farsi saltare in aria

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Un cittadino marocchino è stato espulso dal territorio nazionale per motivi di sicurezza. Con questa espulsione, la diciannovesima del 2018, sono 256 – informa una nota del Viminale- i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso espulsi con accompagnamento nel proprio Paese, dal 2015 ad oggi. Si tratta di un 29enne marocchino, con numerosi alias e precedenti per reati contro il patrimonio nonché per resistenza
a pubblico ufficiale. L'uomo era stato anche denunciato dal Commissariato di Formia perchè durante il
trasferimento al Centro per Rimpatri, per la sua successiva espulsione, aveva tentato di aggredire ripetutamente gli agenti di scorta gridando Allah Akbar e minacciando che si sarebbe fatto saltare in aria. Destinatario di diversi ordini a lasciare il territorio nazionale, è stato rimpatriato con un volo decollato da Milano Malpensa, diretto a Casablanca.

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Politica

II Municipio, restaurato monumento ai caduti del 19 luglio 1943

«Il monumento situato all’interno del Parco dei Caduti del 19 luglio 1943 a San Lorenzo sarà finalmente oggetto di interventi di manutenzione straordinaria da parte della Sovrintendenza Capitolina  ai Beni Culturali. Il  Municipio lo scorso dicembre, con una lettera alla Sindaca Raggi, aveva espresso la propria preoccupazione per la situazione di estremo degrado del monumento chiedendo che lo stesso fosse restaurato  e riportato in condizioni dignitose. L’avvicinarsi del 75° anniversario dei bombardamenti sul quartiere San Lorenzo rendeva l’intervento necessario e improrogabile soprattutto per il rispetto e il ricordo dovuto alle tante vittime di quel terribile episodio. La Sovrintendenza ha riconosciuto l’importanza del monumento e ha deciso di effettuare una serie di interventi sia sulla struttura metallica di supporto che sulle lastre di cristallo e anche sul sistema di illuminazione. Ringraziamo la Sindaca Raggi e la Sovrintendenza per l’interesse dimostrato certi, che nel mese di giugno, il monumento ai caduti tornerà ad essere il simbolo che custodisce viva la memoria di quanto accaduto in uno dei periodi più bui del nostro passato». Così in una nota la Presidente Francesca Del Bello e l’Assessore Rosario Fabiano

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Cronaca

Massimina, una strada rischia di affondare il parco acquatico

(Fonte:www.romatoday.it)

(di Claudio Bellumori)

Scontri, proteste, incontri mancati. Il tutto per una strada che attraversa il parco acquatico Hydromania, che si trova a Massimina, Municipio XII, all’altezza di vicolo Casal Lumbroso. Il tratto in questione, negli ultimi anni, ha dato vita a un contenzioso tra la proprietà del parco, ovvero la società Arim, il consorzio Giardini del Pescaccio (dove ci sono 250 ville) e il Comune. La prima ha acquisito la struttura nel 2001 dal Tribunale fallimentare comprendente la striscia di terra oggetto del contendere. Il consorzio, da par sua, ha sempre sostenuto di aver ceduto in donazione la strada (nel 1994) al Comune. Strada che servirebbe per collegare le abitazioni con il Raccordo. E a dicembre è arrivato un atto di precetto, emanato dal Consorzio: Arim dovrebbe liberare la strada interna entro marzo, in caso contrario c’è il  serio rischio che arrivino le ruspe. Nel frattempo la società ha presentato ricorso in Cassazione e vuole chiedere la sospensiva dell’atto. Il braccio di ferro giudiziario è partito 15 anni fa, nel 2003: in primo grado la spuntò Arim, mentre in Appello la sentenza ha cambiato faccia. Nel mezzo la questione: chi è proprietario del terreno, Comune o Arim. Una soluzione per sbrogliare la matassa esiste. Ed è la proposta della società Arim, che ha redatto un progetto di strada alternativa, un percorso che fiancheggerebbe il parco e che porterebbe da via Casal Lumbroso (quindi dalla viabilità pubblica di collegamento al Gra) alle villette del consorzio Giardini del Pescaccio. Il tratto ricade – per la parte compresa nel perimetro della convenzione Giardini del Pescaccio – su area di proprietà di Arim mentre la fetta restante è su un’area ceduta al Comune dai soggetti attuatori del programma Pescaccio. "Adesso", hanno proseguito da Arim, "è necessario che il Comune sblocchi la situazione, convocando le parti per una conferenza di servizi". Il parco acquatico Hydromania (foto sotto) ha 120 dipendenti ed è aperto dal 31 maggio al 2 settembre. Nel 2017 ha toccato quota 250mila presenze. Al suo interno ha molte attrattive e, per la prossima apertura, ne ha pronte altre. Insomma, da queste parti si lavora per l’imminente stagione e allo stesso tempo si cerca di trovare una quadra, per porre fine a una vicenda che si protrae da parecchio tempo. Stefano Carassai, amministratore delegato della società Arim, a gennaio ha inviato una nota al direttore generale di Roma Capitale, al dipartimento Pau (Programmazione e attuazione urbanistica) e al Municipio XII. All’interno ha spiegato la sua soddisfazione in merito all’intenzione di avviare una conferenza di servizi circa la valutazione di una strada alternativa rispetto a quella interna all’Hydromania. Il tavolo, in base a quanto appreso, ancora non si è riunito. Il progetto, nel dettaglio, è stato presentato nel 2010 da Arim. Nelle carte è stato tracciato il percorso, che andrebbe da vicolo del Casal Lumbroso a via Giulio Pittarelli, in un’area limitrofa al Parco e ricadente all’interno del perimetro di programma di trasformazione denominato Pescaccio. Arim metterebbe a disposizione soldi e due terreni edificabili. A tale cifre, come riportato da una relazione del Pau, dovranno essere aggiunti gli oneri per la progettazione e la sicurezza se non già previsti. A onor del vero, a ottobre è stato effettuato da tecnici un sopralluogo sul posto, per una valutazione sul tracciato stradale proposto. Poi nella relazione del Pau è stato affermato: “In considerazione dei reciproci interessi e al fine di addivenire a una soluzione bonaria del contenzioso in essere, per quanto di competenza, si ritiene che i  progetti in argomento possano essere sottoposti all’esame dei competenti uffici dell’amministrazione tramite l’indizione di una conferenza di servizi, previo assenso dell’attuatore titolare del programma urbanistico Pescaccio, al quale dovrà essere garantito che l’esecuzione di tale opera non costituirà pregiudizio per il prosieguo del programma stesso”. “È necessario avviare un iter che concluda questa storia – ha commentato Stefano Carassai a RomaToday – il parco acquatico rappresenta un indotto non da poco per la Capitale, oltre a dare lavoro a 120 persone. Una sua chiusura è impensabile, anzi, faremo di tutto per tutelare i nostri diritti. Allo stesso tempo, ripeto, la proposta di una viabilità alternativa porterebbe giovamento a tutti. Però serve che gli attori in causa si riuniscano in una conferenza di servizi, sennò rischiamo solo di perdere tempo”.
 

 

 

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Cronaca

Civitavecchia, presunto piromane denunciato dai Carabinieri

I Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia hanno denunciato in stato di libertà un uomo di 45 anni, con l’accusa di danneggiamento seguito da incendio e resistenza a Pubblico Ufficiale. Nello specifico, nel corso della serata di ieri i Vigili del Fuoco di Civitavecchia sono intervenuti in ben quattro occasioni per spegnere le fiamme appiccate ai cassonetti dell’immondizia in diverse località della città, notando la ricorrente presenza di un individuo che si aggirava nei pressi osservando il loro operato. Anche nell’ultimo intervento i VV.F. insospettiti, hanno pensato bene di segnalare la “stranezza” al “112”. I controlli del territorio svolti dal personale in abiti civili ed in uniforme posti in essere dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Civitavecchia hanno permesso di identificare l’uomo che, alla vista dei militari in uniforme, ha tentato di allontanarsi venendo bloccato e identificato. L’uomo si è subito dimostrato intollerante al controllo e ha iniziato a inveire e minacciare pesantemente, anche di morte,  i militari che a quel punto lo hanno accompagnato presso la Caserma di via Sangallo per gli accertamenti. Ricostruita l’intera vicenda e accertata la sua presenza in tutti i luoghi ove i cassonetti sono stati dati alle fiamme, l’uomo è stato denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per i reati di danneggiamento seguito da incendio e resistenza a Pubblico Ufficiale.

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Cronaca

Nascondeva una piantagione di marijuana dentro casa, arrestato 27enne

La Polizia di Stato del commissariato della Romanina ha fermato, nel corso di alcuni controlli antidroga, un 27enne romano con l'accusa di detenzione di droga. I militari, recandosi nell'abitazione del ragazzo in zona Montespaccato, hanno percepito un forte odore di marjuana. Insospettiti anche dall'atteggiamento nervoso mostrato dal ragazzo sull'uscio della porta, i poliziotti hanno effettuato una perquisizione della casa. Nella camera da letto di S.A, queste le iniziali del giovane, è stata trovata quna serra di marijuana all'interno di un armadio in tela dotato anche di ventola per filtraggio dell'aria.  Presente anche un semenzaio con cinque bicchierini in plastica con cinque piantine, controllati da un termo igrometro digitale, tre barattoli in vetro pieni di marijuana per un peso di circa 110 grammi, flaconi contenenti fertilizzanti per la coltivazione e tutto il materiale per il confezionamento.  Il 27enne romano, con precedenti di polizia, è stato condotto in commissariato e dopo gli accertamenti è stato arrestato.