(Fonte: www.repubblica.it)
(di Valentina Barresi) – Una birra tutta artigianale al "sapore" (delle ore) di libertà dei detenuti che la producono. E dal profumo di croste di pane secco impiegate per realizzarla. Arriva sugli scaffali, la chiara dal marchio "RecuperAle", nata dal progetto delle onlus romane EquoEvento e Vale la Pena con due nobili scopi: unire istituzioni e privati nella lotta allo spreco alimentare e contribuire al reinserimento sociale dei detenuti.
La birra è realizzata all’Istituto Tecnico Agrario Sereni, sede di Vale la Pena, che dispone di un birrificio dove i detenuti di Rebibbia, in regime di libertà giornaliera, si recano per imparare le tecniche di produzione: un'iniziativa che, spiega la presidente di EquoEvento Onlus, Giulia Proietti, "dà una seconda possibilità alle persone e alle materie prime destinate a essere inutilizzate". In occasione della Giornata mondiale contro gli Sprechi alimentari del 5 febbraio, Eataly ha scelto di contribuire a "RecuperAle" organizzando degustazioni guidate e fornendo parte della materia prima: il pane dei suoi banchi di ristorazione.
A raccontare l'idea dietro al prodotto è Paolo Strano: “Presiedo la Onlus Semi di Libertà, e sono il fondatore di Birra Vale la Pena – spiega – Ho lavorato nel carcere romano di Regina Coeli, ed ho deciso di realizzare una serie di iniziative per contrastare un fenomeno drammatico, quello delle recidive dei detenuti, "RecuperAle" è una di queste". Oltre alle birre, il progetto prevede anche il lancio di una "campagna su Eppela per mettere a punto una produzione più ampia e coinvolgere quindi più persone. Per farlo abbiamo bisogno di affittare un impianto, a questo serviranno i fondi raccolti. Potremo così continuare a recuperare risorse umane e alimentari".
Lo scopo è tutto umanitario, con i ricavati della vendita delle birre destinati a sostenere le mission delle due associazioni in parti uguali: servono all'acquisto dei macchinari e a contribuire alle spese delle onlus. Una collaborazione, quella nata tra le due realtà che operano sul territorio romano, che muove da una riflessione: "Una domenica mattina – raccontano gli attivisti di EquoEvento – abbiamo realizzato che il tema che ci accomunava era il recupero, per noi del cibo e per loro delle persone, ed è così che abbiamo pensato di fare una birra artigianale riprendendo la ricetta originaria della birra, che sembra sia nata proprio da un pane raffermo lasciato fermentare nell'acqua piovana da un contadino".