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Politica

De Angelis: Roma ha tanta acqua, necessita 200 mln infrastrutture

(Fonte: RomaIt)

"Abbiamo acqua ma non abbiamo infrastrutture, bisogna mettere mano su questo perché Roma ha tanta acqua a disposizione, sin dai tempi dei romani, e anche oggi rispetto a tante capitali europee". Lo dice il capo dell'unità di missione del governo Italia Sicura, Erasmo D'Angelis, intervenuto a RaiNews24. Secondo D'Angelis "non ci sono bacchette magiche, bisogna solo lavorare" e questo vuol dire un investimento "di circa 200 milioni".

Si tratta di opere "che possono essere finanziate con prestiti strutturali a lunga scadenza della Bei", precisa D'Angelis, che lamenta un'incapacità tutta italiana nella raccolta dell'acqua piovana. "Riceviamo 306 miliardi di metri cubi di pioggia all'anno, più di Germania e Inghilterra, eppure riusciamo a tenerne solo il 10-11%. Siamo per tre quarti un Paese collinare e montuoso, per questo motivo sembra che piova poco a chi vive sulla costa", conclude.

F.V.

 

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Cronaca

Incendio a Magliana, fiamme in via del Cappellaccio. Nube nera su Roma Sud

(Fonte: RomaToday)

(di Mauro Cifelli e Lorenzo Nicolini) – Violento incendio oggi 25 luglio in zona Magliana, in via del Cappellaccio con fumo nero alto che ha invaso l'Eur. A bruciare un vasto campo di sterpaglia con le fiamme che minacciano un rimessaggio di barche e un vicino sfasciacarrozze.

Incendio alla Magliana

Sul posto sei mezzi Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e la Polizia. A supportare i soccorsi anche un elicottero. L'allerta ai soccorritori è scattato intorno alle 13:00. Tante le testimonianze di residenti di zona che parlano di esplosioni. La cenere ha coperto parte della vicina pista ciclabile sfasciacarrozze mentre la nube nera ha invaso la zona di Roma Sud. 

Traffico in tilt sul viadotto della Magliana

Inevitabili le ripercussioni alla viabilità del quadrante interessato dal vasto rogo, con traffico rallentato sul Viadotto della Magliana dall'altezza di viale del Pattinaggio, direzione Fiumicino con il fumo visibile anche a Roma Centro. 

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Politica

Raggi: «Roma è difficile. Commessi errori, ora pugno di ferro»

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

(di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco) – «È ora di usare il pugno di ferro nei confronti di coloro che remano contro il cambiamento. Ci sono sacche di inefficienza in alcune partecipate che sono inaccettabili e che siamo seriamente intenzionati a spazzare via. Se sarà necessario, adotteremo anche provvedimenti esemplari. E' arrivata l'ora di invertire la rotta». Virginia Raggi, ospite del forum a Il Messaggero, parla di Ama e Atac, le municipalizzate di rifiuti e trasporti che con il loro servizio lasciano ancora molto a desiderare. La grillina, a più di un anno ormai dall'elezione in Campidoglio, prova a tracciare la direzione che Roma dovrebbe prendere. Tra «stiamo lavorando» e «ho ancora bisogno di tempo». Senza dimenticare la spada di Damocle dell'inchiesta che la riguarda (rischia il rinvio a giudizio per falso e abuso d'ufficio).

Sindaco Raggi, a fine giugno, con la lettera al Messaggero, ha fatto un bilancio di questo primo anno in Campidoglio. Oggi può dirci di cosa va fiera e cosa non rifarebbe?
«È stato un anno intenso, spero che tutto questo porterà a un miglior lavoro nei prossimi quattro anni. Sono orgogliosa che siamo riusciti ad approvare il bilancio nei termini, per primi tra le grandi città italiane, questo ci ha permesso di avere un premio da parte del governo, circa 15 milioni, e ci permette di poter fare le gare, cosa che si era un po' persa, in passato. Vado fiera di aver messo in strada 200 bus, di avere trovato spazzatrici in Ama che erano state abbandonate in un deposito al Gianicolo. Stiamo continuando a cercare sprechi».
 

Cosa non rifarebbe, invece?
«Ci sono stati sicuramente degli errori».

Sta parlando di Raffaele Marra?
«Mi sono fidata di una persona di cui certamente non avrei dovuto fidarmi. Ho chiesto scusa ampiamente e ormai siamo andati avanti».

Troppo furbo Marra o troppo sprovveduta lei?
«Ho un fatto errore che non ripeterò: d'altronde aveva un ottimo curriculum».
In caso di rinvio a giudizio non si dimetterà. In caso di condanna governerebbe Roma senza simbolo M5S?
«Non rispondo mai a ipotesi, mi attengo al codice etico».

Il codice etico è stato cambiato per lei: ne è consapevole?
«No, è stato messo nero su bianco ciò che si diceva a voce. A differenza di quanto avviene negli altri partiti dove sono tutte chiacchiere».

Parliamo dell'emergenza roghi che sta colpendo Roma da inizio luglio. Gli incendi sono aumentati del 400%. Sospetta che ci sia una regia?
«Questo lo accerterà la magistratura che sta indagando, sono state arrestate sei persone. Noi dobbiamo occuparci di presidiare il territorio, è necessario mettere in campo non solo le forze di Roma Capitale, dobbiamo chiedere l'aiuto del governo perché i controlli siano assicurati h24, soprattutto di notte. Lo smantellamento del corpo della Guardia forestale, ad opera di Renzi, è stato un errore, adesso ne vediamo gli effetti. Mi sono sentita con il ministro Galletti».

Su questo aumento esponenziale di roghi, non pesa anche l'incuria? Ci sono delle giungle amazzoniche, in certi parchi di Roma.
«Per quanto riguarda la cura del verde, noi abbiamo trovato una realtà devastata. Abbiamo solo 180 giardinieri per una città che ha 44 milioni di metri quadri di verde, fa rabbia. Abbiamo rimesso al lavoro tutti i dipendenti che erano indisponibili, abbiamo riparato i mezzi danneggiati, abbiamo sbloccato l'assunzione di 30 giardinieri e presto ne arriveranno altri. Non accadeva dal 2007».

Capitolo siccità. Lei ha fatto un appello alla Regione, chiedendo di sedervi intorno a un tavolo per risolvere la situazione. Da sindaco, la decisione di regolamentare l'acqua l'ha subita?
«Penso che sia inaccettabile che oltre un milione e mezzo di romani restino senza acqua. Ho deciso di chiamare la Regione e Acea per convocare un tavolo in Campidoglio per superare qualsiasi strumentalizzazione. Ci incontreremo domani (oggi, ndr). In Acea ci sono già stati investimenti sulle reti e questo ci ha permesso di risparmiare circa 700 litri al secondo di captazione».

Oggi alla Regione Lazio c'è Nicola Zingaretti, del Pd. Un governatore a Cinquestelle le faciliterebbe il compito?
«Noi siamo qui per cambiare le cose. Il Movimento può dare molto anche alla Regione».

Roberta Lombardi non nasconde più l'ipotesi di candidarsi. In passato i rapporti tra voi non sono stati ottimi. Dica la verità: la voterebbe alle primarie online?
«Intanto arriviamoci alle primarie, io al momento resto concentrata su questa settimana, che è già abbastanza impegnativa».

Sulla gestione dei rifiuti Roma è in grande sofferenza. La sensazione diffusa è che la situazione, già critica, sia ulteriormente peggiorata. Quali sono le mosse per uscire dall'angolo?
«Non ho la bacchetta magica ma mi rendo conto che in alcune aree siamo intervenuti con efficacia, altre invece sono ancora molto sporche. Qualcosa è stato fatto. Un esempio: abbiamo scovato oltre 37mila utenze commerciali fantasma, che inquinavano molto. Per queste utenze la differenziata in un anno è aumentata del 16 percento. Bisogna capire però che i tempi sono lunghi. Dei miglioramenti ci sono, anche se i risultati sono al di sotto delle aspettative».

E le soluzioni dopo un anno: quali sono? Non se ne vede traccia.
«Dobbiamo ridurre la produzione dei rifiuti, come ci chiede anche l'Europa. Poi dobbiamo aumentare gli impianti».

Quanti impianti e dove? Il ministro Galletti ha detto che Roma ha bisogno di una discarica.
«No, non apriremo né inceneritori né discariche. Pensiamo agli impianti di compostaggio, che oggi Roma non ha perché si appoggia a Maccarese. Abbiamo individuato le zone e incontrato i cittadini. Poi servono fabbriche di riutilizzo dei materiali, che in altre città europee funzionano. E servono impianti di raccolta multimateriale, fondamentali in questa fase perché possono partire anche dalla spazzatura indifferenziata. Il punto è che tutto il processo di raccolta dell'immondizia va riorganizzato. Ama deve rispondere a una situazione che è cambiata, bisogna puntare sulla differenziata».

A dirla tutta Ama avrebbe dovuto puntare sulla differenziata già dieci anni fa, stiamo parlando di un modello che in Europa viene considerato ormai superato. Qui a Roma invece siamo ancora con i cassonetti stradali, dove si butta di tutto…
«Sono la prima a dire che questo modello non funziona più. Abbiamo aumentato i dipendenti col patentino da verificatori, per controllare i lavoratori dell'Ama ma anche per far sì che i cittadini differenzino correttamente, perché altrimenti viene messa a repentaglio l'intera raccolta. Non ha senso differenziare la carta, se nei bidoni ci trovo anche la plastica».

Nel frattempo si torna alle strutture di Cerroni e si parla di nuovi impianti. Il piano iniziale del M5S non era troppo da libro dei sogni rispetto alle esigenze della città?
«Come abbiamo detto in campagna elettorale, più l'aumento della differenziata sarà rapido, più saremo in grado di chiudere i Tmb, come Salaria. Dipende anche dai cittadini, la collaborazione dei romani è fondamentale. Dobbiamo migliorare l'informazione per far capire quanto gli effetti di una buona differenziata facciano bene alla città. Per il Movimento Cinquestelle non basta la crocetta sulla scheda. Serve un'alleanza anche dopo. Solo così si raggiungono gli obiettivi».

Lei in un anno ha cambiato due assessori all'Ambiente la prima è stata la Muraro e tre amministratori dell'Ama. I ritardi nella raccolta non sono dovuti anche alla confusione che avrete creato nei posti di comando, di chi cioè dovrebbe gestire i rifiuti?
«Ritardi non ce ne sono, anche altre giunte hanno cambiato gli assessori e non c'è stato tutto questo clamore».

I cambi non hanno influito?
«A nostro avviso il programma sta procedendo abbastanza bene».

L'altro servizio pubblico in crisi nera, a Roma, è quello dei trasporti: un calvario. Bus che prendono fuoco, attese infinite alle fermate, circola solo un mezzo su due. Poi c'è l'assenteismo dei dipendenti: perché in Atac si assenta il 12% degli addetti, ferie escluse, e all'Atm di Milano solo il 6%?
«E' ora di mettere la parola fine al caso di quei dipendenti che non lavorano e agli stipendi d'oro di quei dirigenti che non fanno il proprio dovere. Non voglio generalizzare: chi si impegna non ha nulla da temere; ma chi non lavora deve capire che il clima è cambiato. A chiedercelo sono proprio quei dipendenti che si impegnano quotidianamente e vedono la loro immagine offuscata dal comportamento di chi non lo fa».

In Atac va di moda il doppio lavoro.
«Abbiamo avviato un controllo serrato sulle autorizzazioni per chi ha un secondo lavoro. Ci siamo impegnati con i cittadini per eliminare dall'Amministrazione tutte le incrostazioni lasciate da chi ha malgovernato Roma in questi decenni. Prendo spunto dall'intervista che il presidente dell'Anac ha rilasciato al vostro giornale: Cantone ha perfettamente ragione quando dice che serve un segnale chiaro di inversione di rotta. Non siamo più disposti a tollerare comportamenti ed atteggiamenti che ledono l'immagine di tutti quei dipendenti che lavorano per il bene della nostra città. E sono la maggioranza. Noi siamo dalla loro parte».

Che idea si è fatta del macchinista che mangiava mentre il treno che guidava trascinava una passeggera sulla banchina? Va licenziato?
«Ci saranno misure esemplari. Atac si è attivata immediatamente con la sospensione e con le procedure di legge. Come dicevo, stiamo intervenendo anche sul fenomeno del doppio lavoro dei dipendenti. Vorremmo anche capire come mai finora nessuno si era mosso».

Poi c'è il tema dell'evasione tariffaria, a Roma il 25 per cento dei passeggeri non paga il biglietto. Come si argina?
«Atac ha chiesto l'autorizzazione per aumentare i patentini dei controllori. I dati del primo semestre del 2017 dicono che c'è stato un aumento della vendita di biglietti e abbonamenti, segno che i controlli funzionano. È ancora poco, faremo di più. Ma va anche detto che siamo riusciti a trovare 430 milioni da destinare al potenziamento del trasporto pubblico, soprattutto sulle metro».

Da qualche settimana i nuovi vertici di Atac vi hanno presentato un piano industriale per rilanciare l'azienda dei trasporti. Quando verrà reso noto?
«Tra la fine di luglio e i primi di agosto. Ci stiamo lavorando».

Sta dicendo che come azionisti interverrete sul piano industriale?
«L'assessore sta vagliando e verificando che quanto scritto nel piano corrisponda alle esigenze che questa amministrazione si aspetta da un'azienda così importante».

Al di là delle valutazioni personali, i parametri internazionali dicono che in Atac c'è almeno un 20 per cento di personale in più. Come pensate di intervenire?
«Ci sarà un utilizzo migliore delle risorse».

Sono possibili tagli al personale?
«Questo lo vedremo. Prima di affrontare temi che poi determinano situazioni molto gravi, dobbiamo capire su cosa può contare Atac oggi. Dobbiamo capire se i dipendenti sono proporzionati e se sono utilizzati al meglio, cosa che oggi non avviene. Noi stiamo lavorando per riorganizzare tutte le partecipate, che sono state utilizzate come bancomat senza erogare i servizi che avrebbero dovuto. Noi le vogliamo efficientare. Un repulisti c'è stato in alcune aziende, dopo le sentenze su Parentopoli, per cacciare i dipendenti coinvolti dalle decisioni della magistratura».

Cantone, che citava prima, dice che Roma è ancora bloccata dalla burocrazia, lamenta una scarsa un'interlocuzione con il Campidoglio.
«Abbiamo sottoscritto un protocollo per rafforzare il controllo sugli appalti e ampliarli».

Ma alcuni appalti del Giubileo, a distanza di due anni, sono ancora bloccati. Lo ripetiamo: a distanza di due anni.
«Stanno ripartendo: c'è stato un nuovo codice degli appalti, dunque la normativa è cambiata e questo ha portato agli slittamenti».

L'inchiesta Mafia Capitale ha rappresentato per il M5S un volano elettorale. La sentenza nega l'associazione mafiosa, lei cosa ne pensa?
«Ho letto le dichiarazioni del Pd, sembrano quelle dei tifosi, nonostante nel loro partito ci siano esponenti di peso indagati e condannati. Da parte del Pd registro un atteggiamento omertoso. Su Mafia Capitale occorre tenere la guardia alta».

Ma, come sindaco di Roma, di una sentenza che esclude la mafia in Campidoglio non dovrebbe essere sollevata?
«Il dibattito non mi appassiona. Non c'è nulla di cui esultare: ci sono state condanne pesantissime».

C'è ancora corruzione in Comune?
«Per combattere la corruzione servono appalti in regola e procedure di legge chiare».

A dicembre ha avuto un lungo colloquio con il cardinale Parolin affinché il Vaticano paghi le tasse al Comune. A che punto è la trattativa?
«Stiamo lavorando in maniera congiunta. Le aree indicate sono quelle in cui gli immobili della Santa Sede svolgono una funzione commerciale».

Quando sarà pronto?
«Non lo so. Stiamo lavorando».

Migranti, lei ha chiesto una moratoria sulle quote: sono troppi. E' una mossa elettorale?
«Lo denunciamo dallo scorso inverno. Il Comune ha circa 100 immobili occupati, dove spesso vivono i migranti fantasma. In prefettura c'è un tavolo: il problema è nazionale. Ho molta fiducia nel prefetto Basilone. Noi abbiamo il dovere di accogliere le fragilità, ma nel rispetto delle norme e non dell'emergenza».

Può darci dei numeri su quanti sono gli irregolari a Roma?
«Ci sono stime diverse. Qualche migliaia».

Userà il decreto Minniti che consente il daspo contro chi delinque?
«E' un tema di cui parleremo nel tavolo in Prefettura».

Conferma la chiusura dei primi due campi rom entro due anni?
«Sì, inizieremo con quelli della Monachina e della Barbuta, siamo partiti da subito con protocolli per verifiche fiscali e patrimoniali. E' la base per il recupero dei campi. Prima ancora partiremo con il Camping River».

Qui partirete subito con il contributo per l'affitto ai rom a basso reddito?
«Sì, da dicembre. Ma chiariamo: non diamo alcuna casa ai rom».

C'è stato un cambio di strategia su rom e migranti a seconda delle esigenze politiche?
«Per i rom abbiamo predisposto un piano di superamento dei campi. Lo prevede l'Europa. Realizziamo quanto dicevamo in campagna elettorale».

A settembre l'assessore Massimo Colomban lascerà le Partecipate: sarà sostituito?
«Era un assessore a termine, a settembre presenteremo il nuovo piano delle società».

Quindi non lo sostituirà?
«Potrei non sostituirlo».

I due nuovi assessori, Lavori pubblici e Politiche abitative, ci saranno ?
«Arriveranno a breve, entro la fine dell'estate».

Entreranno consiglieri comunali in giunta, come è successo a Torino?
«No, i consiglieri stanno facendo un grande lavoro e continueranno a farlo».

A settembre andrà alla festa del M5S a Rimini, trampolino per la volata verso le politiche. Parlerà di quanto sia complicato governare e della paralisi di Roma?
«Tutto si può fare. Di sicuro, non abbiamo la bacchetta magica. Per fare le cose per bene ho ancora bisogno di tempo, i problemi delle città non si risolvono con uno schiocco di dita».

Finora si è sentita un peso o un'opportunità per il M5S?
«Dove siamo al governo abbiamo ereditato città allo sbando che non stavano bene. Ce la mettiamo tutta».

Dopo un anno i romani non hanno la percezione del cambiamento. Anzi, nei servizi strategici si registra un peggioramento.
«Abbiamo investito sulla manutenzione stradale con 85 milioni di euro per la grande viabilità, ma per le gare e quindi i cantieri serve tempo. Sulle altre strade abbiamo stanziato i fondi per municipi. Idem per il verde: abbiamo stanziato 12 milioni, siamo partiti con la manutenzione delle prime 80mila alberature».

Sindaca, dalle sue parole è tutto un lavoro in corso. Quando andrà in ferie?
«Non posso dirlo: non lo so ancora».

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Cronaca

Roma, ragazza sequestrata e violentata. Scappa calandosi dalla finestra

(Fonte: Il Quotidiano del Lazio)

La notte tra il 23 e il 24 luglio una giovane ragazza è stata sequestrata e violentata all’interno di un appartamento nei pressi di piazza Bologna. La donna è riuscita a scappare dalla propria abitazione calandosi dalla finestra del bagno.

La ragazza 33enne, escort di mestiere, aveva accolto l’uomo nella propria casa dopo essersi accordati. L’uomo una volta entrato, non sono non ha pagato, ma ha iniziato ad abusare sessualmente della giovane. Questo quanto raccontato dalla donna agli agenti della Polizia di Stato intervenuta sul posto. L’uomo è stato arrestato e la sua posizione è ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.  

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Politica

Crisi idrica, il piano per salvare Roma: “Sfruttiamo al limite gli invasi e l’acqua non sarà razionata”

(Fonte: www.repubblica.it)

(di Enrico Bellavia) – ROMA – Dopo la minaccia e lo spauracchio di un razionamento per un milione e mezzo di romani, è l’ora delle trattative. I pontieri di questa battaglia dell’acqua su Roma si sono già messi al lavoro. Da un lato i tecnici della Regione, dall’altra Acea, la multiutility della quale il Comune di Roma è socio al 51 per cento.

Lo stop al prelievo dal lago di Bracciano – il cui livello è pericolosamente sceso minacciando di mandare a monte la stagione turistica e compromettere l’intero ecosistema – impone di trovare una alternativa. Il blocco deciso dalla Regione dopo le diffide dei comuni del comprensorio del lago ha provocato l’immediata risposta di Acea: rubinetti a secco per otto ore. Ma la Regione lavora già a un piano B. Sul piatto, l’ipotesi di innalzare i prelievi dalle altre quattro fonti che servono la Capitale. Per arrivare ai primi di agosto, quando — notano in Regione — il fabbisogno cala e, si spera, le precipitazioni riporteranno le riserve in sicurezza.
Tocca ad Acea ora dire sì. Dalla sua, Zingaretti – ha sottolineato ai suoi – ha da promettere procedure snelle in nome del decreto sull’emergenza siccità. Tecnicamente si tratta solo di ovviare a quell’8 per cento di risorse che arrivano dal lago.

Ma sullo sfondo della partita dell’acqua le implicazioni politiche rischiano di innalzare la posta in gioco. La crisi di Bracciano, cresciuta nelle proteste di cittadini e amministratori, ha trovato orecchie sensibili in Regione. Le diffide e il concreto pericolo di un’ondata di denunce per disastro ambientale hanno fatto il resto. Con le elezioni praticamente alle porte, per Zingaretti era una grana da risolvere in fretta. Non restava che il blocco. Dietro la dura risposta di Acea la quota di difficoltà è cresciuta. Ora un milione e mezzo di romani avevano di che lamentarsi. La sindaca Virginia Raggi che di Acea è il principale azionista, si è limitata a qualche laconica raccomandazione ai due contendenti senza pretendere soluzioni da Acea. E anche questo ha contribuito all’irritazione del governatore.

A Zingaretti, del resto, non è sfuggita l’enorme sproporzione tra il mancato apporto di Bracciano, l’8 per cento appunto, e il razionamento per metà degli utenti della città e non ha mancato di sottolinearlo. Poi ha messo al lavoro gli specialisti. Si tratta di capire se i tecnici regionali avranno la meglio sulla pretesa di Acea di continuare a utilizzare il lago.
Tanto più che a dare il la a questa emergenza nata tra le carte bollate prima ancora che di fronte a una rete che disperde il 44 per cento dell’acqua è stato proprio il consorzio dei comuni del lago di Bracciano di cui la sindaca Raggi fa parte, da guida della città metropolitana. Dunque: a paradosso si è aggiunto paradosso. La Regione si trova con le spalle al muro per un aut aut dei comuni, blocca Bracciano ma la sua azione si riflette sulla città di Roma. Né d’altra parte, per salvare Roma dal razionamento, Raggi che non era intervenuta per tempo, avrebbe potuto dissociarsi dalle proteste del Lago. Ha così finito per stoppare se stessa come sindaca e partner di Acea. Non resta che rimediare al pasticcio prima del via al razionamento fissato per venerdì.

La querelle ha comunque già riaperto il capitolo dei costi e dei conti. Il Comune di Roma ha intascato un cospicuo dividendo da Acea, 70 milioni, destinati a rimpinguare le casse esangui del Campidoglio. Ovviamente anche Acea ha tratto vantaggio ma ha reinvestito poco sulla rete. Pur pagando anche il prezzo degli sprechi, tuttavia i cittadini romani hanno goduto finora — e non si sa ancora per quanto — di tariffe al di sotto della media: in media 300 euro l’anno, 34 dei quali per la rete. Ma c’è chi giura che se l’andazzo dovesse proseguire, alla fine non resterà che inasprire la bolletta, riversando sugli utenti le spese per sistemare i 5.400 chilometri di condutture. Le previsioni? Più che un raddoppio: fino a 80 euro per abitante.

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Cronaca

Centro Italia, Scossa del 4.2 nella notte. Epicentro tra Campotosto (Aq) e Amatrice

(Fonte: www.repubblica.it)

Una scossa di terremoto di magnitudo 4.2 è stata registrata alle 4:13 tra le province dell'Aquila, Rieti e Teramo. La popolazione si è riversata nelle strade, in preda al panico e ha trascorso la notte fuori dalle abitazioni, sia quelle rimaste in piedi dopo gli eventi del 2016, sia quelle costruite dai soccorsi nei giorni successivi alla devastazione provocata dai due fortissimi movimenti tellurici. La scossa è stata chiaramente sentita anche nelle tende dove continuano a trovare rifugio gli scampati al terremoto.

Secondo i rilevamenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 14 km di profondità; l'epicentro è stato a 3 km da Campotosto (L'Aquila), 8 da Amatrice (Rieti) e 12 da Crognaleto (Teramo). Il movimento tellurico è stato poi seguito da un nuovo sciame sismico, scosse a distanza di pochi minuti l'una dall'altra di entità inferiore (dal 2.4 all'1.4). La scossa è stata chiaramente avvertita dalla popolazione, anche fino a Rieti. Al momento non si hanno segnalazioni di danni a persone o cose. Lo ha confermato anche la Protezione civile. La Sala situazione Italia del Dipartimento si è messa subito in contatto con le strutture locali del Sistema nazionale di Protezione civile, per le verifiche del caso.

Le nuove scosse sismiche non hanno interessato solo l'area del Centro Italia già devastata dai terremoti del 24 agosto e del 26 ottobre dello scorso anno. Ieri sera nel Nord Italia è stata registrata dall'Ingv una scossa di magnitudo 3.6 tra la Lombardia e il Veneto, epicentro la zona di San Zeno di Montagna, nel Veronese, a una profondità di 4 km. Il sisma è stato avvertito dalla popolazione nell'area circostante, in particolare nei centri abitati della sponda del lago di Garda nella provincia di Verona e nello stesso capoluogo scaligero. Non sono stati registrati danni a persone o cose.

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Cronaca

Roma, esplosione in una villa ad Anguillara Sabazia: 4 feriti, uno gravissimo

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

Esplosione all'interno di una villetta ad Anguillara Sabazia, vicino Roma. Sul posto vigili del fuoco, carabinieri della compagnia di Bracciano e 118. Secondo quanto si è appreso quattro anziani, di cui tre donne e un uomo, sono rimasti feriti. Una sarebbe in gravi condizioni. Dalle prime informazioni sembra che la deflagrazione abbia interessato un appartamento all'interno del villino di due piani che si trova in via Grotte di Castellana. Sono in corso verifiche per accertare le cause. 
 

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Cronaca

Civitavecchia, maltrattamenti alla moglie per 20 anni. Arrestato

(Fonte: Il Quotidiano del Lazio)

E’ finita, dopo 20 anni, la storia dei maltrattamenti subiti da una donna di 43 anni. Le violenze, secondo quanto denunciato dalla vittima, erano iniziate addirittura nel 1995, quando il marito l’aveva picchiata procurandole una ferita alla gamba che aveva richiesto  sei punti di sutura.

Pentito, le aveva chiesto scusa promettendole che non sarebbe più accaduto. Così era stato in effetti per qualche anno ma poi l’uomo, di natura violenta ed aggressiva, aveva ricominciato ad insultarla e picchiarla anche davanti al figlio allora minorenne.

Stanca e provata, la donna si è di recente rivolta alla Polizia di Stato per denunciare L.M., presentando i referti medici rilasciati nel tempo dai vari Pronto Soccorso. Gli agenti del commissariato di Civitavecchia, diretto da Nicola Regna, hanno seguito da vicino il caso, inviando tutto in Procura.

Ieri finalmente l’esecuzione, da parte dei poliziotti, dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’aguzzino: arresti domiciliari in un’abitazione diversa da quella coniugale.

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Politica

Assestamento di Bilancio alle battute finali in Aula Giulio Cesare

Prosegue in Aula Giulio Cesare la discussione sull'assestamento generale di bilancio, dopo il parere dell'Oref, l'Organismo di Revisione Economica Finanziaria di Roma Capitale. L'organo di controllo ha prodotto un documento di 18 pagine con cui, pur indicando una serie di riserve e soprattutto 20 prescrizioni, e ribadendo le perplessità e le criticità espresse, ha dato parere favorevole. Critiche hanno espresso ieri le opposizioni di centrodestra e centrosinistra a Radio Roma Capitale con i consiglieri Ghera (FDI) e Pelonzi (PD), soddisfazione da parte della maggioranza pentastellata, rappresentata dal presidente del Consiglio De Vito. In serata è attesa la replica dell'assessore Mazzillo.

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Politica

Campidoglio, tra i dirigenti indagati anche la responsabile dell’Anticorruzione

 

(Fonte: www.repubblica.it)

(di Lorenzo D'Albergo e Giovanna Vitale) – C'è chi è finito nel listone dei 70 dirigenti capitolini indagati per una buca lasciata scoperta, chi per la mancata manutenzione del verde. E poi chi, tra i manager del Campidoglio, è entrato nel mirino della procura per ipotesi di reato ben più gravi: abuso d'ufficio, falso, turbativa d'asta. L'ultimo monitoraggio dell'amministrazione Raggi sui suoi superburocrati (il 36,8% è sotto inchiesta) non ha risparmiato proprio nessuno. Neanche la titolare dell'Anticorruzione capitolina Cristiana Palazzesi.

La sindaca le ha chiesto di occuparsi del contrasto e della prevenzione al malaffare soltanto lo scorso 9 giugno. Ora, a neanche due mesi di distanza, si prepara a rimuoverla. Già, perché la dirigente chiamata a vigilare su mazzette e appalti sospetti è a sua volta indagata: da agosto 2013 a novembre 2014 ha fatto parte del cda di Atac e, assieme ad altri 16 funzionari, rischia il rinvio a giudizio per il pluriennale affidamento senza gara ai sindacati della mensa aziendale. Le accuse? Abuso d'ufficio, violazione del codice degli appalti e erogazione di contributi di finanza pubblica in favore di associazioni non riconosciute.

Palazzesi ha comunicato la propria posizione al dipartimento Risorse umane il 5 luglio. Poi, 24 ore dopo, ha firmato l'ultimo report sul whistleblowing, il sistema che permette ai dipendenti comunali di segnalare in totale anonimato presunti illeciti commessi da superiori e pari grado: 8 le denunce da inizio anno, mentre nell'ultimo semestre del 2016 erano state 17. Adesso la responsabile dell'Anticorruzione nominata dalla Raggi, all'oscuro dell'indagine al momento di firmare l'ordinanza, è in attesa. Da una parte rischia un procedimento disciplinare. Dall'altra, a livello politico, il M5S dovrà stabilire il da farsi: "Non c'è dubbio – dicono in Campidoglio – che ora in quella posizione stoni". Il trasferimento è perciò dietro l'angolo.

Nel frattempo, però, i superburocrati di palazzo Senatorio sono sul piede di guerra: dopo la diffusione delle notizie sul numero degli indagati, accusano la sindaca di aver diramato dati poco corretti, "che contribuiscono a screditare gratuitamente la classe dirigente di Roma Capitale, la quale potrà avere pure mille difetti, ma non quello di essere, nel suo insieme ed in modo generalizzato, una congrega di delinquenti", scrive la presidente della Dircom Silvana Sari nella lettera inviata a tutti gli associati. "Premesso che nei più importanti processi attualmente pendenti, di corruzione e concussione, nessun dirigente comunale di ruolo è coinvolto", precisa Sari, "si rammenta che coloro i quali sono sotto processo per vicende legate alla cosiddetta Mafia Capitale sono esclusivamente funzionari e dipendenti: personale, cioè, privo della qualifica dirigenziale, ovvero dirigenti esterni, cioè scelti fiduciariamente dalla politica".

Da qui la stoccata: "Certamente alcuni dirigenti sono stati raggiunti da avvisi di garanzia (come, del resto, la stessa sindaca Raggi), ma va sottolineato che talune indagini riguardano vicende private e non connesse alle funzioni pubbliche svolte, altre indagini riguardano situazioni lavorative non connesse alla corruzione (alberi caduti, buche, etc.), mentre altri fascicoli sono stati aperti su segnalazione di soggetti che evidentemente utilizzano il mezzo della denuncia penale allo scopo di intimidire dirigenti inflessibili e non disposti a fare concessioni illegittime di favori". Al vetriolo l'affondo finale: "Non bisogna dimenticare i casi in cui dirigenti comunali sono a processo per reati gravissimi (tipico è quello dell'ex direttore Risorse umane, Raffaele Marra, già stretto collaboratore sia del sindaco Alemanno sia della sindaca in carica) e per i quali si auspica – proprio a garanzia della parte sana della categoria, la più numerosa – che la giustizia faccia presto il suo corso".