(Fonte: www.repubblica.it)
(di Lorenzo D'Albergo e Giovanna Vitale) – La risposta arriverà nei prossimi giorni e sarà secca: una tabella con i dati del ministero dell'Interno sui migranti ospitati dal circuito di centri di accoglienza gestiti dalla prefettura e poco più. Nessuna nota polemica a margine. Non ce ne sarà bisogno, perché a parlare saranno le statistiche ufficiali del Viminale.
Palazzo Valentini risponderà con i numeri alla lettera con cui la sindaca Virginia Raggi ha chiesto alla prefetta Paola Basilone una "moratoria sui nuovi arrivi " di richiedenti asilo nella capitale. Nella contromissiva, in scrittura in queste ore, ecco la fotografia di Roma e provincia: le ultime rilevazioni indicano la presenza di circa 5.581 rifugiati nei centri di accoglienza, Cara di Castelnuovo di Porto compreso, e di altre 3.028 negli alloggi dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Totale 8.609, quando a Roma spetterebbe invece una quota massima di 11mila migranti. Si tratta dunque dello 0,29 per cento della popolazione cittadina, che ammonta a 2,9 milioni di persone.
A giudicare dalle cifre, si tratta di una situazione che la prefettura è perfettamente in grado di gestire. Un flusso che non a caso viene definito "ordinario". Nessuna emergenza quindi. Discorso a parte per il circuito parallelo dell'immigrazione, quello delle occupazioni su cui è in corso una stretta anche in chiave antiterrorismo. Le forze dell'ordine sono al lavoro, la road map degli sgomberi è serrata e prevede il passaggio al setaccio degli stabili occupati negli ultimi 12 mesi. Per il resto, tornando ai dati che riguardano i richiedenti asilo, mani legate. Non sarà certo Palazzo Valentini a chiedere al ministro Marco Minniti lo "stop" agli arrivi e a improvvisarsi tramite delle richieste dell'inquilina del Campidoglio.
La prima cittadina grillina – ieri il ponte telefonico con i rappresentanti del governo sul territorio capitolino è stato continuo – deve averlo capito. Così a metà pomeriggio, dopo il post di Beppe Grillo sui campi rom, ha optato per un attacco a tenaglia su Facebook. E per il fai da te. Parlando, a dispetto dei numeri, di "emergenza". "Roma è sottoposta ad una forte pressione migratoria. Così non si può andare avanti. Con la prefettura – sottolinea la sindaca sui social – c'è un ottimo rapporto di collaborazione. L'emergenza accoglienza è una delle tante che abbiamo ereditato. Non permetteremo più a nessuno di mangiare sui più deboli e allo stesso tempo è ora di ascoltare i cittadini romani: non possiamo permetterci ulteriori tensioni sociali. Per questo trovo rischioso pensare di creare altre strutture di accoglienza. Mi auguro che il governo tenga conto di queste parole nel momento in cui dovranno decidere dove inviare nuovi migranti. Chiederò un incontro al responsabile del Viminale".
Quando si arriverà al faccia a faccia, la sindaca dovrà riuscire nell'impresa di far combaciare le sue dichiarazioni con gli atti firmati dal Campidoglio. Se oggi, infatti, pure il capogruppo pentastellato Paolo Ferrara spiega sulle frequenze di Radio Cusano che "l'accoglienza non funziona" in Campidoglio dovrebbe suonare più di un campanello d'allarme. L'ultimo bando da 1,8 milioni di euro per l'affidamento del servizio di accoglienza di cittadini immigrati al di fuori del sistema Sprar prevede l'accoglienza di 390 migranti fino a fine anno ed è stato pubblicato lo scorso 29 dicembre. A sei mesi di distanza, subito dopo il magro bottino all'ultima tornata di amministrative, qualcosa nella vision sui richiedenti asilo deve essere cambiato nelle segrete stanze di Palazzo Senatorio. In Regione se ne sono accorti. "Vanno male le elezioni? Come si recupera? Facile, puntando il dito sui migranti", osserva sconsolato il vicegovernatore Massimiliano Smeriglio.
Ma nel frattempo l'amministrazione grillina manda a gara altri 390 posti