31 marzo 1935
Il Re Vittorio Emanuele III inaugura la CITTA' UNIVERSITARIA di Roma. Durante il ventennio fascista, nell'ottobre 1931, è istituito l'obbligo di giurare fedeltà al Duce per tutti i docenti universitari: tre di questi si rifiutarono e persero la cattedra (Ernesto Buonaiuti di Storia del Cristianesimo, Giorgio Levi Della Vida di Studi Orientali, Gaetano De Sanctis di Storia Antica). Nel 1935, al completamento dei lavori pianificati dall'architetto monumentalista Marcello Piacentini, la nuova Città Universitaria viene inaugurata alla presenza del Re e della Regina.
Ma il clima in Italia diventa sempre più difficile per gli studiosi e inizia la migrazione dei cervelli.
Enrico Fermi rimane a Roma fino al 1938. Quando riceve il premio Nobel, il fascismo ha appena promulgato le leggi razziali; Fermi, la cui moglie è di religione ebraica, dopo aver ritirato il premio a Stoccolma, emigra a New York. Lo segue un suo allievo, Emilio Segrè, che era salito in cattedra alla Sapienza dieci anni prima. L’anno dopo lascia Roma per gli Stati Uniti anche un giovane laureato in giurisprudenza della nostra università, Franco Modigliani, che riceverà nel 1985 il Nobel per l’economia.
Dopo la seconda guerra mondiale inizia una nuova ricostruzione: i docenti che avevano perso il posto per motivi politici o razziali vengono reintegrati nell’insegnamento e si ripristina l’elezione diretta del rettore e delle altre cariche accademiche.
È una delle più antiche università italiane, nata per volontà di papa Bonifacio VIII che il 20 aprile 1303 con la bolla pontificia In Supremae praeminentia Dignitatis istituì a Roma lo Studium Urbis.
Con 103.210 iscritti nel 2015 è la più grande università d'Europa e la quarantatreesima al mondo per numero di iscritti.