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Cronaca

Via Fondi di Monastero: ancora tantissimi rifiuti

Il nostro inviato, Jacopo Nassi, ritorna dopo sette giorni dalla segnalazione effettuata durante una delle inchieste di Radio Roma Capitale, in Via Fondi di Monastero  (zona Casal Monastero) per verificare una eventuale bonifica dei tanti rifiuti presenti ai lati della strada. Purtroppo nulla è cambiato, dopo sette giorni ancora tanti rifiuti di ogni genere a cielo aperto. 

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Cronaca

Chiesa di San Calisto aperta la notte per i senza tetto

Il nostro inviato, Jacopo Nassi, questa mattina ha iniziato i collegamenti da Trastevere, presso la Chiesa di San Calisto, aperta tutte le notti dal 7 gennaio per fronteggiare l'emergenza freddo e fornire riparo ai senza tetto, ospitando circa trenta persone con lettini e stufe per riscaldare l'ambiente.

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Cronaca

Roma, arrestata la Banda del Tombino: ecco chi sono i ladri che terrorizzavano Roma nord

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

(di Veronica Cursi) Erano diventati il terrore dei commercianti di Roma nord. Dopo aver messo a segno più di dieci furti negli ultimi due mesi in diversi locali della città, i carabinieri di Ponte Milvio hanno dato un nome ed un volto ai componenti della cosiddetta “Banda del tombino”.  Si tratta di due cittadini romeni, un 22enne e un 26enne entrambi con precedenti, a cui i Carabinieri hanno notificato un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per i reati, rispettivamente, di furto e ricettazione.

I ladri erano balzati agli onori della cronaca grazie alla rapida escalation di furti di cui si erano resi responsabili a partire da novembre scorso, commessi sempre con la stessa modalità: utilizzavano tombini rubati in qualche via per rompere le vetrate di bar e ristoranti e portare via pochi euro. Alcuni ristoranti erano stati derubati persino due volte nello stesso mese. Di fondamentale importanza il lavoro svolto dai Carabinieri sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza degli esercizi derubatii, che hanno immortalato le “gesta” dei banditi.

La lista dei colpi è lunghissima: da Ponte Milvio al Flaminio, passando per Prati e i Parioli, sono decine i furti messi a segno. Ma sono tuttora in corso ulteriori verifiche finalizzate a verificare l’eventuale responsabilità degli arrestati in ordine a colpi messi a segno nelle zone di Trionfale e al Centro Storico utilizzando lo stesso modus operandi.
Nel corso delle operazioni che hanno portato al fermo dei cittadini romeni sono sati rinvenuti e sequestrati gli abiti utilizzati durante i colpi, buona parte della refurtiva e oltre 13mila euro in contanti in un’abitazione della zona di Prima Porta che la banda utilizzava per stoccare i proventi delle loro scorribande. Nello stesso contesto, è stato denunciato a piede libero un altro cittadino romeno di 25 anni che condivideva con i suoi connazionali lo stesso appartamento per spacciare droga.

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Cronaca

Corruzione e associazione a delinquere: 10 arresti nel Pontino

(Fonte: Il Quotidiano del Lazio)

I Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione a nr. 10 provvedimenti di misura cautelare (nr. 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere e nr. 6 agli arresti domiciliari), emessi dal GIP presso il Tribunale di Latina Dott. Giuseppe CARIO, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione ed associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti. I provvedimenti sono scaturiti da un’articolata attività d’indagine, avviata dal Nucleo Investigativo e coordinata dal Sost. Proc. presso la Procura della Repubblica di Latina Dott. Valerio DE LUCA, a seguito di approfondimenti relativi al procedimento relativo al mancato intervento da parte del Comune di Sperlonga in relazione agli abusi edilizi connessi alla realizzazione del locale albergo “Grotte di Tiberio”.

Le indagini, condotte inizialmente dalla Stazione Carabinieri di Sperlonga avevano consentito di accertare l’inerzia dei responsabili dell’ufficio tecnico del locale Comune che si erano succeduti nel tempo, nell’avvio della procedura di ripristino dello stato dei luoghi, in applicazione della legge 380/2001, nonostante fosse evidente l’esistenza di un abuso edilizio emerso durante e dopo la realizzazione dell’albergo in parola, peraltro sancito da una sentenza di condanna emessa dalla Corte di appello di Roma nel 2014. In relazione  a tale circostanza era stata ipotizzata anche l’ipotesi di corruzione in capo ai responsabili dell’Ufficio Tecnico del Comune di Sperlonga che si erano succeduti nel tempo.

 

Nel mese di gennaio del 2016 la Procura di Latina delegava al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina accertamenti finalizzati a sviluppare alcuni aspetti emersi durante le pregresse indagini e approfondire gli illeciti rapporti fra gli indagati. Le investigazioni, svolte dal Nucleo Investigativo in collaborazione con il personale del NORM della Compagnia di Terracina, oltre a confermare la sussistenza dei reati di corruzione in precedenza richiamati, hanno consentito di accertare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di turbata libertà degli incanti e alla corruzione, al fine di pilotare le aggiudicazioni delle seguenti gare di appalto e alla valorizzazione del complesso archeologico Villa Prato di Sperlonga per un importo di 700mila euro

– ristrutturazione del Comune di Prossedi (LT) per un importo di 230mila euro;

– affidamento del Servizio di spazzamento delle strade extraurbane del comune di Priverno (LT) per un importo  di circa 40mila euro ;

– restauro dell’istituto scolastico "Don Andrea Santoro" di Priverno di circa 35mila euro.

Le indagini hanno consentito di documentare l’operatività di un vero e proprio sistema corruttivo, attuato da una serie di società che, grazie alla collusione dei responsabili dei procedimenti, riuscivano ad “inquinare” le gare pubbliche di piccole e medie dimensioni tentando, e in alcuni casi riuscendovi, a predeterminare la scelta del contraente.

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Cronaca

Roma, truccavano la manutenzione dei bus Cotral: un arresto e 50 indagati

(Fonte: www.repubblica.it)

Truccavano le manutenzioni degli autobus delle linee regionali Cotral facendo risultare di aver riparato pullman che invece continuavano a circolare senza i prescritti standard di sicurezza o, peggio, subivano continui guasti. I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno arrestato stamattina il titolare di una società affidataria dell'appalto per la manutenzione e riparazione degli autobus di linea regionali del Lazio per truffa aggravata ai danni dello stato e frode in pubbliche forniture.

L'arrestato. V.M., 55 anni, romano, è il responsabile di una delle officine coinvolte nell'inchiesta. Durante le indagini, come emerso dalle intercettazioni, ha espresso il proposito di realizzare condotte ancor più raffinate per non farsi scoprire e per assicurarsi il profitto derivante dalle omesse o imperfette attività di manutenzione affermando: "Noi dobbiamo rubà nei modi giusti! Noi dobbiamo rubà nei modi giusti!", diceva.

In particolare le Fiamme gialle hanno scoperto che la manutenzione richiesta non veniva concretamente effettuata, pur essendo attestata dagli organi di controllo dell'azienda; in caso di necessità di sostituzione di pezzi, in luogo di quelli originali venivano utilizzati pezzi di ricambio usati e ripuliti, spacciati per nuovi; nel caso in cui l'azienda forniva il pezzo da installare, questo veniva trattenuto dalla ditta per la successiva rivendita a terzi o addebitato a cotral per altri lavori mentre sul veicolo veniva installato un pezzo usato ovvero si ripuliva quello presente, facendo comunque figurare, sempre con la complicità degli addetti ai controlli, che l'intervento si era concretizzato nei termini stabiliti contrattualmente.

Inoltre, un riscontro eseguito su circa 1400 vetture, pressoché la totalità degli autobus cotral, ha fatto emergere come anche i cronotachigrafi digitali in dotazione ai bus di linea non venissero revisionati da parte dell'impresa affidataria dell'appalto che, invece, ne certificava falsamente la taratura.

Dall'analisi dei tracciati dei sistemi di geolocalizzazione installati a bordo dei pullman è emerso, infatti, che nelle date in cui veniva attestata la revisione, le vetture di linea si trovavano in servizio sul territorio regionale o ferme nei depositi.

Secondo gli inquirenti il sistema di frode era finalizzato a rendere remunerativo, per la ditta affidataria, l'appalto per l'installazione degli stessi cronotachigrafi a quest'ultima aggiudicato sulla base di un'offerta evidentemente anomala per l'esiguità dell'importo di aggiudicazione. Nei confronti di questa società, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria stanno ora procedendo al sequestro di disponibilità finanziarie per 91.000 Euro, ovvero l'importo che cotral ha pagato per la taratura periodica dei cronotachigrafi digitali, attività mai effettivamente svolta.

La struttura criminale si è consolidata nel tempo proprio grazie alla compiacenza di alcuni capi tecnici della Cotral, responsabili del controllo e del riscontro delle manutenzioni effettuate. Le prestazioni manutentive riguardavano anche parti essenziali delle vetture, come il sistema frenante o le parti meccaniche principali di bus che in alcuni casi, avevano già oltre quindici anni di vita e necessitavano di una corretta e reale manutenzione al fine di garantire i livelli di sicurezza essenziali.

I dipendenti di Cotral indagati invece di curare gli interessi dell'azienda hanno favorito i proprietari delle officine di manutenzione omettendo volutamente di effettuare i prescritti riscontri e convalidando la regolarità delle lavorazioni effettuate a tutto vantaggio dei fornitori.

Alcuni di loro, venuti a sapere delle indagini in corso poiché nominati ausiliari di pg per esaminare i veicoli oggetto di riparazione, si sono subito preoccupati di avvertire i dipendenti coinvolti nell'attività di controllo e pertanto sono stati denunciati per il reato di rivelazione di segreto di ufficio e favoreggiamento personale.

Le attività di polizia giudiziaria svolte dalla finanza hanno consentito di segnalare all'autorità giudiziaria complessivamente 50 persone per concorso in truffa aggravata ai danni dello stato, frode nelle pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreto d'ufficio, favoreggiamento e falso, ma soprattutto hanno permesso di porre fine ad un sistema truffaldino che ha depauperato le casse dell'azienda regionale creando, oltre al danno economico, anche il cattivo funzionamento dei mezzi, notevoli disagi e disservizi per l'utenza e persino la messa in pericolo dei fruitori degli autobus.

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Cronaca

Borgo Pio: donati i prima pasti caldi per i più bisognosi

Il nostro inviato, Jacopo Nassi, sta seguendo la prima distribuzione di 100 pasti caldi per i più bisognosi da parte del noto fast food che di recente ha aperto i battenti, tra le polemiche, in zona Borgo Pio, a due passi da San Pietro

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Politica

Assessore Laura Baldassarre a Radio Roma Capitale 93fm: impiegare i richiedenti asilo in attività di volontariato

Laura Baldassarre, assessore alla Persona, Scuola e Comunità solidale del Comune di Roma, è intervenuta questa mattina ai microfoni di Radio Roma Capitale nel corso della trasmissione di Francesco Vergovich "Roma ogni giorno". L'assessore ha presentato il piano sociale cittadino #RomaAscoltaRoma: "dopo 13 anni torniamo a programmare a Roma le politiche sociali, iniziamo ascoltando i cittadini e le associazioni. La novità è la creazione di un coordinamento con tutti gli assessori alle Politiche sociali dei Municipi. L'azione di ascolto quindi verrà realizzata in ogni Municipio. Dopo il primo incontro di presentazione nel X Municipio, lavoreremo insieme su temi come povertà, accoglienza stranieri, rom, sinti e camminanti, politiche scolastiche, violenze, disabilità e dipendenze patologiche. Saranno quindici incontri".

Laura Baldassarre ha aggiunto: "sul tema della dispersione scolastica, ad esempio, abbiamo trovato scuole che rimangono aperte l'estete. Un obiettivo è poi quello di impiegare i richiedenti asilo in attività di volontariato: su questo abbiamo trovato una circolare del Viminale del 2014 ancora non attuata su Roma. Abbiamo già inviato la proposta di protocollo al Prefetto, penso che sarà una questione di settimane".

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Cronaca

Monte Stallonara, sequestrato “per truffa” il piano di zona. Indagati anche due funzionari del Comune

(Fonte: RomaToday)

(di Ylenia Sina) Affitti gonfiati per gli inquilini e fondi pubblici 'scomparsi' dal conteggio per il canone finaleSigilli questa mattina in via Decimomannu, per tre edifici nel piano di zona di Monte Stallonara, all'estrema periferia ovest della Capitale, tristemente famoso per le cronache romane per l'immagine delle sue strade sterrate mai asfaltate e per gli allagamenti degli ultimi mesi.  Dopo i fatti di questa mattina, a cui si aggiungono i sequestri dello scorso 11 gennaio a Castelverde, la bolla dei piani di zona della Capitale si sta gonfiando sempre di più sul tavolo dell'amministrazione di Virginia Raggi e del suo assessore all'Urbanistica Paolo Berdini che commenta: "Ora faremo chiarezza su quanto accaduto e prenderemo seri provvedimenti".

I SEQUESTRI – I sequestri, eseguiti dalla sezione di Polizia Giudiziaria dalla Polizia Locale e dalla Guardia di Finanza, su disposizione del Gip Costantino De Robbio, sono scattati per 37 conti correnti, 17 quote azionarie e 53 proprietà immobiliari nel Lazio e in Toscana appartenenti a 6 persone, 4 uomini e 2 donne di nazionalità italiana, componenti dei Consigli di Amministrazione di quattro cooperative romane e diverse società, tutti indagati per truffa nei confronti della Regione Lazio, del Comune di Roma e di circa 76 persone con il concorso di un dirigente e di un funzionario di Roma Capitale, indagati per abuso d'ufficio. "Con il solo scopo preventivo di tutelare le vittime delle truffe" si legge nel comunicato stampa diffuso questa mattina dalla sezione della Polizia Giudiziaria della Polizia Locale, sono stati apposti i sigilli anche a tre edifici realizzati dalle cooperative nel Piano di Zona. In totale, 76 appartamenti per la gestione dei quali è stato nominato un Amministratore Giudiziario. Gli inquilini, quindi, potranno restare nei loro appartamenti. 

LE INDAGINI – Le indagini, coordinate dal Sostituto procuratore Alberto Galanti, affidate alla sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale di Roma dirette dalla dottoressa Rosa Mileto, hanno portato a scoprire una truffa da oltre 14 milioni di euro ai danni di Regione, Comune e di circa 76 soci di 3 cooperative del piano di zona inerenti il progetto '20 mila alloggi in locazione'.

LE DENUNCE – Le indagini sono state avviate in seguito a una serie di esposti e denunce. Figurano l'esposto avanzato dal consigliere regionale Fabrizio Santori relativo alle mancate opere di urbanizzazione e quello dalla deputata del Movimento cinque stelle Roberta Lombardi relativo però alle responsabilità del mancato controllo da parte dei funzionari comunali. A chiedere l'intervento della Procura, anche una trentina di inquilini che avanzarono una denuncia con l'aiuto dell'avvocato Vincenzo Perticaro, che da anni segue le vicende dei piani di zona della Capitale. Altra denuncia era partita dal sindacato Asia Usb, anch'esso concentrato da tempo sulle irregolarità emerse in merito all'edilizia convenzionata romana. 

PREZZI GONFIATI – Come spiega la Polizia locale in una nota, "i consigli di amministrazione delle tre cooperative, formati sempre dagli stessi indagati, assegnatarie di circa 3.509.061 euro dalla regione per la locazione degli alloggi costruiti e del terreno comunale creavano una quarta cooperativa, nella quale facevano confluire contemporaneamente tutti i soci delle altre tre cooperative al fine di poter giustificare il prezzo di cessione, cioè la vendita degli appartamenti ai soci costruttori ad un prezzo raddoppiato (pari a 13.624.940 euro) invece di fargli pagare il solo costo totale di nuova edificazione (7.896.424, 69 euro) che gli indagati avevano dichiarato alla Regione al fine di poter fruire del finanziamento pubblico e di assegnare poi gli alloggi in locazione o ai soci, se aventi diritto, o a terzi".

FINANZIAMENTI 'SCOMPARSI' – In sintesi, il finanziamento di circa tre milioni e mezzo indirizzato alle cooperative "doveva essere utilizzato per abbassare i costi totali della nuova edificazione" che ammontano a quasi 7 milioni e 900 mila euro. Con una semplice sottrazione, le case costruzioni sarebbero dovute costare, ricostruiscono gli inquirenti, circa 4 milioni e 300 mila euro. E' il senso del meccanismo che sta alla base dell'edilizia convenzionata: Regione e Comune forniscono finanziamenti e terreni in modo che gli appartamenti possano essere venduti o affittati a prezzi inferiori a quelli di mercato, in base a convenzioni stipulate con il Comune. Il finanziamento però, continua la nota, "non è stato detratto ai soci, i quali si sono ritrovati a dover versare, oltre a ingenti somme in contanti (la cui esatta cifra non è stata ancora quantificata anche se la stima presunta si aggira attorno ai 2 milioni di euro, ndr) anche un ulteriore mutuo da 9.750.000 euro alle banche, superiore al costo totale di nuova edificazione dichiarato dalla Regione". 

DIRIGENTE E FUNZIONARIO 'IN CONCORSO' – Secondo gli inquirenti "tutto questo si è potuto realizzare in concorso con la responsabilità del dirigente e del funzionario del Comune di Roma della UO Edilizia sociale del Dipartimento Programmazione Attuazione Urbanistica, che abusando del loro potere, in violazione dell'art.11 del Disciplinare della Convenzione, facevano 'passare', dandone il via libera, i prezzi di cessione accontentandosi della semplice dichiarazione dei Consigli di Amministrazione, mentre era necessario che i prezzi di cessione fossero approvati e deliberati dai soci delle cooperative". I soldi, spiegano infine, "venivano poi fatti girare e sparire dalle casse delle cooperative, con la motivazione di ulteriori prestazioni di servizi, all'interno di società e consorzi sempre intestati agli stessi indagati in una sorta di scatola cinese". 

"FARE CHIAREZZA"  – "In corso sequestro preventivo disposto dalla Procura di Roma nel Piano di Zona Monte Stallonara in via Decimomammu a seguito delle denunce mie e degli inquilini attraverso Asia USB e l'avvocato Vincenzo Perticaro" scrive su Facebook la deputata del Movimento cinque stelle in una nota. "Adesso la Regione Lazio e il Comune di Roma devono intervenire a fare chiarezza sull'intera questione dei Piani di Zona" conclude la deputata. "Tutto questo accade perché c'è un'evidente inerzia del Comune di Roma e della Regione sulla vicenda dei piani di zona" denuncia l'avvocato Vincenzo Perticaro. "Se avessero vigilato, la magistratura non avrebbe avuto bisogno di intervenire con un sequestro. Chi doveva vigilare non ha vigilato". Anche il sindacato Asia Usb punta il dito contro le istituzioni: "Sia il Comune sia la Regione continuano nel loro silenzio assenso coprendo, di fatto, questa grande truffa ai danni della città".

BERDINI: 'NON SUCCEDERA' PIU''– "Stiamo riportando la legalità dove finora è mancata. Non vogliamo esistano più zone d’ombra dove corruzione e malaffare trovano terreno fertile per diffondersi. Grazie ad un esposto presentato dal Movimento 5 Stelle e al prezioso lavoro della magistratura, della Polizia Locale e della Guardia di Finanza si fa luce sulla vicenda controversa del progetto del piano di zona B50 Monte Stallonara" continua l'assessore. "In pratica i dipendenti comunali, abusando del loro potere, davano il via libera ai prezzi di concessione accontentandosi della semplice dichiarazione dei Consigli di amministrazione mentre invece era necessario che i prezzi di cessione fossero approvati e deliberati dai soci delle cooperative. I soldi poi venivano fatti sparire nelle casse delle cooperative in una sorta di scatola cinese” spiega. “L’aumento del prezzo massimo di cessione doveva essere concordato con Regione e Comune. E così non è stato: c’è stata una mancanza di vigilanza da parte degli uffici pubblici. Con noi questo non succederà più” conclude Berdini.

LOMBARDI – "Nei tanti esposti che ho presentato in questi anni sui più critici tra i 102 piani di zona attualmente presenti a Roma segnalavo le responsabilità di molti funzionari e dirigenti comunali e regionali nel mancato controllo sull'utilizzo dei soldi pubblici" spiega la deputata Roberta Lombardi. "I piani di zona sono strumenti di attuazione urbanistica dei piani di edilizia residenziale pubblica, ovvero il mezzo attraverso cui lo Stato si preoccupa di garantire un tetto anche a quelle famiglie economicamente più fragili che non possono permettersi una casa sul libero mercato. Ci sono tante persone in questi immobili, tante famiglie sotto ingiusto sfratto che aspettano qualcuno che faccia giustizia sulla truffa perpetrata alle loro spalle. Perchè in tutti questi anni i costruttori privati che hanno costruito con soldi pubblici su terreni comunali impegnandosi a realizzare opere di urbanizzazione primaria in molti casi inesistenti hanno lucrato sulle spalle della povera gente nell'assoluta inerzia, quando non complicità, della Regione Lazio e di chi in passato ha amministrato il Comune di Roma. Oggi la Procura è intervenuta iniziando a tutelare queste famiglie e iniziando a richiamare alle proprie responsabilità chi non ha voluto seguire la legge". 

SANTORI – Si dice soddisfatto il consigliere regionale del Lazio di Fratelli d'Italia Fabrizio Santori autore di una delle denunce che hanno fatto scattare le indagini: "Nel corso degli anni ci siamo impegnati con enormi sacrifici per sostenere le battaglie di persone comuni che vedevano infrangersi il sogno di una casa a costi contenuti e sostenibili. Oggi finalmente viene resa loro giustizia. Siamo convinti che il percorso di rinascita dei Piani di zona possa ripartire dalle disposizioni odierne, alla luce del fatto che in tutta Roma ci sono almeno sette altre situazioni simili sotto indagine. Roma Capitale e la Regione Lazio devono impegnarsi a tenere sotto osservazione queste realtà, verificando lo sviluppo di piani di urbanizzazione primaria a tutela dei romani e di un territorio su cui si è speculato in maniera ignobile in passato solo per fare profitto, a volte truffando ignari cittadini come accaduto a Monte Stallonara”. 

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Cronaca

Roma, turisti si arrampicano al Colosseo e precipitano: uno è grave

(Fonte: www.ilmessaggero.it)

(di Marco De Risi) A notte fonda si sono arrampicati sul Colosseo e sono precipitati. Uno di loro si è fratturato il bacino. E' accaduto ieri notte e ad essere trasportato da un'ambulanza in ospedale con codice rosso è stato un ragazzo brasiliano mentre l'amico, un connazionale, non ha riportato nessuna frattura. I due dopo avere percorso piazza del Colosseo si sono avventurati all'interno del Colosseo. Ad un certo punto sono precipitati nel vuoto da cinque metri d'altezza. E' intervenuta la polizia. I due sono stati denunciati a piede libero per invasione di edificio. 

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Cronaca

Emergenza freddo: sotto i ponti di Roma e lungo il Tevere

Il nostro inviato, Jacopo Nassi, torna a visitare le banchine lungo il Tevere e a raccontare le situazioni di disagio (rese drammatiche dal gelo di questi giorni) che si trovano sotto i ponti di Roma, oggi nella zona di Ponte Vittorio Emanuele II, Ponte Principe Amedeo e Ponte Mazzini.