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11 settembre 2001, le parole del professor Nuti: evento che ha cambiato la percezione della nostra sicurezza

Leopoldo Nuti, docente di Storia delle Relazioni Internazionali alla facoltà di scienze politiche dell'Università di "Roma Tre", è stato intervistato da Jacopo Nassi oggi pomeriggio. Il professore ha parlato dal punto di vista storico e geopolotico degli attentati dell'11 settembre 2001: "Quel giorno eravamo tutti incollati davanti alla tv. Momento storico che non si può dimenticare. E' cambiata la percezione della nostra sicurezza, ci siamo sentiti molto più vulnerabili. Abbiamo scoperto che le nostre società sono molto più fragili e abbiamo scoperto un "nemico" di cui avevamo sottovalutato l'esistenza. Era noto agli esperti e agli addetti ai lavori, ma non veniva reputato una minaccia così grave tranne che da alcuni che nei mesi precedenti si erano impegnati ad attirare l'attenzione dell'amministrazione Bush. Un nemico così nuovo e insolito non sembrava particolarmente minaccioso.
Gli equilibri geopoliti sono cambiati e in quel momento sembrò cambiare tutto. Gli Usa erano all'apice dell'egemonia e sembravano invicibili e destinati a prolungare questa fase egemonica. La reazione americana da quel momento in poi fu una guerra al terrore. Tutto ciò ha portato conseguenze molteplici, vari fenomeni internazionali che hanno gravato sul sistema internazionale. Forse quell'episodio è lo spartiacque del ruolo degli Stati Uniti nel ruolo di potenza egemonica. Dalla lunghissima guerra non vinta in Iraq gli Usa sono usciti ridimensionati. La politica estera degli Stati Uniti di oggi è un riflesso dell'11 settembre 2001. La cautela con cui i Presidenti successivi a Bush hanno affrontato i temi di politica estera è in netto contrasto con quanto fatto invece da Bush". 
Per quanto riguarda le teorie complottiste, il Docente ha risposto così: "Spesso scatta il dibattito in classe con quelli che vedono l'attentato come un pretesto americano per scatenare le guerre successive. Quello che mi lascia perplesso è chi attribuisce poteri soprannaturali agli americani nell'organizzare un attentato così perfetto che poi non sono stati bravi a vincere le guerre che hanno scatenato. Perchè gli americani avrebbero messo in moto questa macchina di programmazione per poi uscirne ridimensionati? La teoria del "pretesto" è una considerazione errata secondo me".