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Cronaca

Giovani e lavoro, Borzì: 8 ragazzi su 10 a Roma dipendono economicamente dalle famiglie

Lidia Borzì, Presidente delle Acli di Roma, è stata intervistata da Jacopo Nassi per parlare di una relazione sui giovani e il lavoro dei romani. Ieri, alle ore 10, presso la Camera di Commercio di Roma (Sala Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra) sono stati presentati i dati della ricerca "lavORO… nonostante tutto – indagine sui giovani romani tra aspirazioni e realtà". A tal proposito Borzì ha detto:"Ricerca effettuata e dati presentati ieri. Non ci siamo limitati a raccogliere numeri, ma a raccogliere delle storie. La politica deve permettere a tutte di lavorare e trovare delle soluzioni. Senza soluzioni ipotechiamo una crisi.
A Roma molti svolgono lavori saltuari. Il 41% dei giovani romani lavora full time ma del 41% solo un terzo è indipendente dalla famiglia. 8 ragazzi su 10 a Roma dipendono dalle famiglie, non hanno autonomia economia. Il primo problema è quello delle case e del caro vita. Se una persona lavora tutto il tempo e poi non ha l'autonomia economica vuol dire che c'è qualcosa che non va. Con questa ricerca vogliamo accendere i riflettori su Roma, ma anche su tutto il paese perchè la capitale è la cartina a torna sole dell'Italia.
Essere sempre connessi al lavoro non è dignitoso. Per fortuna va detto che ci sono tre segni di speranza: i giovani sono pronti a rimboccarsi le maniche (almeno il 50% su 1000 ragazzi intervistati non vedono differenza fra lavoro intellettuale e manuale) e ciò demolisce lo stereotipo del lavoro manuale come lavoro di ripiego; i giovani nuotano in questo mare in tempesta e ci mettono tutta l'energia che hanno, reagiscono, cadono e, infine, i ragazzi in una società dove il lavoro è mercificato e precario rimettono il lavoro come luogo di relazioni e come soddisfazione personale. Il lavoro è l'elemento attraverso il quale la persona cresce. Ieri abbiamo avuto ospiti una rappresentanza significativa come la Chiesa. Noi possiamo rimboccarci le mani, essere co- responsabili e dobbiamo provare a dare delle risposte. Noi come Acli vogliamo generare lavoro. Abbiamo un cantiere con scuola di formazione. Abbiamo una scuola che punta ad aiutare i giovani ad essere efficaci, ad affrontare i colloqui, a conoscere i contratti. Vogliamo rendere i giovani protagonisti e attori del proprio futuro perchè non vogliamo rassegnarci al fatto che i giovani debbano essere costretti a lasciare il loro paese. Le famiglie non riescono a sostenere sempre questo carico. Il lavoro di oggi è frutto di una politica miope di anni. Serve una politica che prospetti il lavoro, che guardi al futuro".