Umberto Pagoni, Presidente RASTIUM K.O al terremoto, è stato intervistato da Jacopo Nassi ai microfoni di Radio Roma Capitale per tornare a parlare delle zone colpite del sisma.
Domani, mercoledì 29 maggio, la sua piccola associazione porterà un'autoambulanza ad Amatrice. Pagoni ha presentato così l'evento: "Noi siamo una piccola associazione nata per sostenere le parti terremotate. L'idea è nata con la Sabina Soccorso con i quali facciamo spesso degli eventi e iniziative. I comuni terremotati stanno scomparendo, i giovani stanno andando via da questi posti e bisogna dirlo. Noi subito dopo il terremotato abbiamo iniziato con il fare delle donazioni. All'inizio siamo partiti con la donazione di telefoni, smartphone e power bank. Sono posti ai quali sono legato e questo spinge ancora di più a fare iniziative per Amatrice. Domani doniamo un'ambulanza ad Amatrice, grazie al prezioso aiuto di Gianluca. Uno dei nostri primi eventi è stato fatto il 2 luglio del 2017 al palazzetto dello sport di Amatrice.
Domani doneremo questa ambulanza a Carlo Grossi, infermiere e soccorritore che ha perso dei figli nel terremoto. Grossi è il referente per il distaccamento di un nucleo di volontari della associazione nazionale Carabinieri. L'ambulanza sarà a disposizione di tutti dal momento che ad Amatrice non c'è più l'ospedale e quello più vicino dista circa 90 km. Molte persone che devono fare delle analisi non possomno farle e a volte sono immobilizzate dal muoversi. Nel mio paese, Macchia, una signora è rimasta ferita da uno sportello della sistemazione provvisoria e non c'era un'ambulanza in grado di portarla a Roma. L'ambulanza verrà consegnata domani con tanti ospiti presenti (anche con l'ex sindaco Pirozzi e le istituzioni del XIV Municipio) e partirà da Ottavia presso via Giuseppe Mazzatinti.
Nei comuni terremotati ci sono persone che sono rimaste senza nulla, con una scatoletta di casa e questi alloggi sono costati tanto. Io capisco l'esigenza del primo soccorso, ma mancano dei fatti concreti".
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Ambulanza per Amatrice, Pagoni: in quelle zone non esistono più ospedali
