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Cronaca

Il flop del Giro d’Italia a Roma, la catena degli errori: “Noi tecnici ignorati”

(Fonte: La Repubblica, di Lorenzo D'Albergo) – Una rincorsa disperata, un'impresa impossibile. Il Campidoglio a trazione grillina sapeva di dover affrontare il test della tappa conclusiva del Giro d'Italia da un anno, ma si è fatto comunque trovare impreparato. Così una giornata di festa si è tramutata in un gigantesco flop, peraltro in diretta mondiale. Gli spettatori di 194 paesi si sono prima immedesimati nei ciclisti,costretti a sgonfiare le ruote per sopravvivere a buche, avvallamenti e sampietrini e a chiedere di neutralizzare sette giri sui dieci della gara. Poi, durante la premiazione, sono rimasti imbambolati: "Ma che hanno combinato a Roma?" . Una comunicazione interna, di cui Repubblica è in possesso, aiuta a ricostruire la catena di responsabilità dietro alla voragine mediatica in cui domenica è sprofondato il Comune grillino.

La nota porta la data del 25 maggio, venerdì, e per oggetto ha le "attività manutentive del percorso" del Giro. A firmarla e a spedirla in Campidoglio, al I municipio e ai vigili urbani è Fabio Pacciani, il direttore del Simu. Mancano meno di 48 ore alla gara e il dipartimento dei Lavori pubblici è di fatto costretto a intervenire in piena autonomia. A chiederlo è l'assessora Margherita Gatta. I primi tre sopralluoghi sul tracciato, l'ultimo è datato 14 maggio, sono stati condotti soltanto da Rcs, azienda organizzatrice dell'evento, e dagli agenti della municipale sotto la supervisione dell'assessorato allo Sport. Quello ai Lavori pubblici non è stato coinvolto. Peraltro alla conferenza dei servizi siede l'ex direttore del Simu, Roberto Botta, e non il suo successore.