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Cronaca

Ostia: ucciso dopo una rapina vicino al porto, fermati marito e moglie

(Fonte: www.romatoday.it)

(di Lorenzo Nicolini)Si è chiuso il cerchio sulla morte di Milon Sayal, 33enne del Bangladesh. Il ragazzo era rimasto vittima di una violenta aggressione ad Ostia, in via Enea Picchio. Un dramma che portò alla mobilitazione dei familiari. Le indagini della Polizia hanno infatti portato all'arresto di marito e moglie. I due, entrambi romani ventenni già noti alle forze di polizia, sono stati fermati perché gravemente indiziati di "concorso in omicidio e rapina". L'aggressione a Milon Sayal
Tutto è avvenuto l'8 ottobre. Milon, dopo essere stato colpito alla testa rimase a terra da solo, agonizzante, prima di essere trasportato all'ospedale Grassi di Ostia. Da lì, viste le sue gravi condizioni, fu trasferito al San Camillo di Roma dove morì la sera del giorno successivo a causa di un esteso ematoma cranico.
Il giovane, che lavorava presso una pista di ghiaccio del Tiburtino, viveva con i fratelli in un appartamento nel quartiere San Giovanni ed era un "ragazzo tranquillo. Conosciuto nel quartiere. Ancora non sappiamo perché sia andato ad Ostia. Non la frequentava molto eppure quella maledetta domenica era lì", commenta a RomaToday Shahin Ahamed, il fratello di Milon.  
Le indagini sulla morte di Milon Sayal
Un mistero infittito dall'assenza di testimoni e dalla mancanza, sul corpo del deceduto, di evidenti segni di violenza al punto da potere apparire, ad un primo approccio, decesso per cause naturali. I familiari, però, non si sono dati per vinti e ad aprile hanno manifestato ad Ostia per chiedere giustizia.  
D'altra parte, le grida che alcuni residenti avevano udito provenire dal luogo del ritrovamento e il fatto che Milon non avesse più con sé il proprio Iphone, appena acquistato, né la cospicua somma di circa mille euro raccolta tra i suoi coinquilini per corrispondere l'affitto di casa, facevano propendere gli investigatori del Commissariato verso l'ipotesi della rapina con esiti mortali.
Un appuntamento con una giovane donna
Le testimonianze raccolte ed i tracciati telefonici hanno permesso di ricostruire le ultime ore di vita di Milon. Il giovane, secondo le indagini quella domenica di ottobre, utilizzando i mezzi pubblici, aveva raggiunto Ostia, per incontrarsi, dopo averla ripetutamente contattata telefonicamente, una giovane donna, probabilmente individuata attraverso una chat di incontri.
Ad aspettarlo, ad Ostia Nuova, però non ci sarebbe stata solo la donna contattata telefonicamente. Con lei, infatti, c'era anche il marito pronto ad aggredirlo brutalmente a pugni e a rapinarlo dei suoi averi. Aggressione che determinava la morte di Milon a seguito di un colpo inferto alla testa.
Arrestati marito e moglie
Nella giornata di venerdì 11 maggio, sono scattate le perquisizioni a carico degli indagati e di tutti coloro, in qualche modo, coinvolti nella vicenda. L'Iphone appartenuto a Milon è stato trovato in possesso di un giovane della zona che lo aveva ricevuto da una persona a cui la donna indagata lo aveva venduto.
Considerati gli elementi emersi nel corso della lunga e complessa indagine, il Pubblico Ministero titolare della stessa, coordinato dal Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Roma, ha ritenuto di sottoporre la 20enne ed il marito a "fermo di persona gravemente indiziata di reato". Provvedimento eseguito nella serata dello stesso 11 maggio dagli agenti del Commissariato Lido di Roma che hanno svolto le indagini.