(Fonte: www.repubblica.it)
(di Lorenzo D'Albergo)“L’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo #stopaborto”. Così si legge su un manifesto in via Salaria. La foto è in bianco e nero e il cartellone incornicia due mani che cingono la pancia di una donna incinta. A ideare il messaggio è stata Citizen Go, associazione spagnola prolife, in vista della marcia per la vita di sabato. "È in atto il tentativo di censurare e silenziare chi afferma la verità sull'aborto, che sopprime la vita di un bambino e ferisce gravemente quella della donna. Rivendichiamo il diritto di opinione ed espressione tutelato dalla costituzione". Poco più di un mese fa un altro manifesto contro l'interruzione volontaria di gravidanza era stato affisso in via Gregorio VII e poi rimosso dopo le polemiche. La campagna shock di Citizen Go dovrebbe continuare nei prossimi giorni sui social e in strada. Per ora c'è la prima inserzione. Nulla da eccepire dal punto di vista amministrativo, nessuna affissione abusiva. Ma l'immagine non è sfuggita agli automobilisti romani. Tantomeno ai politici. Stefano Fassina, consigliere di Sinistra per Roma, chiede alla sindaca Virginia Raggi di rimuovere "l'ennesimo manifesto contro l'autodeterminazione delle donne, come fatto con il murales del bacio tra salvini e di maio e i murales politici successivi. È intollerabile tale misitificazione da parte di chi dice di difendere la vita". La stessa richiesta arriva dalla responsabile delle Politiche di genere della Cgil nazionale, Loredana Taddei. Attaccano anche la senatrice e la consigliera regionale Pd Monica Cirinnà e Marta Leonori: "A pochi giorni dal quarantennale della legge 194, è apparso di nuovo nella nostra città un manifesto antiabortista, con un messaggio violento che attacca direttamente le donne. È preoccupante che questi manifesti appaiano in città con sempre maggior frequenza". All'appello, almeno per ora, manca ancora una presa di posizione del Campidoglio M5S.