(Fonte: www.ilmessaggero.it)
(di Simone Canettieri) Non solo il Pd. Anche il M5S va dal notaio per fare cadere i propri sindaci. Succede a Nettuno, comune del litorale di 50mila abitanti, a sud di Roma. Quattro consiglieri grillini si sono uniti ai nove dell'opposizione e hanno sfiduciato Angelo Casto, primo cittadino pentastellato da due anni. Il documento sta per essere depositato in segretariato e poi il prefetto di Roma avrà tempo 48 ore per nominare un commissario. Un film già visto, con ben altro eco, a Roma con la giunta di Ignazio Marino, caduta sotto i colpi del Pd nel 2015. Il coordinatore FI Provincia di Roma, Adriano Palozzi: «Dopo due anni di inefficienze amministrative, immobilismo istituzionale e litigi interni al Movimento 5 Stelle, l’amministrazione Casto è stata sfiduciata e la città litoranea è tornata finalmente libera. Una città, Nettuno, da tempo ferma al palo, degradata e totalmente abbandonata dalla giunta grillina. L’auspicio, adesso, è che le forze civiche e politiche di centrodestra comincino a lavorare insieme al fine di restituire ai cittadini di Nettuno un governo forte, unito e stabile». Anche il segretario provinciale del Pd Roma, Rocco Maugliani va all'attacco: «Breve ma intensa. Così potremmo definire l'esperienza del Movimento 5 Stelle a Nettuno, dove a neanche due anni da una vittoria elettorale plebiscitaria, il sindaco Casto è stato mandato a casa dall'opposizione e da un pezzo della sua maggioranza pentastellata, che e' esplosa dopo mesi di faide e regolamenti di conti interni di cui hanno fatto le spese i cittadini e tutta la comunita' nettunese, nella paralisi di un'azione amministrativa resa sempre piu' drammaticamente evidente».