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Cronaca

Novanta voragini l’anno, 44 dall’inizio del 2018: così il sottosuolo di Roma si scopre fragile

(Fonte: www.repubblica.it)

Una media di 90 voragini all'anno negli ultimi 8 anni, 28 zone a rischio frana e 383 fenomeni franosi, 250mila cittadini a rischio alluvioni. Sono i numeri di Roma, la Città Eterna ma fragile con i suoi 32 kmq di gallerie sotterranee e i 700 km di reticolo idraulico con canali e fossi in stato di grave degrado.

E poi il Tevere che conta 120 ettari di golene su 1150 cementificate da manufatti anche abusivi, 9 km di rive in stato di degrado, 2,7 km di banchine con smottamenti e 59 installazioni con pochi ormeggi adeguati. E 22 relitti di barche affondati e abbandonati nelle sue acque.

 

A fornire i dati sulla Capitale è il primo rapporto su rischio alluvioni, frane, cavità del sottosuolo e acque sotterranee "Il Piano Roma Sicura" presentato oggi e curato dall'Autorità di Distretto idrografico dell'Italia Centrale in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile nazionale, l'Ispra e la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche #italiasicura.
QUARANTAQUATTRO VORAGINI IN TRE MESI Nei primi tre mesi del 2018 a Roma sisono aperte 44 voragini. Negli ultimi 8 anni si è assistito ad un grande incremento del fenomeno: da una media di 16 voragini l'anno si è passati ad una media annuale di più di 90, con un picco di 104 registrato nel 2013, si legge nel rapporto.

 

Le aree particolarmente interessate dalla formazione di grandi voragini si concentrano nella porzione orientale di Roma. I municipi più colpiti sono: il Municipio V, il Municipio VII, il Municipio II (quartieri Tuscolano, Prenestino, Tiburtino) ma anche il centro storico con le aree dell'Aventino del Palatino e dell'Esquilino. Nella porzione occidentale di Roma il municipio che conta più voragini è il XII seguito dall'XI (quartieri Portuense e Gianicolense).

La causa principale della formazione delle voragini a Roma è, spiega il dossier, "la presenza di numerose cavità sotterranee di origine antropica scavate dall'uomo a vario titolo ma principalmente per l'estrazione dei materiali da costruzione. Tali vuoti costituiscono in molti casi una intricata rete di gallerie". Sono stati sinora censiti e mappati 32 kmq di gallerie sotterranee che giacciono sotto il tessuto urbano. Le cavità si concentrano per lo più nella parte orientale della città.

 

RISCHIO ALLUVIONI Il rischio alluvioni ed esondazioni riguarda un territorio urbano di 1.135 ettari dove vivono e lavorano circa 250 mila persone: la più elevata estensione d'Europa. "Un numero impressionante – ha sottolineato Erasmo D'Angelis, segretario generale dell'Autorità di distretto idrografico dell'Italia centrale – che nasce da anni e anni di mancata prevenzione e ordinaria manutenzione".

La città ha zone "che non reggono nemmeno un acquazzone, come abbiamo visto il 10 settembre e il 5 novembre scorso, piste di Fiumicino comprese", si legge nel rapporto. I motivi? Un sistema fognario non proprio efficiente, la mancata manutenzione dei tombini e la scomparsa, per sversamenti di rifiuti e vegetazione spontanea, di circa 700 km di indispensabili vie d'acqua tributarie del Tevere e dell'Aniene tra canali, fossi e sistemi di scolo.

 

RISCHIO FRANE I siti soggetti a fenomeni franosi nel territorio del Comune di Roma sono 383. Tra le zone particolarmente a rischio per fenomeni piu' recenti, quelle della collina di Monte Mario, di viale Tiziano, Monteverde vecchio e Balduina. È quanto emerge dal primo Rapporto sul rischio idrogeologico nella capitale.

"I problemi di Roma sono problemi cronici e strutturali che non si affrontano inseguendo le emergenze, ora la piena, ora la voragine, ora il crollo, ora le buche e poi facendo sempre la conta dei danni. Serve avere una visione strategica e fare regia tra tutte le istituzioni al di là delle beghe politiche, dallo stato al campidoglio, dai municipi alle associazioni, i problemi sono di tutti e tutti abbiamo l'obbligo di rimboccarci le manichr e fare uscire roma da questa condizione entrando in una stagione di prevenzione e manutenzione ordinaria. Faccio un appello a tutti, perchè non c'è niente di peggio che assuefarsi al peggio", ha detto D'Angelis.

 

UN MILIARDO IN DIECI ANNI L'Autorità di distretto per il dissesto idrogeologico e la Regione Lazio hanno individuato e pianificato le opere necessarie per ridurre lo stato di pericolo. In 10 anni serviranno un miliardo e 40 milioni e sono al momento disponibili solo i primi 104 milioni.

Gli interventi più importanti, per Roma a livello finanziario riguardano la messa in sicurezza idraulica del territorio di Piana del Sole (Municipio XII) per un costo di 56,6 milioni, due interventi di manutenzione straordinaria del corpo arginale del Tevere da 36,7 milioni per un totale di 73,4 milioni, interventi nel tratto fluviale compreso tra Ponte Marconi e la foce per 33,6 milioni, interventi sul Fosso di Vallerano a protezione della zona urbana del Torrino per 21,5 milioni, due opere di realizzazione delle casse di espansione del Fosso di Tor Sapienza da 20,3 milioni ciascuna.

Per il complesso degli interventi di prevenzione strutturale nell'area urbana e fino alla foce di Fiumicino è stato calcolato un fabbisogno di 871 milioni per 155 opere: 783 mln per 127 opere di contrasto al rischio alluvione e 86 mln per 28 opere per mettere in sicurezza diverse aree cittadine dal pericolo frane. A ciò si aggiungono 15 mln all'anno per la gestione ordinaria delle vie d'acqua e 4 mln all'anno per le verifiche e interventi preventivi sulle voragini.