«Il Rapporto dell’Istat sul Benessere equo e sostenibile conferma che in Italia ci siamo ormai assestati su un livello di abusivismo edilizio di assoluta gravità: ogni 100 edifici realizzati con le necessarie autorizzazioni, ne vengono tirati su 20 in totale spregio delle leggi. Un dato che è più che raddoppiato nell’ultimo decennio, segno inequivocabile che illegalità e malaffare hanno tratto grandi vantaggi dalla crisi economica che ha investito il nostro Paese: nel settore delle costruzioni, in pratica, ad essere colpite sono state nella stragrande maggioranza dei casi proprio le aziende che rispettano le regole». Lo ha dichiarato l'ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l'università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, che ha poi aggiunto. «Il fatto che l’indice di abusivismo abbia fatto registrare un lieve decremento tra il 2015 e il 2016, passando da 19,9 a 19,6, non deve indurre all’euforia: innanzitutto si tratta in ogni caso di un valore inaccettabile, che si distacca nettamente da quello medio dei Paesi dell’Unione Europea, e poi conferma l’incapacità anche in questo settore di tornare quantomeno ai livelli pre-crisi, quando il dato era di 9 costruzioni illegali ogni 100 autorizzate. Dieci anni di stagnazione hanno fiaccato imprese e cittadini onesti, mentre hanno arricchito chi ha deciso di operare illecitamente, spesso utilizzando materiali scadenti e infischiandosene delle più elementari norme di sicurezza sul lavoro. Una concorrenza sleale che si somma allo scippo fiscale nei confronti di Stato, enti locali e contribuenti».
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Abusivismo edilizio dilagante