29 GIUGNO 1936 Muore all'età di 52 anni ETTORE PETROLINI.
Viene ricordato nello spettacolo l'atteggiamento sbeffeggiante verso la dittatura che portò il grande attore, in occasione della medaglia che Mussolini gli volle conferire, a pronunciare l'immortale ringraziamento: "E io me ne fregio!". Ettore Petrolini è ricordato per aver creato il dadaista Fortunello. Nel 1923 fu iniziato alla massoneria in una Loggia all'Obbedienza di Piazza del Gesù. La sua importanza nel panorama del teatro italiano è oggi pienamente riconosciuta. Riassumendo in sé l'attore e l'autore, Petrolini ha inventato un repertorio e una maniera che hanno profondamente influenzato il teatro comico italiano del Novecento.
Petrolini fu spesso interprete, e a volte anche autore, di canzoni di successo, molte delle quali furono incise su disco.
Un grande successo musicale del 1926, in Italia, fu Una gita a li castelli , scritta da Franco Silvestri ma incisa da Petrolini. Ma la sua canzone più nota è senza dubbio Tanto pe' cantà, il cui testo è stato scritto da Alberto Simeoni, che Petrolini incise nel 1932 e che subito divenne il simbolo di un certo modo di essere romano, al punto che fu ripresa negli anni successivi da quasi tutti gli artisti più rappresentativi della capitale: per citarne solo alcuni, Alvaro Amici, Gigi Proietti, Gabriella Ferri e soprattutto Nino Manfredi, che con questa canzone otterrà un notevole successo di vendita.
Costretto ad abbandonare definitivamente le scene nel 1935 perché sofferente di una grave forma di angina pectoris, Ettore Petrolini morì all'età di 52 anni, il 29 giugno 1936: si racconta che ormai in punto di morte, alle parole incoraggianti del medico che lo visitava e che sosteneva di trovarlo ristabilito, Petrolini rispondesse: «Meno male così moro guarito».
La salma, vestita con il frac del suo notissimo Gastone fu tumulata presso il Cimitero del Verano. Il 19 luglio 1943, nel corso del primo bombardamento di Roma, un ordigno colpì la sua tomba, una cappella rettangolare, spezzando il busto di marmo e danneggiando gravemente la cassa contenente i resti dell'attore.
(* immagine di vitonicolamastromarino)